Quali paesi attraggono i lavoratori più qualificati?
Ogni tanto parlando di Italia e giovani, si affronta l'argomento "Fuga di cervelli all'estero". Le possibilità lavorative di crescita, ambienti più stimolanti e maggior riconoscimento del talento sono le principali cause di questa perdita di qualità.
Per le aziende più innovative del mondo, l'obiettivo dichiarato di attrarre i migliori talenti non è semplicemente un mantra delle risorse umane: è una questione di sopravvivenza.
Sia che parliamo di un gigante come Google che cerca costantemente di aggiungere ingegneri di livello mondiale o stiamo parlando di una startup che ha bisogno di un visionario per plasmare prodotti del futuro, le aziende innovative richiedono l'accesso a lavoratori altamente qualificati per rimanere prima della loro concorrenza.
La ricerca globale per il talento
Non c'è dubbio che le migliori aziende faranno di tutto per mettere in campo lavoratori altamente qualificati, anche se devono guardare a livello internazionale per trovare il meglio del meglio.
Tuttavia, parte di questo processo di assunzione non è necessariamente sotto il loro controllo. La realtà è che gli stessi paesi hanno politiche diverse che influenzano la facilità con cui attirare le persone, educarle e svilupparle e trattenere i migliori lavoratori - e questi fattori possono potenziare o minare gli sforzi di reclutamento di talenti.
L'infografica di oggi proviene da KDM Engineering e raggruppa i primi 25 paesi per attrattiva di lavoratori altamente qualificati.
Se attrarre le persone migliori non è già abbastanza difficile, c'è un altro fattore che può complicare le cose: a volte le persone migliori non si trovano localmente o addirittura a livello nazionale.
Per le migliori aziende, il reclutamento è un gioco globale - ed è parzialmente guidato dalle politiche dei governi e dalla qualità della vita all'interno dei confini dei loro paesi.
Principali paesi per attrarre lavoratori altamente qualificati
Utilizzando i dati delle Nazioni Unite e il Global Talent Competitive Index, ecco i primi 10 paesi migliori per attrarre e trattenere lavoratori altamente qualificati.
Sono ordinati per classifica generale, ma vengono visualizzati anche i loro ranghi della sottocategoria:
Punteggio generale | Nazione | Abilitare | Attirare | Crescere | conservare | migranti |
---|---|---|---|---|---|---|
# 1 | Svizzera | # 2 | # 5 | # 5 | # 1 | 2.438.702 |
# 2 | Singapore | # 1 | # 1 | # 13 | # 7 | 2.543.638 |
# 3 | Regno Unito | # 8 | # 11 | # 7 | # 5 | 8.543.120 |
# 4 | stati Uniti | # 11 | # 16 | # 2 | # 8 | 46.627.102 |
# 5 | Svezia | # 9 | # 13 | # 8 | # 4 | 1.639.771 |
# 6 | Australia | # 17 | # 6 | # 9 | # 14 | 6.763.663 |
# 7 | Lussemburgo | # 21 | # 2 | # 17 | # 3 | 249.325 |
# 8 | Danimarca | # 3 | # 15 | # 3 | # 15 | 572.520 |
# 9 | Finlandia | # 6 | # 21 | # 4 | # 9 | 315.881 |
# 10 | Norvegia | # 13 | # 14 | # 10 | # 2 | 741.813 |
I ranghi della sottocategoria sono definiti come segue:
- Abilita: stato degli scenari normativi e di mercato nel paese
- Attrazione: capacità di attrarre aziende e persone con le competenze necessarie
- Crescita: capacità di offrire un'istruzione di alta qualità, l'apprendistato e la formazione
- Mantieni: indica la qualità della vita nel paese
Secondo i dati, la Svizzera (n. 1) e Singapore (n. 2) sono i due paesi migliori per il raggiungimento e il mantenimento di lavoratori altamente qualificati.
Mentre gli ambienti normativi in entrambi questi paesi sono noti per reputazione, forse la cosa più sorprendente è che Singapore ottiene il primo posto nella sottocategoria "Attract", mentre la Svizzera è il paese numero 1 per il mantenimento di talenti basato sulla qualità della vita .
Un altro punto dati che si distingue?
Gli Stati Uniti hanno una popolazione migrante totale più elevata (46,6 milioni) rispetto a tutti i paesi della lista dei 10 migliori classificati. Non sorprende che la massiccia economia statunitense abbia anche un alto rango nella categoria "Grow", che rappresenta le opportunità disponibili per portare i lavoratori altamente qualificati a un livello superiore attraverso l'istruzione e la formazione.
E l'Italia?
Noi abbiamo il problema opposto, ossia i NEET, ossia persone non impegnate nello studio, né nel lavoro né nella formazione.
Come i Mega trend influenzano il futuro del mercato
Nell'ultimo biennio si è sentito parlare sempre più di mega trend di crescita globale come idee di investimento alternative alle classiche soluzioni finanziarie.Vediamo insieme come potranno incidere nel mercato del futuro.
È difficile dire con certezza cosa riserva il futuro, e come dico sempre nessuno ha la sfera di cristallo.
Perciò, è compito degli addetti ai lavori trovare opportunità analizzando il mercato. C'è solo un problema: la frenesia delle informazioni di oggi rende complesso la scrematura con il "rumore", ovvero quelle notizie e dati poco attendibili.
Dove dovrebbe concentrarsi l'attenzione di un investitore, quando si prevede che quasi ogni nuova impresa sarà la prossima grande novità?
La potente influenza delle macro tendenze o mega trend
L'infografica di oggi ci viene fornita da US Global Investors mostra come poter analizzare le tendenze macroeconomiche fornendo uno strumento adatto per le future scelte di investimento.
Vediamo i vari punti insieme.
Due principali approcci di investimento
Quando si selezionano gli stock, molti investitori rientrano in uno dei due campi:
1. Investimenti top-down
- Analizzare le tendenze macroeconomiche.
- Identificare settori e regioni specifici.
- Scegliere singoli titoli in base ai fondamentali dell'azienda.
Considerando l'invecchiamento della popolazione cinese, un investitore top-down può scegliere di investire in titoli sanitari cinesi.
2. Investimenti dal basso verso l'alto o bottom-up
- Completa analisi approfondite dell'azienda.
- Selezione di uno stock che superi gli altri nel suo settore.
Un investitore bottom-up potrebbe analizzare Home Depot e scegliere di investire se avesse una performance forte rispetto a quella di Lowe.
Questi approcci possono essere usati separatamente o anche combinati insieme.
Cos'è una tendenza macro?
Una tendenza macro è uno spostamento direzionale a lungo termine che colpisce una grande popolazione, spesso su scala globale. Ad esempio, il cambiamento climatico sta influenzando le industrie sia in termini positivi che negativi. Mentre le industrie "verdi" hanno visto un maggiore sostegno, le stazioni sciistiche prevedono di avere il 50% di stagioni invernali più brevi entro il 2050.
Esistono due modi principali per identificare i trend macro:
- Politica del governo
Le politiche del governo sono un precursore del cambiamento, che modellano le tendenze macro e creano opportunità. Ad esempio, il Recovery Act di Obama ha alimentato la crescita delle energie rinnovabili con un investimento di $ 90 miliardi. - Cicli economici
La natura ciclica dell'economia significa che gli investitori possono anche utilizzare la cronologia per identificare i macro trend. Considerariamo la politica fiscale e monetaria, che viene attuata in risposta ai dati economici:- Economia in espansione
La banca centrale aumenta i tassi e il governo riduce gli stimoli fiscali. Di conseguenza, l'inflazione è moderata. - Economia in contrazione
La banca centrale abbassa i tassi e il governo aumenta gli stimoli fiscali. Di conseguenza, la crescita è stimolata.
- Economia in espansione
Scoperta del valore a lungo termine
Le macro tendenze sono uno strumento chiave per scoprire opportunità di mercato a lungo termine. Sono utili perché sono:
- Unbiased e guidate dai dati
- Non influenzate dai titoli quotidiani
- Tendono ad evitare industrie di nicchia più rischiose
- Possono essere diversificate per settori e regioni
Attualmente ci sono molte tendenze macro in gioco. Ad esempio, la radicale riforma fiscale e la deregolamentazione di Trump hanno stimolato l'economia statunitense, portando la crescita del PIL a un massimo di 13 anni superiore al 3% nel terzo trimestre del 2018.
Tuttavia, non tutti sono vincitori. Le ridotte imposte americane hanno reso il Canada meno competitivo. Si stima che il 4,9% del PIL canadese sia a rischio a causa degli effetti a catena della riforma fiscale statunitense. Inoltre, i regolatori temono che le deregolamentazioni bancarie possano mettere a rischio il sistema finanziario.
Le proposte in esame ... indeboliscono i buffer che sono fondamentali per la resilienza del nostro sistema.
- Lael Brainard, membro del Consiglio di amministrazione della Federal Reserve
Quindi, come fanno gli investitori a scremare questa vastità di informazioni in un futuro di ricchezza?
Individuare la prossima ondata
Nel mondo iperconnesso di oggi, è facile perdersi nel sovraccarico di dati. Pensare a un quadro più ampio consente agli investitori di concentrarsi su tendenze che:
- Hanno una visione a lungo termine
- Influiscono su una grande popolazione
- Creano una visione più chiara del futuro
Quindi, un investitore può rivolgersi alle regioni e ai settori più promettenti . Se utilizzato in modo efficace, questo approccio permette agli addetti ai lavori di proporre una soluzione di investimento ai risparmiatori adatta al lungo periodo, asettica dalle tempeste mediatiche giornaliere ma soprattutto maggiormente immune dalla nociva emotività.
Quanto dovresti risparmiare per ogni fascia d'età?
L'ingresso nel mondo lavorativo slitta sempre più in avanti per i giovani di oggi, ed al contempo anche la possibilità di iniziare a risparmiare. Vediamo quanto è il risparmio ideale per ogni fascia di età.
Statisticamente, gli italiani NON sono grandi risparmiatori: questo è dovuto alla scarsa considerazione che diamo oggi al futuro, al fatto di non avere una visione a lungo termine.
Tutta colpa del "presentismo", per cui ci ostineremmo a tenere in considerazione solo il presente. Su un campione di 1.500 investitori di diverse fasce d'età, è emerso:
- 2 persone su 10, associano il futuro ad un periodo inferiore ad 1 anno;
- 6 su 10, non lo considerano oltre i 5 anni;
- solo 1 persona su 10 del campione, interpreta il futuro come un periodo più lungo di 10 anni.
Questi dati non servono a farti sentire in colpa se rientri in questo campione, ma a farti rivalutare la tua situazione il prima possibile, prima che sia troppo tardi: è importante che inizi a risparmiare ciò che puoi, anche piccole somme, non appena ne hai la possibilità.
Prima cominci ad accumulare e mettere da parte i tuoi soldi, prima riuscirai a costruire un "cuscinetto" che ti riparerà da qualunque possibile imprevisto futuro.
Per stimolare l'idea di diventare risparmiatore, ho provato a calcolare quanto dovresti aver risparmiato in certe fasce d'età, ed evitare di rientrare nello stereotipo del cattivo risparmiatore.
Quanto dovresti avere da parte a 20 anni
Siamo all'inizio del tuo cammino da risparmiatore: potresti aver appena iniziato a lavorare o essere ancora all'università, in attesa di laurearti.
Nessuno si aspetta che tu abbia già accumulato un gran patrimonio, a questa età; è però importante che tu abbia iniziato a familiarizzare con il concetto di risparmio, sia per avere un cuscinetto finanziario per gli imprevisti, sia per la tua pensione.
La cosa bella dell'interesse composto è che prima inizi a risparmiare e investire, più i tuoi soldi lieviteranno prima della pensione. Inizia mettendo da parte un po' per volta, anche piccole cifre: automatizza le tue tranches di risparmio, inizia con ciò che puoi permetterti e fai crescere l'importo nel corso del tempo.
Chi inizia è a metà dell'opera, ma devi iniziare!
Quanto dovresti avere da parte a 30 anni
Qui, i pareri sono discordanti: potrebbe capitare di sentirti dire che dovresti aver messo da parte un importo equivalente alla metà o al totale di un tuo stipendio annuale (questo significa che, se guadagni 20.000 euro all'anno, dovresti avere da parte tra i 10.000 ed i 20.000 euro).
Se non ti ci ritrovi affatto, ma vorresti comunque capovolgere la tua situazione finanziaria attuale, allora inizia fissarti da subito obiettivi per i tuoi risparmi, da raggiungere alla grande con l'energia dei 30 anni.
Quanto dovresti avere da parte a 40 anni
Lo stipendio medio di un quarantenne con lavoro impiegatizio, si aggira intorno ai 30.000 euro all'anno: la regola, se hai raggiunto i quarant'anni, è che dovresti aver messo da parte un importo pari a tre volte il tuo stipendio annuale.
Questi dati ti preoccupano? Sappi che non sei solo. Cogli però l'occasione per riflettere sul fatto che non è mai troppo tardi per iniziare ad investire i tuoi soldi, e far crescere il tuo capitale iniziale nel corso del tempo.
Quanto dovresti avere da parte a 50 anni
A cinquant'anni dovresti aver risparmiato un importo pari a quattro volte il tuo stipendio annuale.
In realtà, l'importo è più alto se penso alla pensione e a quanto dovresti aver messo da parte per una vecchiaia serena: non lo dico per spaventarti, ma per darti una stima su cui basarti - visto che sei ancora in tempo!
E adesso?
Ricorda che questi numeri sono soltanto linee guida. Se non riflettono la tua attuale situazione, non farti prendere dal panico! Ogni caso è diverso e ognuno di noi ha le proprie abitudini quotidiane e le proprie esigenze dal punto di vista finanziario.
Ciò che devi tenere a mente, invece, è che dovresti iniziare a risparmiare il prima possibile (idealmente tra il 10% ed il 15% delle tue entrate annuali), così come dovresti iniziare ad investire quei risparmi attraverso opzioni d'investimento ben ponderate.
La chiave è, come avrai capito, il tempo: più i tuoi soldi ne hanno davanti per crescere, più sarà il rendimento potenziale sul tuo capitale.
Millennials denaro e risparmio
Sono nati tra i primi anni ottanta e fine novanta, i Millennials rappresentano la nuova classe produttrice. Vediamo dieci interessanti spunti per capire il loro rapporto con il denaro ed il risparmio.
Per la mia generazione nata tra il 1981 ed il 1999, la strada verso la sicurezza finanziaria è stata, ed è, parecchio accidentata: ci si riferisce spesso a loro come alla generazione più sfortunata e alcune statistiche ci mostrano in quale posizione si trovino oggi e come appaia il loro scenario finanziario al momento.
1. Il 52% dei Millennials investe spesso o sempre in fondi sostenibili
Gli investimenti sostenibili SRI (a cui ci si riferisce talvolta con "investimenti responsabili") fanno parte di una scuola di pensiero che considera i temi ambientali, sociali ed etici una potenziale fonte di rendimento e allo stesso tempo di grande impatto sociale, naturalmente in positivo.
In un report del 2017 di Schroders viene evidenziato che i Millennials sono più consapevoli ed informati sui fondi d'investimento sostenibili rispetto alla Generazione X ed ai Baby Boomers: hanno infatti il doppio delle probabilità (il 10%) di identificare correttamente tutte e tre le descrizioni di investimenti sostenibili rispetto ai Baby Boomers (5%).
Si è anche scoperto che in Europa la popolazione peggio informata è quella del Regno Unito, in cui il 14% non sa che cosa sia un fondo d'investimento sostenibile.
2. Il potere d'acquisto globale dei Millennials è destinato a superare quello della Generazione X nel 2020
I Millennials stanno per superare la Generazione X per maggiore potere d'acquisto globale, in termini di generazione, e questo accadrà entro il 2020. I Millennials sono destinati a guadagnare una media di 1,4 trilioni di dollari (globalmente) all'anno entro questa data.
Visto che la Generazione X inizierà a raggiungere l'età pensionabile nei prossimi quindici-vent'anni, il loro reddito ed il loro potere d'acquisto cominceranno infatti a calare significativamente.
3. I Millennials europei amano la tecnologia
Un sondaggio condotto da Vocalink ha scoperto che il 71% dei Millennials italiani ammettono di non poter vivere senza smartphone, ed il 10% di loro utilizza i sistemi di pagamento da cellulare quotidianamente, per cibo e bevande, per i pasti fuori casa e per le uscite, e l'11% per il tempo libero, ad esempio per andare al cinema, ad un concerto o a vedere una partita.
Inoltre, i Millennials sembrano pronti all'utilizzo di sistemi tecnologicamente avanzati che li assistano con le loro finanze o con i pagamenti da cellulare, visto il 42% dei Millennials inglesi e tedeschi accetterebbe di usare sistemi ottici di riconoscimento per la verifica delle transazioni.
4. I Millennials trovano che gli imprenditori abbiano un impatto più positivo dei leader religiosi o politici
È un fattore probabilmente collegato al declino della religione organizzata in Europa e alla disillusione originata dal crollo del 2008 il fatto che la generazione dei Millennials non stia più guardando a leader morali tradizionali come capaci di un impatto sociale positivo.
I Millennials guarderebbero invece alle imprese come luogo d'elezione di una trasformazione verso modelli di business etici e per dare l'avvio ad un cambiamento sociale positivo: è dagli imprenditori che si aspettano insomma una posizione più decisa a riguardo.
5. Meno del 30% della ricchezza dei Millennials è nelle azioni
In quanto generazione che ha raggiunto la maggiore età nel clima del dopo 2008, i Millennials sono più cauti nell'investire il proprio patrimonio in azioni: sono più scettici nei confronti di un mercato che hanno già visto crollare e un'indagine di Deloitte ha rilevato che privilegiano attivi materiali, oltre alla liquidità; in generale, sono alla ricerca di strumenti semplici e di facile comprensione.
Sul lungo termine, ci sarà bisogno di compensare in qualche modo l'avversione al rischio di questa generazione.
Un'opera di educazione finanziaria mirata e con i canali giusti può essere la soluzione.
6. Un Millennial inglese su tre potrebbe non avere mai una casa di proprietà
Un'indagine della Resolution Foundation ha scoperto che un Millennial su tre potrebbe non avere mai una casa di proprietà, e così, dal momento che i Millennial stanno raggiungendo l'età in cui iniziano ad avere bambini, ci troviamo di fronte ad una generazione di bambini cresciuta in alloggi in affitto, in un clima di insicurezza e di breve termine.
Non sono di certo da soli in Europa, dato che statistiche recenti mostrano che in Italia addirittura il 67% degli italiani tra i 18 e i 34 anni vivono ancora a casa con i genitori.
7. I Millennials sono la prima generazione moderna ad essere in condizioni peggiori dei propri genitori
Un'analisi recente del Luxembourg Income Study ha scoperto che i redditi di coloro che hanno tra i 25 ed i 29 anni hanno registrato una stagnazione tra gli anni settanta e gli ottanta, se messi a confronto con le entrate delle persone più anziane, che sono invece aumentate.
Per esempio, in Italia, i redditi per il gruppo di età che va tra i 25 e i 29 anni sono cresciuti del 19% in meno della media nazionale tra il 1986 ed il 2010, il che significa che, in termini reali, le persone più giovani non hanno migliorato il proprio status rispetto al 1986.
La stessa cosa è vera per il Regno Unito, dove la crescita del reddito di coloro tra i 25 e i 29 anni è stata del 2% minore della media nazionale tra il 1979 ed il 2010.
8. Il 29,8% dei Millennials crede che la discriminazione reddituale stia causando gravi danni nel proprio Paese
Un'indagine di Sharper Survey ha scoperto che circa il 30% dei Millennials rivela una forte coscienza sociale affermando che la discriminazione reddituale stia causando gravi danni nel proprio Paese.
Questa discriminazione può prendere la forma di un rifiuto di un contratto d'affitto o di un mutuo da parte della banca perché non viene riconosciuta come adeguata la fonte di reddito di chi fa la richiesta. Questo può anche condizionare la possibilità di ottenere un prestito o di avere una carta di credito e, per una generazione che partecipa ampiamente alla gig economy (con attività autonome, da freelance) questo può avere gravi ripercussioni.
9. Dei Millennials che investono, il 73% lo fa per la pensione
Sebbene siano spesso additati come la generazione che non pensa a sufficienza al proprio futuro, il 73% dei Millennials che sta investendo lo sta facendo per integrare la propria pensione oppure sta aumentando gli importi per il risparmio previdenziale per la pensione.
Una migliore educazione alle decisioni d'investimento per il futuro può quindi essere un buon investimento per i Millennials che stanno pensando di iniziare il proprio cammino nel mondo degli investimenti.
10. I Millennials non stanno risparmiando abbastanza per la propria pensione futura
Secondo un'indagine di Schroders, i Millennials stanno risparmiando una percentuale minore per la pensione rispetto alla Generazione X ed ai Baby Boomers.
Questo può stare ad indicare un'ingenuità e un'impreparazione riguardo alla cifra di cui avranno davvero bisogno quando andranno in pensione, oppure al contrario una consapevolezza del fatto che dovranno probabilmente lavorare per un periodo di tempo molto maggiore rispetto alle altre generazioni e che quindi guadagneranno soldi più a lungo.
Vera ripresa dei mercati o solo un rimbalzo?
Un quesito sulla bocca di molti al momento riguarda il possibile avvicinarsi di una recessione globale. Ma a che punto è l'economia globale?
Con una ripresa abbastanza inaspettata delle quotazioni in quasi tutti i mercati del mondo, gli analisti si sono trovati spiazzati.
La maggioranza prevedeva che il 2019 sarebbe stato un periodo di sofferenza, mentre nei primi due mesi e mezzo sono stati ottenuti guadagni che normalmente sono quelli di un intero anno. Le valutazioni azionarie nei principali mercati, però, restano alte e per i profitti ci si aspetta una crescita non particolarmente elevata.
Non è dunque improbabile che le performance da qui in poi, essendo state basate soprattutto su un rerating, si affievoliscano parecchio
Le preoccupazioni riguardo a una possibile recessione, quindi, resteranno elevate nel breve termine, ma guardando a un orizzonte temporale più lungo si può essere ottimisti riguardo alla crescita, come conseguenza di tre fattori:
1) I prezzi energetici sono più bassi
Sebbene si tratti in parte di una conseguenza dell’indebolimento della domanda a livello globale, questa situazione sta aiutando ad abbassare il livello di inflazione, che a sua volta sta sostenendo il potere d’acquisto dei consumatori a livello globale. I consumatori statunitensi tendono a vedere i benefici complessivi di questa situazione, grazie alla tassazione relativamente bassa sulla benzina che, combinata con un aumento dei compensi, sta portando a una crescita dei salari reali attorno al 2%, il livello più alto negli ultimi tre anni. Ciò vale anche per l’Europa e l’Asia.
2) Gli Stati Uniti e la Cina si stanno avvicinando a un accordo commerciale
Dopo la decisione del Presidente Trump di portare la deadline oltre il 1° marzo per l’aumento dei dazi dal 10% al 25% sui 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi.
Sebbene ci siano ancora diversi ostacoli da superare, soprattutto in riferimento alla protezione dei diritti di proprietà intellettuale, ciò ha segnato un miglioramento rispetto all’escalation che tutti si aspettavamo precedentemente. L’aumento dei dazi sarà ora più limitato e ciò aiuterà a ridurre i costi, a proteggere i margini di profitto e a contenere l’inflazione. L’accordo dovrebbe anche aiutare a ridurre l’incertezza e a portare un po’ di chiarezza alle società che hanno sospeso la pianificazione delle spese, in attesa di decidere il futuro delle loro supply chain internazionali.
Tuttavia, le notizie sull’accordo commerciale non sono tutte positive. Parte dell’accordo prevederà maggiori acquisti di prodotti energetici, agricoli e manifatturieri statunitensi da parte della Cina ($1 miliardo nel corso dei prossimi sei anni), che probabilmente porterà a una riduzione delle vendite per le aziende ex-Usa. L’Europa e il Giappone potrebbero soffrirne in qualche modo. Inoltre, al riappacificarsi delle tensioni commerciali, la guerra tecnologica rimane pienamente aperta e ci aspettiamo che gli Stati Uniti continueranno a sfidare la Cina in quest’area, attraverso sanzioni sulle società cinesi o attraverso il divieto alle aziende Usa di esportare componenti tecnologiche fondamentali
3) La politica monetaria è più accomodante
Ciò in parte è una conseguenza del minor livello di inflazione, ma segna anche un cambiamento dell’orientamento politico della Fed, dato che la Banca centrale è diventata più propensa a rispondere alle condizioni del mercato finanziario. Inoltre, la Fed ha segnalato una fine più vicina del previsto per il suo quantitative tightening, il processo di riduzione di bilancio che dovrebbe essere completato entro la fine dell’anno secondo le aspettative attuali. Al momento sembra inoltre abbastanza improbabile che la Camera controllata dai Democratici darà il via libera a ulteriori sostegni fiscali.
Questi sono 3 fattori che potrebbero dare ottimismo sulla crescita globale di domani, e come ogni analisi servono a dare fare una radiografia dell'economia oggi.
Oggi, non domani o dopodomani quindi sempre meglio basare la propria strategia di investimento su altri presupposti come TEMPO e OBIETTIVI rimanendo però sempre aggiornati sul contesto del momento.
?♂️ la certa incertezza delle previsioni ?
Quante volte vi è capitato di organizzare una uscita fuori città e guardare il meteo il giorno prima?
Sole e temperatura perfetta.
Partite, arrivate ed il cielo non aspettava che voi per tirar giù il peggior nubifragio.
Alla faccia delle PREVISIONI!.
E per l’economia e la finanza?
C'è chi professa di saper prevedere esattamente cosa farà un indice o quale sarà la prossima azione che farà il +1000%.
Maghi, geni... no semplicemente ciarlatani.
Ci sono poi gli economisti che fanno si previsioni, tecniche e corrette ma di sicuro NON CERTE.
Pensateci un attimo, se ogni previsione fosse esatta ogni investimento sarebbe a rendimento certo ed invece...
Prendiamo gli ultimi sei mesi di mercato.
Vedendo le 3 foto il fattore comune è sempre uno: L'INCERTEZZA, soprattutto nel breve periodo.
Purtroppo l’uomo ha da sempre la presunzione di poter interpretare il futuro senza riuscirci.
Cosa deve fare un investitore allora?
PIANIFICARE la propria vita finanziaria, scegliendo una STRATEGIA basata su ORIZZONTE TEMPORALE e OBBIETTIVI.
Poi, partire da dati reali per darsi dei riferimenti:
➡️ Dal 1900
Le azioni hanno reso il 7,32%
Gli immobili il 4,77%
E le obbligazioni il 2,53%
➡️ Dal 1950
Le azioni hanno reso il 6,18%
Gli immobili il 5,55%
E le obbligazioni il 2,83%
➡️ Dal 1980
Le azioni hanno reso il 9,45%
Gli immobili il 4,57%
E le obbligazioni il 5,85 %
Queste sono le rivelazioni oggettive da 100 anni secondo uno studio della Federal Reserve Bank di San Francisco.
Ora sta a te, INVESTITORE, scegliere se :
? Continuare ad andare dietro al mercato ed a previsioni o peggio ancora a ciarlatani che propongono rendimenti mensili a due cifre vivendo la tua vita da risparmiatore sempre con l'ansia di un nubifragio improvviso ⛈;
✅ Pianificare la tua vita finanziaria, vivere nella consapevolezza e riuscirsi a godere una bella giornata di sole ?, anche se da qualche parte piove.
Le più grandi economie nel 2030
Nell'articolo "LE GRANDI ECONOMIE RALLENTERANNO LA CRESCITA?" abbiamo visto lo sviluppo delle attuali maggiori economie del mondo. Oggi proviamo a fare un punto sulle più accreditate previsioni.
Entro il 2030, la mappa dell'economia globale potrebbe sembrare molto diversa da oggi.
Secondo le recenti proiezioni di Standard Chartered, una banca multinazionale con sede a Londra, il prossimo decennio vedrà emergere mercati come l'India e la Turchia che salgono alla scala economica globale per diventare le centrali elettriche di domani.
Visualizzazione dell'espansione nei mercati emergenti
Il video di oggi si basa su un grafico precedente che mostra come si prevede una crescita economica nei prossimi anni.
Vediamo il cambiamento previsto nelle classifiche per le maggiori economie dal 2017 al 2030 di seguito:
Se le proiezioni utilizzate nel video sopra dimostrano di essere accurate, la più grande economia del 2030 sarà la Cina con 64,2 trilioni di dollari del PIL, dopo essersi adeguato alla parità di potere d'acquisto (PPP).
Questo è quasi $ 20 trilioni in più rispetto all'India, che sarà il secondo più grande in quel momento.
Da buono a grande
Mentre la dimensione dell'economia cinese è certamente un punto esclamativo, forse la storia più interessante qui è l'ascesa dei mercati in via di sviluppo in generale.
Entro il 2030, si prevede che sette delle 10 maggiori economie del mondo rientreranno in questa categoria:
Rango | Nazione | Proj. PIL (2030, PPP) | PIL (2017, PPP) | % modificare |
---|---|---|---|---|
# 1 | Cina | $ 64,2 trilioni | 23 trilioni di dollari | + 177% |
# 2 | India | $ 46,3 trilioni | $ 9,5 miliardi | + 387% |
# 3 | Stati Uniti | $ 31,0 trilioni | $ 19,4 trilioni | + 60% |
# 4 | Indonesia | $ 10,1 trilioni | $ 3,2 trilioni | + 216% |
# 5 | Turchia | $ 9,1 trilioni | $ 2,2 trilioni | + 314% |
# 6 | Brasile | $ 8,6 trilioni | $ 3,2 trilioni | + 169% |
# 7 | Egitto | $ 8 trilioni | $ 1,2 trilioni | + 583% |
# 8 | Russia | $ 7,9 trilioni | $ 4.0 trilioni | + 98% |
# 9 | Giappone | $ 7 trilioni | $ 5,4 trilioni | + 33% |
# 10 | Germania | $ 6.9 trilioni | $ 4,2 trilioni | + 64% |
In questo lasso di tempo, paesi come l'Egitto, la Cina, l'India, l'Indonesia, la Turchia e il Brasile vedranno tutte le proprie economie espandersi con una crescita a tre cifre in termini di PPP.
In particolare, l'economia indiana sarà sostenuta da una rapida crescita della popolazione nelle sue città, che sono alcune delle aree urbane a più rapida crescita sul pianeta. Allo stesso tempo, l'economia egiziana dovrebbe crescere da $ 1,2 trilioni a $ 8 trilioni di dollari secondo la banca - anche se questo sembra abbastanza ottimista.
Infine, economie sviluppate come gli Stati Uniti, la Germania e il Giappone continueranno a crescere, ma non al ritmo vertiginoso dei paesi in via di sviluppo. Se queste proiezioni dovessero risultare, le economie giapponese e tedesca completeranno l'elenco con gli spot 9 e 10 rispettivamente.
Tassi di interesse USA
In settimana si è parlato tanto della curva dei rendimenti americana. Perchè? Cos'è successo in passato quando questa si è invertita? Quali sono le possibili motivazioni?
In questi giorni, si sente tanto parlare della curva dei rendimenti americana. Il motivo è abbastanza semplice:
La curva americana USA si è invertita. Storicamente, questo ha comportato successivamente una fase di rallentamento dell'economia americana. Non nell'immediato, è passato anche più di un anno prima che all'inversione della curva seguisse poi una recessione.
E' capitato anche che a curva invertita, l'economia USA non mostrò successivamente segnali di rallentamento, ovvero nel 1966.
Vediamo la curva dei rendimenti dei Treasury, i titoli di stato americani.
L’inversione della curva dei rendimenti americana è avvenuta venerdì 22 marzo per la prima volta dopo il 2007. Come si vede dal grafico in alto, che ritrae la curva dei rendimenti americana al 26 marzo 2019, le scadenze brevissime (da 1 mese a 1 anno) presentano tassi di rendimento più elevati rispetto alle scadenze medio-lunghe (da 5 a 10 anni).
La curva dei rendimenti invertita segnala una recessione in arrivo?
La logica alla base della curva dei rendimenti invertita come indicatore di recessione è semplice: se i rendimenti a lungo termine sono inferiori ai rendimenti a breve termine, l'opinione del mercato è che la crescita rallenterà nei prossimi anni. Più spesso che no, quella visione è stata giusta. Una curva invertita ha preceduto ogni recessione nell'era post-seconda guerra mondiale.
Negli ultimi 70 anni, la curva degli Stati Uniti si è invertita prima di ogni recessione economica. Questa tabella in basso, mostra nella prima colonna le date in cui si è rilevata l’inversione della curva, nella seconda colonna l’inizio della recessione e nella terza il numero di mesi tra le due date. Quando la curva americana si è invertita sono passati in media 17 mesi prima dell’arrivo della recessione.
Ma il track record non è affatto perfetto, come ci dice il grafico in basso.
In alcuni casi, la curva dei rendimenti USA è invertita, ma non è stata seguita da una recessione. Alla fine degli anni '80, ad esempio, la curva dei rendimenti si invertiva e poi si accentuava di nuovo, prima di invertire di nuovo più tardi prima della recessione. Anche la curva si è invertita molto rapidamente alla fine degli anni '90, e anche nel 2005-2006
Ricapitolando, dunque, un’inversione della curva dei rendimenti può effettivamente essere la causa una recessione economica ma i tempi di per il realizzarsi dell'evento sono lunghi e non è sempre così ovvio che si verifichi.
L'auto elettrica sta arrivando?
Ieri abbiamo visto insieme cosa è una Smart City, e rimanendo sempre in tema di innovazioni globali il mercato delle auto elettriche sta diventando una vera e propria realtà.
Ci sono voluti cinque anni per vendere il primo milione di auto elettriche. Nel 2018 ci sono voluti solo sei mesi.
Il Tesla Model 3 ha anche superato un importante traguardo nel 2018, diventando il primo veicolo elettrico (EV) a decifrare i 100.000 marchi in un solo anno. Anche le Nissan LEAF e BAIC EC-Series supereranno le 100.000 immatricolazioni quest'anno.
Anche se il mercato dei veicoli elettrici non è cresciuto così velocemente come inizialmente hanno previsto alcuni esperti, sembra che le vendite di veicoli elettrici stiano finalmente raggiungendo il loro apice in tutto il mondo. Di seguito sono riportati i paesi in cui i veicoli elettrici rappresentano la parte più importante del mix di vendita.
La capitale europea del mondo
La Norvegia, dopo aver accumulato una fortuna grazie all'estrazione di petrolio e gas, ha preso la decisione consapevole di creare incentivi per i suoi cittadini all'acquisto di veicoli elettrici. Di conseguenza, il paese è il leader indiscusso nell'adozione dell'EV.
Nel 2018, un terzo di tutti i veicoli passeggeri erano completamente elettrici, e tale percentuale è prevista solo che in aumento nel prossimo futuro. Il governo norvegese ha persino fissato l'ambizioso obiettivo di obbligare tutte le nuove auto a zero emissioni entro il 2025.
Questo entusiasmo per i veicoli elettrici si sta diffondendo in altri paesi della regione, che vedono anche un'alta percentuale di vendite di veicoli elettrici. Tuttavia, i cinque paesi in cui i veicoli elettrici sono i più popolari - Norvegia, Islanda, Svezia, Paesi Bassi e Finlandia - rappresentano solo lo 0,5% della popolazione mondiale. Affinché l'adozione di EV possa avere un impatto reale sulle emissioni globali, i conducenti in paesi ad alta crescita / popolazione elevata dovranno optare per veicoli elettrici. (Naturalmente le reti elettriche dovranno diventare più verdi, ma questo è un altro argomento ).
L'impatto sovralimentato dalla Cina
Una grande economia che sta abbracciando veicoli plug-in è la Cina.
Il paese è leader mondiale nelle vendite di veicoli elettrici, con oltre un milione di nuovi veicoli che percorrono le strade nel 2018. L'anno scorso, a Shenzhen e Shanghai sono stati venduti più veicoli elettrici rispetto a qualsiasi altro paese al mondo, ad eccezione degli Stati Uniti.
Anche la Cina è al comando del mondo in un'altra importante statistica: le stazioni di ricarica. La Cina ha il maggior volume di caricabatterie,e molti dei quali consentono ai conducenti di ricaricare più velocemente.
Accelerazione da Slow Lane
Negli Stati Uniti, le vendite di veicoli elettrici sono in aumento, ma tendono ancora ad essere altamente concentrate in aree specifiche. In circa la metà degli Stati, i veicoli elettrici rappresentano meno dell'1% delle vendite di veicoli. D'altra parte, la California si sta avvicinando al segno del 10%, una pietra miliare significativa per lo stato più popoloso.
A livello nazionale, le vendite di EV sono aumentate nel 2018, con il dicembre che ha registrato quasi il doppio del volume di vendite dello stesso mese nel 2017. Parte di questa crescita delle vendite è guidata dal modello 3 di Tesla, che ha guidato il mercato nell'ultimo trimestre del 2018.
A nord del confine, in Canada, la situazione è simile. Le vendite di EV stanno aumentando, ma non abbastanza velocemente per raggiungere gli obiettivi stabiliti dal governo. Il Canada aveva intenzione di avere mezzo milione di veicoli elettrici entro il 2018, ma ha mancato quell'obiettivo di circa 400.000 veicoli.
La grande domanda ora è se il recente aumento delle vendite sia una tendenza temporanea guidata da sovvenzioni governative e "showmanship" di Elon Musk , o se i veicoli elettrici stanno diventando un'opzione tradizionale per i conducenti di tutto il mondo.
La Smart City, cos'è e perchè è il futuro
Tra eventi climatici catastrofi, problema dell'inquinamento ma soprattutto di sovrappopolazione negli ultimi anni si è sentito parlare sempre più di "Smart City".
Non c'è dubbio che la città sarà la caratteristica distintiva della geografia umana per il 21 ° secolo.
A livello globale, ci sono 1,3 milioni di persone che si trasferiscono in città ogni settimana - e nel 2040, uno stupefacente 65% della popolazione mondiale vivrà nelle città.
Allo stesso tempo, le 600 aree urbane più grandi rappresentano già il 60% del PIL globale, e questo aumenterà solo quando le città diventeranno più grandi e più prospere. In effetti, gli esperti stimano che fino all'80% della futura crescita economica nelle regioni in via di sviluppo si verificherà solo nelle città.
La Smart City: un passaggio necessario
Poiché le città diventano un fattore sempre più importante per l'economia e la ricchezza globale, sta diventando fondamentale che siano ottimizzate per massimizzare l'efficienza e la sostenibilità, migliorando nel contempo la qualità della vita in ogni conglomerato urbano.
L'infografica odierna di Postscapes aiuta a definire la necessità di città intelligenti e offre anche grandi esempi di come la tecnologia possa essere applicata in contesti urbani per migliorare le città che funzionano meglio per i propri cittadini.
Caratteristiche delle Tomorrow's Cities
Le città intelligenti utilizzeranno sensori a bassa potenza, reti wireless e applicazioni basate su dispositivi mobili per misurare e ottimizzare tutto all'interno delle città.
Ecco alcuni esempi: (clicca sotto l'immagine per aprire la versione full size)
Le soluzioni smart city rientrano in sei grandi categorie:
1.Infrastruttura
L'illuminazione intelligente è una delle soluzioni più importanti che verranno implementate nelle infrastrutture di tutta la città. Mentre l'illuminazione intelligente sembra banale a prima vista, vale la pena notare che l'illuminazione da sola consuma un enorme 19% dell'elettricità totale del mondo.
2. Gli edifici
Riscaldamento, consumo di energia, illuminazione e ventilazione saranno gestiti e ottimizzati dalla tecnologia. I pannelli solari saranno integrati nella progettazione degli edifici, sostituendo i materiali tradizionali. La rilevazione e l'estinzione degli incendi sono personalizzati per le singole stanze.
3. Utilità
Le griglie intelligenti (utilizzate per il monitoraggio e la gestione del consumo di energia), il rilevamento delle perdite d'acqua e il monitoraggio della potabilità dell'acqua sono solo alcuni aspetti di smart city sul lato delle utility.
4. Trasporto
Saranno implementate corsie veloci e adattive e corsie lente (in bicicletta, a piedi), mentre le stazioni di ricarica in città alimenteranno le auto elettriche.
5. Ambiente
Il controllo dell'inquinamento atmosferico, le energie rinnovabili e le soluzioni di gestione dei rifiuti renderanno le città più ecologiche. I giardini sul tetto o la vegetazione laterale saranno integrati nei progetti degli edifici, per aiutare con l'isolamento, fornire ossigeno e assorbire CO2.
6. Vita
Ci sarà Wi-Fi in tutta la città per uso pubblico, mentre gli aggiornamenti in tempo reale forniranno ai cittadini informazioni sulla congestione del traffico, i parcheggi e altri servizi della città.
L'effetto?
Cisco stima che le città più intelligenti aumenteranno notevolmente l'efficienza: utilizzando molti dei concetti sopra citati, le città possono migliorare l'efficienza energetica del 30% in 20 anni.
Allo stesso tempo, si stima che il vasto mercato di prodotti e servizi di smart city valga 2,55 miliardi di dollari entro il 2025, con una crescita media del 18,4% all'anno.