Rischio: Nemico o compagno d’investimento?

Il rischio fa parte della vita ed è un’azione che racchiude in sé la possibilità di fallimento. Ecco perché lo temiamo tanto. Il fallimento personale o finanziario non è mai una bella cosa e se non si hanno le spalle larghe può rappresentare un grosso problema. Anche negli investimenti, come sappiamo, esiste il rischio. Anzi, il rischio è parte integrante di essi, come lo è del vivere stesso. Tuttavia, come per ogni cosa, si può controllare o almeno mitigare. Esistono vari tipi di investimenti e vari gradi di rischio, ognuno può decidere quello che più fa al caso suo, ricordando sempre che sul lungo periodo (dai 10 anni in su) tutto questo ha sicuramente un altro "sapore".

 

Il rischio non deve essere il faro dei nostri investimenti

Tutti, soprattutto alle prime armi negli investimenti, hanno avuto questi pensieri:

"Non investo perché ho paura".

"Le azioni? No, sono troppo pericolose".

"Meglio un conto deposito, così so che avrò il mio capitale alla fine".

Cos’hanno in comune queste affermazioni? La paura. Ne deriva che chi afferma ciò praticamente prende le decisioni finanziarie sul suo futuro facendosi guidare dal timore. Non proprio una scelta saggia. Nella vita come negli investimenti, non si vive di paura, ma di soluzioni. Ed ecco che anche per le proprie finanze sarebbe meglio pensare in termini di ottimizzazione più che di timore. Come ripetono in continuazione gli addetti ai lavori, non esistono pasti gratis nella vita: bisogna andare fuori dalla propria comfort zone se si vuole ottenere qualcosa in più. Questo non significa camminare sul filo del rasoio, ma camminare fuori dal tracciato con l’equipaggiamento giusto.

 

Rischio: non lo elimini ma almeno puoi controllarlo

Per controllare qualcosa bisogna innanzitutto "prendergli le misure". Come si misura il rischio un investimento? Generalmente si tende ad associarlo alla volatilità dei rendimenti: più volatile uguale più rischioso. Ma magari la questione fosse così semplice e lineare. In realtà, in termini più concreti il rischio per un investitore può assumere sfumature e connotati diversi. Per esempio, il rischio di non riuscire ad accantonare il necessario per integrare la futura pensione, per acquistare l’appartamento per un figlio o per mandarlo all’università o a studiare all’estero. In questi casi, può essere più utile e interessante individuare il rischio dell’investimento mettendolo in relazione con i propri obiettivi.

In linea più generale, questo ci serve per dirti che occorrono indicatori diversi rispetto alla semplice volatilità. Senza addentrarci in formule troppo astruse, ti diciamo solo che per misurare il rischio di un investimento in termini più ampi può aver senso far entrare in campo altri tre indicatori: il rischio di perdita (Risk of Loss), lo Shortfall Risk e il Value at Risk.

Rischio: è importante conoscerlo per gestirlo al meglio

Il rischio di perdita, per esempio, si può gestire diversificando il portafoglio e investendo in un ventaglio di asset class differenti nell’ottica di distribuirlo, magari entrando sul mercato in momenti diversi, con una diversificazione anche di tipo temporale (mediante la modalità del PAC) ed eventualmente facendo ricorso a meccanismi di stop-loss (che intervengono per stoppare appunto le perdite). Esistono anche fondi che oltre ad essere diversificati al loro interno, beneficiano di una gestione attiva che ribilancia il portafoglio quando necessario, per mantenerlo in linea con il profilo di rischio definito a monte.

Certo il tempo gioca a favore degli investimenti: l’analisi storica dei rendimenti dell’S&P 500 suggerisce che allungare l’orizzonte temporale riduce la probabilità di incorrere in perdite. Chi ha investito per un qualunque periodo di 20 anni, dal 1926 al 2015, nell’S&P 500 ha riportato nella totalità dei casi un rendimento positivo, mentre chi ha investito per un solo anno ha registrato un rendimento positivo solamente nel 73% dei casi.

 

Gestire al  meglio il rischio permette anche di recuperare le perdite

Conoscere il rischio ci aiuta a mitigarlo, a contenere le potenziali perdite e a recuperare. Sì perché, se sono contenute, le perdite si possono recuperare con ottima probabilità, dal momento che nel medio-lungo termine i mercati finanziari tendono a remunerare l’investitore mediante i cosiddetti "premi al rischio", che generano performance positive con probabilità crescente man mano che si allunga la durata dell’investimento. Il grafico seguente, per esempio, ci segnala il tempo necessario a recuperare per vari livelli di perdita (espressa come percentuale del capitale investito), ipotizzando che il rendimento medio annuo del portafoglio successivamente alla perdita sia pari a un generoso 5%.

Diamo un’occhiata ravvicinata al grafico. Innanzitutto, la relazione tra entità della perdita e tempo di recupero non è lineare, ma peggiora in modo sempre più vistoso al crescere della perdita. Con una perdita del 50% del capitale occorrono 14 anni per recuperare. Con una del 67% occorrono oltre 23 anni per recuperare. Ma se la perdita è contenuta al 10%, in appena due anni viene recuperata e se è del 5% un anno è sufficiente. E questo salva il potenziale di lungo termine del portafoglio.

 

Gestire bene il  rischio: la più grande lezione da portare a casa

Insomma, costruire un portafoglio combinando i diversi strumenti finanziari non è scontato, è anzi fondamentale un monitoraggio continuo, perché il rischio varia nel tempo. E, in ogni caso, il rischio va affrontato con la testa: occorre accettarlo, conoscere se stessi e capire quanto se ne può sopportare e come, di volta in volta, correggere serenamente la rotta.

 


I soldi sono il mezzo per costruirsi un futuro migliore

“Il tempo è denaro”, recita un vecchio adagio. Ma potremmo dire che è vero anche il contrario: il denaro è tempo. Sì, perché ci vuole tempo per pianificare i guadagni e ci vuole tempo per gestirli. Ma bisogna anche darsi il tempo per capire quale destinazione dare loro, verso quale progetto di vita indirizzarli: una nuova casa, un’auto nuova, una famiglia, un’attività imprenditoriale o artistica, la scuola e l’università dei figli, gli anni della pensione altrove, magari al mare, magari all’estero.


Quando si parla di progetti di vita, o semplicemente di serenità finanziaria, il pensiero degli italiani corre spesso alle cose che contano: persone, affetti, avvenimenti, momenti, come segnala Research Dogma in una recente indagine. Per ciò che conta va trovato il tempo, certo, ma non solo: occorrono anche le risorse. Anche sotto questo punto di vista, secondo Research Dogma il 64% degli italiani ha buone intenzioni: ritiene infatti che sia importante dedicare del tempo a ragionare sui vari progetti di vita con un buon consulente finanziario, in grado di aiutarli a trovare le soluzioni che consentano di tramutarli in realtà.
Fatto sta che l’orizzonte temporale è fondamentale nella definizione degli obiettivi, di qualunque tipo essi siano. La buona finanza sa fare anche questo: aiutare a costruire un progetto finanziario di medio-lungo periodo, evitando a chi vi si affida di perdersi nelle ansie quotidiane dei mercati e di prendere quindi la decisione sbagliata nel momento sbagliato.

Il ruolo del tempo nella gestione del denaro

Nella gestione del denaro, il tempo è una leva fondamentale. Solo dando tempo al tuo denaro puoi ottenere risultati importanti, a prescindere dal tuo capitale di partenza. Su questo gli italiani interpellati da Research Dogma hanno espresso posizioni molto sagge, con tre convincimenti sui quali possiamo tutti concordare.
• Pianificare bene la gestione dei risparmi (piccoli o grandi che siano) nel tempo, senza preoccuparsi degli alti e bassi dei mercati, rende più sereni e libera tempo per le cose che contano (77%).
• Meglio sfruttare il tempo investendo i risparmi un poco per volta per ottenere migliori risultati e accumulare un capitale, piccolo o grande che sia (72%).
• Mantenere un investimento in azioni/fondi azionari per diversi anni aiuta a diminuire il rischio e aumenta i risultati (58%).

Basta avere buone idee per adottare buoni comportamenti?

No, non basta. Un conto, infatti, è identificare le cose importanti per noi e ciò che ci fa battere il cuore, un altro è dedicare tutto il tempo necessario a questi elementi di valore, per il nostro benessere e per quello dei nostri cari. Lo stesso accade con le strategie finanziarie: gli italiani hanno le idee, ma per passare dal piano teorico a quello pratico e concreto queste idee hanno bisogno di un supporto concreto, dalla consulenza finanziaria innanzitutto. E la consulenza serve appunto a questo: a tracciare e lastricare la strada verso la realizzazione delle tue idee.


Passaggio generazionale: 1.915 miliardi verso i Millennial

Non solo calcio, cibo, lusso e motori: tra i record europei più o meno positivi che deteniamo come popolo italiano c’è anche quello che riguarda i lasciti testamentari: noi italiani riceviamo ogni anno più di 200 miliardi in lasciti e testamenti. In rapporto al reddito del Paese è un vero e proprio record europeo. Del resto, si può tranquillamente dire che la differenza oggi la fanno ancora i risparmi “degli anni d’oro”, gli anni degli yuppies e di “Drive in”. Risparmi che senza tanti giri di parole comprano le case a figli e nipoti di oggi. Figli e nipoti che però spesso si ritrovano con immobili lasciati in eredità che portano più costi che altro o capitali che rischiano di venir piano piano erosi dall’inflazione, oggi sempre più alta. Della serie: 100 euro oggi, 100 domani, in dieci anni non sono certo uno scherzo.

Esiste infatti tutta una generazione di nati dal secondo dopoguerra in poi alle prese con la prospettiva della consegna del testimone ai propri figli e figlie. Un testimone che ha per oggetto i soldi del miracolo economico italiano, ossia case, seconde case, auto, barche, denari, titoli e altre proprietà. Insomma, tutti quei soldi che giravano tra gli anni ‘80 e ‘90 nelle tasche di una generazione nel pieno del boom industriale del nostro Paese. Le stime parlano di circa 2mila miliardi di ricchezza che si prepara a passare dalle mani degli yuppies a quelle della “generazione Internet”, una generazione che per fare i pessimisti (o pragmatici) di turno sulla carta risparmia meno, ha lavori più precari e un futuro pensionistico non proprio roseo.

Passaggio generazionale: chi si prepara a ricevere il testimone?

Le stime dell’Istat ci informano che:

• nel nostro Paese vivono quasi 15 milioni di italiani che per età si collocano in pieno dentro la Generazione X, vale a dire quella dei nati tra il 1964 e il 1979;
• oltre 11 milioni di italiani sono Millennial, ossia nati tra il 1980 e il 1997;
• più di 8 milioni fanno parte della Generazione Z (nati tra il 1998 e il 2012). Di questi, i maggiorenni ad oggi sono più di quattro milioni e mezzo.

Insomma, dopo tutto il gran parlare che da anni facciamo a proposito dei “Boomer” alla fine scopriamo che oggi a comandare la scena c’è la Generazione X. Secondo un report di qualche tempo fa del think tank britannico Resolution Foundation, hanno raggiunto i 30 anni con un reddito più alto del 30% rispetto ai Baby Boomer1.

Questi 15 milioni di individui, che si sommano ai circa 13 milioni di Boomer, per un totale che si avvicina a quota 30, nei prossimi anni saranno protagonisti di un trasferimento di ricchezza veramente notevole: secondo alcune stime, entro i primi anni Trenta di questo millennio nel nostro Paese Baby Boomer e Generazione X trasferiranno ai Millennial ben 1.915 miliardi di ricchezza in euro2.
Fin qui, il quadro della situazione. Ora, la domanda è: siamo preparati a gestirla?

Stai gestendo al meglio il tuo capitale?

Un dato di fatto: in Italia non siamo molto ferrati nella gestione del denaro, sotto nessun punto di vita, sia esso finanziario, assicurativo o fiscale; sappiamo accantonare i soldi nel conto corrente e poco più. Per non parlare della successione, alla quale scaramanticamente – e molto poco razionalmente – nessuno vuole pensare. Tutto questo, però, ha un costo.
Secondo recenti dati Fabi3, la ricchezza finanziaria degli italiani a fine 2021 superava i 5.256 miliardi di euro, in rialzo di quasi 1.700 miliardi (+50%) nell’ultimo decennio. Ma “la liquidità resta la forma preferita di allocazione del risparmio”. Il contante è cresciuto di 509 miliardi (+45%), a quota 1.629 miliardi, e ciò significa che la percentuale di denaro lasciato su conti correnti e depositi si conferma al 31% del totale delle masse. Una scelta che però finisce con l’erodere il valore del patrimonio. Ti abbiamo detto tante volte che negli investimenti il tempo è un alleato, specialmente se si reinvestono gli interessi. Bene: quando scegli di non investire, diventa il tuo nemico numero uno. Guarda qua.

In pratica, investendo un capitale iniziale di 10.000 euro e reinvestendo gli interessi, otteniamo una crescita del valore che ci porta, dopo 20 anni, a un montate finale superiore ai 21mila euro, ipotizzando un interesse annuo del 4% che lavora non solo sul capitale iniziale ma anche sugli interessi gradualmente maturati e reinvestiti, appunto. Tenendo quegli stessi 10.000 euro fermi sul conto, dopo lo stesso numero di anni ci ritroviamo con un gruzzolo che nominalmente è ancora di 10.000 euro ma che realmente ha un valore pari a meno di 7mila, per effetto di un tasso di inflazione che noi, qui, ipotizziamo generosamente e ottimisticamente al 2% annuo – come da obiettivo Fed e Bce – assai più basso delle variazioni tendenziali alle quali abbiamo assistito a partire dall’autunno del 2021.

Cosa fare se si eredita un capitale, piccolo o grande che sia

Se sei nato negli anni Ottanta e Novanta, sei cresciuto in un contesto di tassi eternamente a zero e di inflazione anemica. Da oltre un anno, però, le cose sono cambiate. E tu, cosa stai facendo? Il report “Gen Z e Millennial Survey 2022”4 di Deloitte, ci conferma che hai bisogno di investire per la pensione, per esempio, perché sarà più magra rispetto a quella dei tuoi genitori e perché, per contro, la tua aspettativa di vita sarà più lunga.
Cosa pensi di fare con i tuoi risparmi e, soprattutto, con la ricchezza che potresti ereditare? Se la tua idea è quella di mettere tutto in un cantuccio e attingere al bisogno, tenendolo fermo in balia di tasse e inflazione, forse dovresti un attimo ripensarci. D’altro canto, tendiamo a imitare chi ci ha preceduto. Nel suo Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane5, Consob di dice che, “per quanto riguarda i possibili impieghi del risparmio dato l’attuale contesto economico, il 23% degli intervistati indica l’investimento immobiliare” e “in particolare i più giovani, benestanti e con maggiori conoscenze finanziarie”. Ma il mattone non è la soluzione a tutte le domande.
Cosa fare, allora? Agire senza aspettare oltre, confrontandoti con una consulenza finanziaria professionale. Al consulente finanziario, infatti, il compito di aiutarti a capire quanto puoi guadagnare investendo. E quanto rischi di perdere non facendolo o facendolo in modo non corretto.

 


Liquidità oggi

Anche nel 2020 gli italiani si sono confermati risparmiatori eccezionali.In passato c'erano soluzioni semplici ed immediate, entrate nel costume finanziario italiano, come titolo di stato e buoni postali su cui poggiava il passaggio da RISPARMIATORI ad INVESTITORI.Oggi, tutto è cambiato!Rendimenti negativi dei bond, tassi sotto zero e contesto finanziario COSTRINGONO il risparmiatore di oggi ad abbandonare la vecchia zona di confort.

Prima ognuno se ne rende conto meglio è!

La liquidità "ragionata" è un VALORE AGGIUNTO nel piano finanziario di ognuno, rappresenta il mezzo per creare OPPORTUNITÀ sui mercati.

La liquidità " insensata" diventa un fardello tra costi di conto, bolli, pseudo patrimoniali e possibili tassi negativi riversati sui clienti.


4 passi prima di investire

Investire significa assumersi rischio in cambio di futuri rendimenti, farlo in modo responsabile significa prepararsi al peggio: i licenziamenti legati al coronavirus e la riduzione degli stipendi servono come promemoria saliente delle voragini che possono aprirsi inaspettatamente e inghiottire le nostre finanze di volta in volta. Diventa essenziale preparare al meglio il terreno su cui costruiremo la nostra “casa” finanziaria. Facendo la corretta pianificazione assicurativa e burocratica, ti darai una maggiore tranquillità finanziaria e ridurrai la possibilità di dover vendere investimenti in momenti inopportuni per finanziare e superare le crisi.

Ecco quattro aree che penso dovresti considerare:

1.      Cancella eventuali debiti costosi

Prima di tutto, cancella eventuali debiti costosi. Le carte di credito o altre forme di credito rapido addebiteranno molti più interessi in un anno di quanto potresti sperare di ottenere in termini di rendimento degli investimenti. Azzera quelli prima! E per lo stesso motivo, non utilizzare mai il credito per finanziare investimenti.

2.      Crea un fondo per i giorni di pioggia

Successivamente, l'importantissimo fondo per i giorni di pioggia. Si verificheranno eventi imprevisti, come la rottura di una caldaia o un tetto danneggiato da una tempesta, o addirittura la prossima pandemia. È qui che i conti di risparmio entrano in gioco in quanto restituiranno un piccolo interesse offrendo un facile accesso ai tuoi soldi con un rischio minimo (beh, fino a €100.000 - il limite della protezione del governo). Come regola generale, hai bisogno di uno fondo compreso tra 3 e 6 mensilità, a seconda delle responsabilità per le quali sei impegnato.

3.      Assicurati dai rischi della vita

Un'area che un consulente finanziario prenderà sempre in considerazione è la copertura rischi della vita, poiché una malattia grave o la morte potrebbero portare a una stretta da incubo sulle finanze della tua famiglia.

Fatti i tuoi due calcoli finanziari calcolando i debiti accumulati da te, come i mutui, e anche i costi di gestione della tua vita.

Le coperture vita pagano una somma forfettaria e sono un buon modo per proteggere intere famiglie così come la copertura per malattie critiche / protezione del reddito paga un reddito mensile in caso di grave malattia o infortunio.

Oggi molte compagnie si stanno muovendo in questa direzione, e tutti i consulenti patrimoniali devono tra i primi step consulenziali, fornire soluzioni a riguardo affinchè non ci siano brutte soprese future.

4.      Scrivi un testamento

L’ultimo punto che consiglio: un testamento è un documento legale che stabilisce esattamente cosa succede alla tua proprietà quando muori. La mancata redazione di un testamento potrebbe comportare la sua condivisione in un modo che non avresti voluto o scelto, e potrebbe portare a maggiori costi in termini di imposta di successione. Pensarci nel presente garantirà un migliore futuro per tutti.


9 chiavi per investire con successo e perché sono più importanti che mai in ambito COVID

Come investitore è molto facile lasciarsi sconcertare dall'onnipresente elenco di preoccupazioni che circondano i mercati di investimento che riguardano l'attività economica, i profitti, i tassi di interesse, la politica, ecc. O dalle perenni previsioni di un imminente crollo. O parlando della prossima cosa migliore che ti renderà ricco.

Il mondo degli investimenti è tutt'altro che prevedibile e ordinato. È noto per risucchiare gli investitori durante i bei tempi e sputarli fuori durante i tempi difficili. Investire è diventato più difficile negli ultimi anni, riflettendo un'impennata nel flusso di informazioni e opinioni. Ciò è stato amplificato dall’avvento dei media digitali in cui tutti sono in lizza per l'attenzione e il modo migliore per ottenere questa attenzione è attraverso i titoli di una crisi imminente. Tutto ciò si aggiunge all'incertezza e alle decisioni di investimento potenzialmente irregolari.

In questo contesto, ho scritto regolarmente nel corso degli anni individuando circa nove cose fondamentali che gli investitori devono tenere a mente per avere successo. Ma come influisce la pandemia di coronavirus su questi? Questa nota esamina ciascuno in vista della pandemia.

1. Sfrutta al massimo il potere dell'interesse composto

Il grafico successivo è uno dei miei preferiti e mostra il valore di un dollaro investito nel 1800 in contanti, oro, obbligazioni e azioni con interessi e dividendi reinvestiti lungo il percorso. Quel dollaro oggi varrebbe $ 0,052 se fosse stato “investito” (lasciato) in contanti.

Ma se fosse stato investito in obbligazioni varrebbe $ 1505 e se fosse assegnato ad azioni varrebbe $ 930.550. Sebbene il rendimento medio delle azioni (6,7% annuo) sia appena il doppio di quello delle obbligazioni (3,5% annuo), la magia di ottenere rendimenti più elevati su lunghi periodi porta a un saldo sostanzialmente più elevato. Lo stesso vale per altri asset di crescita come la proprietà.

Quindi, il modo migliore per creare ricchezza è sfruttare il potere dell'interesse composto e avere una discreta esposizione alle attività di crescita.

Ovviamente, il prezzo per rendimenti più elevati è una maggiore volatilità, ma l'impatto della combinazione di rendimenti più elevati dalle attività di crescita è enorme per lunghi periodi.

La pandemia di coronavirus non fa nulla per cambiare questo, non più di precedenti battute d'arresto come la prima guerra mondiale e l'influenza spagnola, la Grande Depressione, il mercato ribassista del 1973-74, il crollo del 2000 o la GFC. Il crollo dei tassi di interesse e dei rendimenti degli utili significa che i rendimenti osservati negli ultimi 120 anni saranno probabilmente molto inferiori nel prossimo decennio. Ma questo riflette in parte il crollo dell'inflazione (quindi nei rendimenti reali le cose non sono poi così negative).

E senza entrare nelle previsioni, le azioni che offrono un rendimento da dividendo del 3,5% (4,5% con crediti di affrancatura) dovrebbero fornire rendimenti a medio termine superiori e quindi far crescere la ricchezza molto meglio delle obbligazioni dove il rendimento a 10 anni è anche con ritorni annui negativi in area euro.

2. Non fatevi buttare fuori dal ciclo

I mercati degli investimenti attraversano costantemente fasi cicliche di tempi buoni e cattivi. Alcuni sono brevi e taglienti, alcuni possono estendersi per molti anni. Ma tutti alla fine hanno avuto una propria inversione, ad esempio quando le cadute rendono le azioni a buon mercato e i tassi di interesse bassi le aiutano a rimbalzare.

Il problema è che i cicli possono allontanare gli investitori da una strategia di investimento ben congegnata che mira a trarre vantaggio dai rendimenti a lungo termine. Ma creano anche opportunità. Considerato in un contesto a più lungo termine, il tuffo di circa il 35% e quindi il rimbalzo delle azioni associate al coronavirus è stata solo un'altra oscillazione ciclica, anche se si è verificata più velocemente, riflettendo la natura unica dello shock che ha visto un impatto più veloce del normale per le economie e poi più veloce rispetto al normale impiego di stimoli fiscali e allentamento monetario. La chiave era non farsi buttare giù quando i mercati sono precipitati a marzo.

3. Investire a lungo termine

Guardando indietro, sembra sempre ovvio il motivo per cui le cose sono successe. Ma guardando avanti nessuno ha una sfera di cristallo perfetta. Come ha osservato JK Galbraith, "ci sono due tipi di persone che fanno previsioni: quelli che non sanno e quelli che non sanno di non sapere". Di solito, maggiore è la previsione, maggiore è il bisogno di scetticismo, poiché tali chiamate invariabilmente sbagliano il tempismo o sono completamente sbagliate.

Se individuare i mercati giusti fosse facile, i  “pronosticatori” sarebbero mega-ricchi e avrebbero smesso di farlo. In relazione a questo, molti sbagliano lasciando che la fede cieca - ad esempio "c'è troppo debito" - intralci le buone decisioni. Potrebbero avere ragione un giorno, ma un investitore può perdere molti soldi nel frattempo.

Il problema per gli investitori è che sta diventando ancora più difficile poiché il mondo sta diventando più rumoroso. Tutto ciò è stato maggiormente evidente durante la pandemia di coronavirus con tutti i tipi di previsioni su cosa aspettarsi, la maggior parte delle quali ha fornito poco aiuto per capire effettivamente il mercato in basso a marzo per non parlare del rimbalzo.

Data la difficoltà oggettiva di comprendere le mosse del mercato nel breve termine, per la maggior parte degli investitori è meglio creare un piano a lungo termine che si adatti al proprio livello di ricchezza, età, tolleranza alla volatilità, ecc. E attenersi ad esso.

4. Diversificare

Non mettere tutte le uova nello stesso paniere. Avere un portafoglio ben diversificato fornirà una guida molto più fluida. Ad esempio, le azioni globali forniscono rendimenti nel lunghissimo termine. Allo stesso modo, oltre alla geografia sarà più proficuo una diversificazione per asset.

5. Abbassa il rumore

Dopo aver elaborato una strategia giusta per te, è importante ridurre il rumore sul flusso di informazioni e rimanere concentrato. Il problema è che il mondo digitale in cui viviamo sta assistendo a un'esplosione di informazioni e opinioni su economie e investimenti. Ma molte di queste informazioni e opinioni sono di scarsa qualità. Dato che "le cattive notizie si vendono", c'è sempre stata pressione sugli editori per mettere le notizie negative in prima pagina sui giornali, ma si spera che nel resto del giornale ci fosse un po 'di equilibrio.

Ma in un mondo digitale ogni storia può essere tracciata tramite clic, in modo che la pressione per pubblicare titoli sensazionalizzati e spesso cattivi sia amplificata. Quindi clickbait. Questo è diventato driver attraverso la pandemia di coronavirus, con un flusso enormemente aumentato di informazioni economiche e finanziarie. Questo può essere utile, se di qualità, per fornire informazioni tempestive su come sta viaggiando l'economia, ma si aggiunge anche immensamente al flusso di informazioni e spesso è contraddittorio.

Tutto ciò porta a una maggiore incertezza e orizzonti di investimento più brevi che a loro volta possono aumentare il rischio di essere buttati fuori da strategie di investimento ben ponderate.

La chiave è abbassare il volume su tutto questo rumore. Ciò significa soprattutto mantenere la tua strategia di investimento relativamente semplice. Non perdere troppo tempo su singole azioni o fondi poiché è la tua asset allocation di alto livello che guiderà principalmente il rendimento e la volatilità che otterrai.

 Ecco alcuni suggerimenti per ridurre il rumore:

  • Metti le ultime preoccupazioni nel contesto - le economie globali hanno avuto molte preoccupazioni nell'ultimo secolo circa - dalle guerre alle depressioni alle pandemie - e tuttavia i rendimenti degli investimenti a lungo termine sono andati bene
  • Riconoscere che è normale che i mercati oscillino da un estremo all'altro;
  • Concentrati solo su alcuni servizi di notizie affidabili e disattiva tutte le "notifiche" sul tuo dispositivo smart.
  • Non controllare così tanto i tuoi investimenti: su base giornaliera è un lancio di moneta se il mercato azionario aumenterà o diminuirà, ma più a lungo allunghi il tempo tra le osservazioni dei tuoi investimenti, più è probabile che otterrai notizie positive. Vedi il grafico successivo.

6. Compra basso, vendi alto

Più economico si acquista un asset (o maggiore è il suo rendimento), maggiore sarà probabilmente il suo potenziale rendimento e viceversa, a parità di condizioni ovviamente. Quindi, per quanto possibile, ha senso comprare quando i mercati sono in ribasso e vendere quando sono in rialzo. Sfortunatamente, molti fanno il contrario, cioè comprano dopo un grande rally e vendono dopo un crollo ... che ha solo l'effetto di distruggere la ricchezza.

Vendere al punto più basso del panico a marzo non sarebbe stata una buona mossa in quanto avrebbe semplicemente bloccato una perdita - ma, naturalmente, potrebbe essere sembrato facile nel mezzo del panico in quel momento. Ancora una volta abbassa il rumore!

7. Attenti alla folla agli estremi

Spesso ci si sente al sicuro in mezzo alla folla e a volte la folla degli investitori può avere ragione. Tuttavia, agli estremi la folla è invariabilmente sbagliata, che si tratti di massimi di mercato come nel boom tecnologico della fine degli anni '90 o di minimi di mercato come a marzo. Il problema con la folla è che alla fine tutti coloro che vogliono comprare in un boom (o vendere in un ribasso forte) lo faranno e quindi l'unico modo è verso il basso (o verso l'alto dopo il panico della folla).

Come ha detto Warren Buffet, la chiave è "avere paura quando gli altri sono avidi e avidi quando gli altri hanno paura". E il coronavirus non fa nulla per cambiarlo.

8. Concentrarsi sugli investimenti con un flusso di cassa sostenibile

Se sembra poco chiaro, difficile da capire o deve essere basato su oscure misure di valutazione, è meglio starne alla larga. Se un investimento sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo è. Al contrario, è più probabile che le attività che generano flussi di cassa sostenibili (profitti, affitti, interessi) e non si basano su un eccessivo indebitamento o ingegneria finanziaria abbiano successo. Ancora una volta, il colpo del coronavirus non fa nulla per cambiare la situazione.

9. Chiedere consiglio

Date le trappole psicologiche, siamo tutti suscettibili (come la tendenza a reagire in modo eccessivo alle attuali condizioni del mercato degli investimenti o a prestare maggiore attenzione a informazioni e opinioni che confermano le nostre opinioni) e la crescente complessità degli investimenti li rende tutt'altro che facili , quindi un buon approccio è chiedere consiglio tramite un servizio di investimento o un coach come un consulente finanziario, più o meno allo stesso modo in cui potresti avvalerti di uno specialista per prenderti cura delle tue esigenze idrauliche o mediche.

Come con idraulici e medici, vale la pena guardarsi intorno per trovare un servizio o un consulente con cui ti senti a tuo agio e di cui ti puoi fidare.


Volatilità alle porte: suggerimenti per viverla al meglio

Seconda ondata del Covid-19 ed elezioni americane alle porte hanno ributtato i mercati sull’ottovolante della volatilità. Alti e bassi fanno e faranno sempre parte del mondo degli investimenti per questo è bene conoscere tutti gli strumenti migliori per affrontarli. Pic e Pac restano i migliori alleati dell’investitore in ogni stagione del mercato.

Era inizio anno ed i mercati viaggiavano sull’onda di un 2019 di ripresa, con ottime performance ottenute sia degli strumenti obbligazionari che azionari. Vicino ai 1.800 punti, l’unica preoccupazione per lo MSCI WORLD era la prossima Brexit e la diatriba Siria-Usa. Quanti avevano previsto di ritrovarci nella situazione che tutti noi oggi viviamo? Nessuno. Per l’ennesima volta abbiamo la conferma che è meglio evitare previsioni o la ricerca del momento giusto per investire.

Quindi che fare? Meglio preferire strumenti che ci permettono di entrare sui mercati in modo graduale. I Piani di accumulo del capitale, i cosiddetti “Pac”, che permettono agli investitori di versare determinate somme un poco per volta e per un lasso di tempo medio-lungo magari se abbini ad un Piano di investimento di capitali ( Pic ).

PIC e PAC: le performance a confronto

Solitamente se si parla di Pac si parla anche di Pic. Le due soluzioni vanno spesso a braccetto venendo confrontate tra loro. Questo perché rappresentano due distinte scelte finanziarie. Il Pic – Piano di Investimento di Capitale – corrisponde ad un investimento in un’unica soluzione, particolarmente indicato per il risparmiatore che dispone di una certa somma fin da subito. II Pac invece come abbiamo visto consiste nell’investimento di somme nel tempo, con regolarità. Quindi la discriminante tra i due riguarda solo l’esistenza o meno di un capitale iniziale da poter investire? Sì certo, ma la differenza cruciale sta in realtà nella modalità d’investimento: la gradualità d’entrata sul mercato del Pac lo rende più indicato in caso di mercati incerti. Un esempio? Se avessimo investito in un portafoglio azionario a gennaio 2008, durante la crisi dei mutui subprime, oggi, a distanza di anni, il Pac ci avrebbe permesso di guadagnare più rispetto al Pic ma soprattutto ci avrebbe permesso di attenuare la volatilità e quindi lo stress emotivo.

Entrare gradualmente sui mercati è la soluzione migliore per combattere l’emotività
Storicamente cercare di uscire dal mercato nei momenti di discesa per rientrare “al momento giusto” dà la garanzia che si perderanno le migliori opportunità del periodo. Statisticamente i migliori giorni di mercato avvengono durante forti ribassi, e la matematica è ancora più crudele con gli amanti del market timing in un orizzonte temporale di 5 anni, vedendo performance dimezzate e perdite raddoppiate. Ma c’è un modo per evitare a priori emotività ed errato “market timing”, basta puntare su strumenti come i Piani di accumulo del capitale, che in un contesto come quello attuale riescono a:

Negli investimenti di successo quindi più che cogliere il momento giusto o l’azienda che esploderà nei prossimi anni conta il “tempo nel mercato”: cioè quanto rimaniamo investiti.

Facile a dirsi, un po' meno a farlo soprattutto in momenti come l’attuale pandemia: non sappiamo quale sarà l’evoluzione dei contagi e quando tutto questo finirà davvero. Sfortunatamente, abbandonare la nave però aumenterebbe di molto il rischio di “mancare” le migliori giornate sui mercati, danneggiando irreparabilmente la performance dei nostri investimenti. Ed è per questo che quando si adotta una strategia d’investimento conviene seguirla sempre, anche quando sembra che le cose non vadano benissimo. Ecco perché il Pac – ma anche il Pic- che puntano ad avere un orizzonte temporale superiore ai cinque anni, sono tra le soluzioni migliori per combattere gli alti e bassi dei mercati.

Quindi meglio il Pac o il Pic?

La domanda se la pongono in molti. Gli italiani secondo la Covip preferiscono di gran lunga i Pic per far fruttare la capitalizzazione composta da subito. Ma Pic e Pac anche se spesso messi in contrasto tra loro non lo sono affatto: nulla vieta di combinare le due strategie d’investimento. Un grande classico è infatti iniziare a investire con un capitale precedentemente accumulato e poi, mano a mano che si risparmia, investire somme inferiori tramite un PAC.

Morale della favola

Questo il succo:

  • l’evidenza empirica è che i PAC hanno un rischio inferiore ai PIC, soprattutto su archi temporali medi e brevi;
  • il risultato medio atteso è simile (tenete presente che si parla di investimenti, per i quali l’alea ha un ruolo importante);
  • il PAC distoglie l’attenzione dal market timing, aiutando dal punto di vista psicologico l’investitore a mantenere la rotta giusta;
  • il PAC si può tranquillamente combinare con il PIC;
  • bisogna stare attenti ai costi (come sempre);
  • in definitiva è un’ottima strategia che consente di costituire un capitale investendo i risparmi (anche piccoli) con gradualità e poco stress.

Guadagni facili in tempi brevi: mix fatale

Negli anni ’80 Attrazione fatale fu un film che fece scalpore e successo, cosa che non succede quando si viene attratti dal connubio fatto da investimento con alti rendimenti, in pochi giorni e senza alcun rischio.

Soprattutto in periodi di stress per i mercati impazzano ovunque fenomeni che promettono miraggi finanziari con investimenti da sogno, che spesso, se non sempre fanno vivere incubi ai malcapitati a volte anche illustri.

E’ di fine agosto notizia che Antonio Conte, allenatore dell’Inter, sta cercando di recuperare circa 30 milioni di euro che aveva investito con un broker italiano in Inghilterra, e ce ne sono altri tutti accomunati dai stessi sistemi e prodotti utilizzati.

Azioni, forex e criptovalute

Gli strumenti finanziari più proposti sono i titoli azionari, le valute e le modernissime criptovalute (bitcoin e simili) attraverso sistemi che promettono sempre grandi guadagni, sicuri e a volte anche senza rischio.

Ma attenzione, la mia non è una critica contro i 3 strumenti, anzi. Come ogni cosa di questo mondo è l’utilizzo che ne fa la differenza.

Il contesto e l’attrazione fatale dell’impossibile

Il mondo economico che caratterizza l’ultimo quinquennio ha dato un bel colpo alle certezze che guidavano le scelte di investimento di genitori e nonni. I concetti di Rendimento garantito, obbligazioni sicure e redditizie sono stati abbattuti da rendimenti garantiti molto bassi, nulli o addirittura negativi. Qui si insinua la tentazione nel provare l’offerta “imperdibile” e approfondire quella mail o telefonata che attrae con il fascino del lauto guadagno in tempi brevi.  

Oggi il tempo breve non da rendimenti

La recente scadenza dei Bot (titolo di stato italiano ad un anno) a Marzo 2020 ha visto proporre un rendimento dello 0,07% a scadenza e sono ancora peggiori i rendimenti proposti da Stati più solidi come la Germania. Ma quanti valutano partendo da queste conoscenze?

Troppo pochi, visto che sono tante se non troppe le persone che ogni giorno incappano in investimenti pericolosi come quelli proposti a Conte.

Il perchè? La risposta sta nella mancanza di una adeguata cultura finanziaria.

Per costruire una casa si parte dalle fondamenta, per iniziare a leggere e scrivere dalla conoscenza dell’alfabeto, nella stessa maniera, per investire e farlo in modo consapevole è fondamentale conoscere la base della finanza.

NON ESISTONO PASTI GRATIS IN FINANZA, non esiste quindi rendimento senza rischio.

Rischio e rendimento sono i due ingranaggi cardine delle performance negli investimenti e combaciano sempre alla perfezione.

Ti ricordi il rendimento del Bot?

La cultura finanziaria va quindi formata e coltivata costantemente, anche attraverso le giuste fonti.

Non amici e parenti, ma siti istituzionali e professionisti riconosciuti, qualificati e presenti su territorio e in rete.

La mia ambizione con questo articolo e l’attività personale, attraverso Moneycontroller e i miei social media, è proprio quella di divulgare in maniera semplice cultura finanziaria fornendo un punto di riferimento super partes e sempre lato investitore.

L’esperienza annuale nel settore mi ha fatto rafforzare la convinzione che la ricetta per un piano finanziario vincente si componga di 3 fattori:

  • Eccellenti strumenti finanziari;
  • Un ottimo consulente finanziario;
  • Un Investitore Intelligente.

I primi due, non scontati, sono insufficienti da soli perché investire è un gioco a 3.

Serve un consulente che proponga un valido processo di investimento, servono soluzione di investimento che siano le migliori che il mercato metta a disposizione ma soprattutto serve la condivisione ATTIVA di tutto con un Investitore consapevole che abbia chiari gli obiettivi, conosca i tempi di realizzo, i rischi assunti ed i costi sostenuti.

L’Investitore Intelligente è così parte proattiva del proprio piano finanziario, è parte integrante del metodo di investimento è non più comparsa ma protagonista.

Consulente ed investitore devono quindi viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda per tutto il percorso d’investimento, poi i risultati arriveranno da soli.


Il giusto approccio al “mattone” come investimento

Investire negli immobili è una delle prerogative di della cultura italiana, ma spesso si eccede dimenticando di considerare il mercato immobiliare esattamente come tutti gli altri strumenti finanziari. Approfondiamo i  fattori positivi e le criticità come per qualsiasi altro investimento.

5 fattori da considerare sempre

 I fattori più importanti da esaminare per investire in immobili sono almeno cinque:

  1. la valutazione degli immobili a rivalutarsi nel tempo
  2.  le tasse e le imposte
  3.  la locazione
  4.  la manutenzione
  5. l’illiquidità dell’investimento.

Nel patrimonio e nella gestione dello stesso diventa essenziale detenere un atteggiamento lungimirante che consideri un’ampia diversificazione degli investimenti tra molteplici strumenti finanziari, in modo da ripartire i pericoli evitando una eccessiva concentrazione in un settore o in una asset class. Allo steso modo avere grandi concentrazioni patrimoniali in immobili può sbilanciare in maniera preoccupante il portafoglio patrimoniale verso i rischi di una sola asset class.

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Il grafico sopra prende in esame gli indici immobiliari dal 2005 ad oggi sia a livello di prezzo che di numerosità delle compravendite. Investire in immobili viene da sempre considerato un atteggiamento sicuro e stabile nella mente dell’italiano ma i numeri non dicono ciò.
Negli ultimi 15 anni il valore di un immobile in Italia è sceso in media del 10%: tenuto conto anche dell’effetto dell’inflazione, la perdita di potere d’acquisto di un investimento in immobili nel nostro paese è ammontata dal 2005 a oggi a circa il 26%.

L’immobile è si sempre restato la, facilitando alla nostra mentre l’associazione a qualcosa di solido ma poi bisogna fare i conti con il mercato e riaffacciarsi alla realtà dei fatti.

Immobili ed azioni nel tempo

Uno studio del 2017 della Federal Reserve Bank of San Francisco (“The Rate of Return on Everything, 1870–2015”) che ha analizzato i tassi di rendimento reali delle attività finanziarie e immobiliari, dal 1870 al 2015, in 16 paesi del mondo conferma come nel lunghissimo termine, l’investimento in immobili si dimostra meno remunerativo rispetto alle azioni.

Come si può leggere nella tabella seguente,  risulta che in Italia dal 1950 al 2015, il rendimento medio annuo reale delle azioni si sia attestato nel nostro paese al 6,18% contro il 5,55% di quello dell’immobiliare, mentre dal 1980 al 2015 il mercato azionario si è apprezzato in media del 9,45% contro il 4,57% dell’immobiliare.

TASSO DI RENDIMENTO REALE DEL MERCATO AZIONARIO E DI QUELLO IMMOBILIARE

Paese Dal 1950 Dal 1980
Azioni Immobiliare Azioni Immobiliare
Australia 7,57 8,29 8,78 7,16
Belgio 9,65 8,14 11,49 7,20
Danimarca 9,33 7,04 12,57 5,14
Finlandia 12,81 11,18 16,17 9,47
Francia 6,38 10,38 11,07 6,39
Germania 7,52 5,29 10,06 4,12
Italia 6,18 5,55 9,45 4,57
Giappone 6,32 6,74 5,79 3,58
Olanda 9,41 8,53 11,90 6,41
Norvegia 7,08 9,10 11,76 9,81
Portogallo 4,70 6,01 8,34 7,15
Spagna 7,11 5,83 11,00 4,62
Svezia 11,30 8,94 15,74 9,00
Svizzera 8,73 5,64 10,06 6,19
Regno Unito 9,22 6,57 9,34 6,81
USA 8,75 5,62 9,09 5,66
Media non ponderata 8,24 7,46 10,68 6,42
Media ponderata 8,13 6,34 8,98 5,39

Nota: media dei rendimenti reali annuali. Federal Reserve Bank of San Francisco (“The Rate of Return on Everything, 1870-2015”)

Ad aggravare i rendimenti degli immobili, non conteggiati nella tabella, ci sarebbe anche altri due fattori variabili:

  • Tasse e imposte
    Se al momento la prima casa resta immune ai trattamenti fiscali, nel caso degli altri immobili il peso di IMU, tasse locali di vario genere, spese condominiali, pagamenti delle utenze domestiche è tutt’altro che trascurabile. In prospettiva, tenendo conto che le seconde case vengono considerate un bene ‘non di prima necessità’, non è affatto escluso che la scure del fisco nazionale e comunale non ricada ancora sugli immobili non prima casa. In tutti i casi, per chi acquista un immobile per affittarlo, le problematiche non mancano. Oltre alle tasse e alle imposte va considerato che il mercato degli affitti in Italia non si è ancora ripreso dalla grande crisi del 2008-2009. Esistono vaste aree dove l’offerta supera di gran lungo la domanda mentre dove avviene il contrario, i prezzi hanno raggiunto quotazioni al mq esagerate. Ad ogni modo, si stima che le diverse voci di tasse, imposte e spese arrivino ad incidere tra il 40% e il 50% del canone di affitto. Inoltre, emerge un elevato tasso di morosità da parte degli inquilini a cui non sempre i proprietari degli immobili possono opporsi per tutelare i propri diritti.
  • Le spese di manutenzione e l’illiquidità dell’investimento
    Per tenere in ordine un appartamento il proprietario deve intervenire in modo frequente sia per preservare il valore commerciale dell’immobile (facciata della casa, imbiancatura, tubature, infiltrazioni ecc.) e sia per rispettare le norme statali e locali, peraltro in continua evoluzione anno dopo anno.

Infine, ma non certo per importanza, va ricordato come la natura degli investimenti immobiliari sia poco liquida. Per vendere la propria casa, soprattutto a un prezzo ragionevole, serve aspettare a volte diversi mesi. Vanno poi aggiunti anche gli eventuali costi di intermediazione che sono abbastanza elevati. L’illiquidità del mercato immobiliare rappresenta un fattore di rischio: chi si trovasse costretto a vendere in poco tempo potrebbe essere portato ad accettare offerte inferiori ai costi sostenuti in partenza, ottenendo una perdita dal proprio investimento. Meglio un’asset allocation con un’ampia diversificazione finanziaria
Alla luce di tutte queste considerazioni con la sola doverosa eccezione della prima casa, per la quale entrano in gioco aspetti personali che possono stravolgere qualsiasi valutazione strettamente economica, è evidente come risulti più efficace una opportuna diversificazione finanziaria. Se si possiede già una prima casa, è sconsigliabile dedicare tutti i risparmi (o gran parte di essi) al settore immobiliare in modo da ridurre notevolmente il rischio del portafoglio complessivo. Un atteggiamento lungimirante è quello di pianificare un’asset allocation che consideri un’ampia diversificazione degli investimenti tra molteplici strumenti finanziari, tra cui una parte che rappresenti pure il real estate globale


Uno sguardo al passato per diventare investitori intelligenti del futuro

Siamo alla conclusione del mese di Maggio ed a 60 giorni dall’inizio del mercato più sorprendente dal dopo guerra. Dal più ripido mercato orso della storia all’eccezionalità di un mercato toro all’interno. Ma come ogni crisi, si possono celare delle grandi opportunità per tutti gli investitori con il giusto pelo sullo stomaco. Gli investitori che trovano il coraggio e la convinzione di attenersi ai loro piani a lungo termine sono spesso ricompensati dal rimbalzo dei mercati.
Per aiutarti a mettere nella giusta prospettiva i mercati recenti, andiamo a concentrarci su tre fatti classici sui recuperi storici del mercato ed anche su  tre errori che potrebbero costare cari ad ogni investitore sprovveduto.

3 punti sui recuperi di mercato

n. 1: i recuperi sono stati molto più lunghi e più forti delle flessioni

La buona notizia è che i mercati al ribasso sono stati relativamente brevi rispetto ai recuperi. Infatti, mentre nel bel mezzo della tormenta finanziaria può sembrare durino per sempre, in realtà le flessioni di mercato sono molto meno impattanti rispetto all’impeto a lungo termine dei mercati rialzisti.

Sebbene ogni declino del mercato sia unico, negli Stati Uniti, il mercato orso medio dal 1950 è durato 14 mesi. Il mercato toro medio è stato più di cinque volte più lungo.

La differenza nei rendimenti è stata altrettanto drammatica. Anche se il mercato toro medio ha registrato un guadagno  del 279%, i recuperi non sono sempre così semplici. Gli investitori, infatti, devono spesso resistere a titoli spaventosi, significativa volatilità del mercato e ulteriori riduzioni azionarie lungo la strada. Ma gli investitori che rimangono concentrati sul lungo termine sono spesso meglio attrezzati per guardare oltre il rumore e attenersi al loro piano.

 

n. 2: dopo forti cali, i mercati si sono ripresi rapidamente

Naturalmente, non sappiamo esattamente come sarà la prossima ripresa, ma la storia ci mostra che le azioni si sono spesso riprese vigorosamente a seguito di forti ribassi. Analizzando le 18 maggiori flessioni del mercato USA dalla Grande Depressione ad oggi in ogni caso lo S & P 500 era più alto cinque anni dopo. I rendimenti in questi periodi di cinque anni sono stati in media superiori al 18% all'anno.

I rendimenti sono stati spesso più forti dopo i ribassi più ripidi, riprendendosi rapidamente dai bottom del mercato. Il primo anno successivo ai cinque maggiori mercati ribassisti negli ultimi 90 anni ha registrato una media del 71%, sottolineando l'importanza di rimanere investiti ed evitare l'impulso di abbandonare le azioni durante la volatilità del mercato.

n. 3: alcune delle aziende più influenti del mondo sono nate durante le riprese di mercato

Molte aziende hanno iniziato in periodi di crisi economica e sono diventate nomi familiari.

Per evidenziarne solo alcune nel mercato statunitense: McDonald's è emerso nel 1948 a seguito di una recessione causata dalla smobilitazione del governo USA da un'economia di guerra. Walmart arrivò 14 anni dopo, all'epoca del "Flash Crash del 1962" - un periodo in cui l'indice S&P 500 diminuì di oltre il 22%. Airbus, Microsoft e Starbucks furono fondati durante l'era della stagflazione degli anni '70, un decennio caratterizzato da due recessioni e uno dei peggiori mercati orso della storia degli Stati Uniti. Non molto tempo dopo, Steve Jobs entrò nel suo garage e fondò una piccola azienda di computer chiamata Apple.

La storia ha dimostrato che le aziende forti trovano il modo di sopravvivere e persino prosperare quando i tempi sono difficili. Quelli che possono adattarsi a condizioni difficili e diventare più forti spesso fanno investimenti interessanti a lungo termine.

3 errori che gli investitori dovrebbero evitare

Errore n. 1: provare a cronometrare i mercati

È il tempo, non il tempismo, che conta negli investimenti. Portare i tuoi soldi fuori dal mercato in discesa significa che se non torni al momento giusto, non puoi sfruttare appieno il beneficio di una ripresa.

Prendi in considerazione un esempio di ipotetico investitore che ha venduto titoli durante la recessione del mercato statunitense del 2008-2009, e poi ha cercato di cronometrare il mercato, saltando dentro quando ha mostrato segni di miglioramento. Perdere anche i 10 migliori giorni della ripresa avrebbe danneggiato significativamente i risultati a lungo termine dell'investitore - e più i giorni "buoni" mancano, più la perdita è ripida.

Gli investitori che sono più titubanti nel investire tutto il capitale in una volta devono considerare strumenti come piani di accumulo o adottare un planning di ingressi concordati con il consulente per avere maggiore stabilità nei mercati volatili.

Errore n. 2: supporre che le informazioni negative di oggi identifichino  un brutto momento per l’investimento

Le sfide economiche e geopolitiche odierne possono sembrare senza precedenti, ma uno sguardo alla storia mostra che ci sono sempre stati motivi per non investire. Nonostante i titoli negativi, la tendenza a lungo termine del mercato è sempre stata al rialzo.

Prendi in considerazione un investimento nello S & P 500 nel giorno in cui Pearl Harbor fu bombardata nel 1941. Qualcuno che rimase investito per i successivi 10 anni avrebbe avuto in media un rendimento annuo del 16%. Allo stesso modo, un investimento di $ 10.000 nell'indice S&P 500 nel giorno in cui Lehman Brothers ha dichiarato il fallimento nel 2008 sarebbe cresciuto a oltre $ 30.000 10 anni dopo. La storia ha fornito numerosi esempi come questi.

Grandi opportunità di investimento emergono spesso quando gli investitori si sentono più pessimisti. L'epidemia di coronavirus può essere diversa da qualsiasi cosa abbiamo affrontato prima, ma l'incertezza non è una novità per il mercato, che continua a essere resistente nel tempo.

Errore n. 3: concentrarsi troppo sul breve termine

La volatilità del mercato è particolarmente scomoda quando ci si concentra su alti e bassi a breve termine. Invece, diventa digeribile se si estende l’ orizzonte temporale concentrandosi sulla crescita a lungo termine degli investimenti e sui progressi fatti verso obiettivi iniziali.

Considera la tabella seguente che mostra prospettive contrastanti dello stesso ipotetico investimento. La visione a breve termine è quella che molti investitori hanno dei loro portafogli: tracciare i rendimenti in brevi periodi di tempo. La visione a lungo termine traccia lo stesso investimento esatto nello stesso periodo, ma mostra invece una variazione annuale del valore del portafoglio investito. Con questa prospettiva, le fluttuazioni a breve termine del primo grafico si sono attenuate nel tempo e l'immagine di un portafoglio in crescita diventa più chiara.

Ricorda che i mercati orso non durano per sempre. Mantenere una prospettiva a lungo termine può aiutare a mantenere gli investitori concentrati sugli obiettivi che contano di più.

Abbiamo visto e fatto alcune considerazioni sul passato per essere investitori intelligenti nel futuro quindi ora ti resta da fare solo un ultimo passo:

Prepara il tuo portafoglio per la prossima ripresa del mercato