Biden vs Trump: chi guida i sondaggi elettorali statunitensi del 2020?

Nella notte italiana si è tenuto il primo dibattito tra i candidati alla Casa Bianca. Molte le interruzioni con il presidente Trump che ha attaccato a testa bassa, ma Biden che ha tenuto testa.

https://www.youtube.com/watch?v=kBasVoexbqM

È stato un dibattito senza esclusione di colpi. A poche settimane dalle elezioni presidenziali statunitensi, l'ex vicepresidente Joe Biden, il candidato del partito democratico, sta attualmente mettendo sotto pressione il presidente repubblicano in carica Donald Trump negli stati chiave del campo di battaglia. Nei 90 minuti di dibattito, forte per i toni, sono stati 6 i punti affrontati:

  1. Corte Suprema;
  2. Gestione dell’emergenza Covid-19;
  3. Economia;
  4. Rivolte razziali;
  5. Integrità delle elezioni;
  6. Le rispettive carriere politiche

Si è chiaramente anche parlato di tasse ed aziende, e ad oggi questa sarebbe la situazione andando al voto:

I sondaggi nazionali mostrano che Biden ha un vantaggio significativo. Gli anziani bianchi in particolare, un gruppo che ha contribuito a spingere Trump alla vittoria nel 2016, hanno mostrato segni di disapprovazione nei confronti della gestione della pandemia da parte del presidente in carica. Biden, inoltre, detiene un vantaggio sostanziale tra gli elettori latini, una demografia in crescita in stati come l'Arizona e la Florida.

Dal punto di vista dei mercati, l’impressione è che non sia piaciuto il tono del dibattito (mai così aggressivo nella storia) ma soprattutto l’alone di caos che paventa possibili elezioni contestate.

La riprova del sentimento non positivo sta nella discesa modesta dei futures americani e relativo strascico nei listini asiatici ed europei intimoriti però anche dai casi di Covid in palese aumento.

Sicuramente le elezioni americane saranno un viatico per la fine di questo 2020 già complesso di per sé, ma negli ultimi mesi abbiamo imparato che i mercati tendono nel breve a muoversi più su fattori psicologici che sui reali fondamentali ma soprattutto che le banche centrali hanno ormai adottato politiche iper accomodanti come “vaccino” per la pandemia finanziaria.

Manca poco più di un mese alle elezioni ma sicuramente gli argomenti di dibattito non mancheranno se i presupposti sono questi. Ancora una volta gli investitori di breve si troveranno a dover fronteggiare tensioni ed incertezze dovute ad eventi binari repentini ed impattanti.

Diventa essenziale pianificare, darsi degli obiettivi e dei coerenti orizzonti temporali ma soprattutto approcciarsi al rischio in maniera coerente a questi presupposti.


Il 2020 sarà l’anno della volatilità?

Per il momento no ma la strada è quella giusta.

Tutti i mercati finanziari “giocano” sulla volatilità e le asimmetrie informative, sfidarli cercando di governarli o anticiparli fa cadere sempre in perdite importanti.

Negli ultimi giorni della seconda settimana Giugno abbiamo assistito ad un ritorno della volatilità ed a mercati globali con importanti segni rossi in chiusura.

E come funghi puntualmente si riaffacciano sui mezzi di informazione venditori di segnali predittivi o professionisti nella vendita di doti divinatorie inesistenti piuttosto che di professionalità.

Parlo ovviamente con cognizione di causa perché alla fine nessuno ha mai il coraggio di pubblicare i risultati di tali doti. Per questo oggi vorrei fare con voi un ragionamento razionale per arrivare ad un pensiero da investitori maturi.

Prendiamo ad esame lo S&P 500, per la quantità di informazioni a disposizione e l’efficienza del mercato.

Già ho scritto in precedenza del maggior rischio che si assume un investitore facendo market timing ed ancora di più un consulente, che dovrebbe in primis proporre protocolli che riducano al minimo i pericoli per chi investe.

Perdere SOLO 10 dei migliori giorni nel decennio 1993-2013 dimezza il rendimento medio annuo.

Restando semplicemente fermo, rispettando il piano di 10 anni che avevi concordato con il tuo consulente finanziario avresti ottenuto un rendimento del 9,22% annuo. Andando dietro a sensazioni, mal di pancia o a chi ti vende di saper leggere prima il mercato e perdendo 10 dei migliori giorni in 10 anni il tuo rendimento medio annuo sarebbe sceso a 5,49%.

Perché ti sto dicendo questo?

Adesso ci arriviamo.

Questo 2020, e siamo solo a metà, per il momento ha 3 delle 25 peggiori perdite e 2 dei 25 maggiori guadagni per lo S&P 500 dal 1928:

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Anche i giorni con grandi variazioni non scherzano mica:

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Ci sono state 26  variazioni giornaliere del 3% o più. Negli ultimi 7 anni, ce ne sono state solo 8 in totale.

Tanti di voi si ricorderanno l’ultima crisi del 2008. In questo momento siamo sostanzialmente allo stesso punto:

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A tanti di voi avranno detto che semplicemente restando fermi nel 2008 avreste recuperato tutta la perdita nel 2009 e magari partecipato al seguente mercato rialzista, tra i più forti di sempre.

In due anni circa si sarebbe ripianato tutto, e anche la perdere solo qualche giorno avrebbe compromesso il recupero senza tener conto ai meccanismi mentali che si innescano una volta usciti dal mercato e la ricerca del giusto momento per rientrare.

Ragionando sul presente, questo 2020 resterà tra gli anni più imprevedibili e volatili della storia con una discesa di oltre il 30% in 40 giorni circa e una seguente risalita del 45% in 50 giorni.

In 90 giorni abbiamo vissuto a dei movimenti di mercato come quelli del biennio 2008/2009.

Ricordi all’inizio la tavola relativa a quanto influisce perdere solo 10 dei giorni migliori in un decennio?

La metà del rendimento medio annuo.

Secondo te pensi sia realmente possibili indovinare esattamente anche 2/3 giorni migliori o peggiori in 90? ed in anticipo?

Secondo te vale la pena prendersi questo rischio?


Come gestire i bias cognitivi

 “Investire non significa battere gli altri nel loro gioco. Si tratta di controllarti nel tuo stesso gioco. "
—Jason Zweig, editorialista di investimenti e finanza personale per il Wall Street Journal

Sebbene i pregiudizi siano radicati nella nostra psiche emotiva, i grandi investitori seguono rigide discipline di investimento per ridurre l'impatto delle loro emozioni.

I pregiudizi emotivi infatti  tendono ad essere difficili da correggere perché sono radicati nella nostra psiche emotiva. A tale fine, i grandi investitori seguono rigide discipline di investimento per ridurre l'impatto delle loro emozioni. Come osserva Buffett  "La qualità più importante per un investitore è il temperamento, non l'intelletto". 

Ecco sette pregiudizi e suggerimenti comuni per affrontarli.

1. Distorsione da avversione alla perdita

Molti investitori manifestano avversione alla perdita, che si riferisce alla tendenza a preferire evitare perdite all'acquisizione di guadagni. In breve, gli investitori hanno difficoltà a far fronte alle perdite. L'espressione "perdite si profilano più grandi dei guadagni" riassume questo pregiudizio. Ad esempio, se perdi $ 10.000 contro un guadagno di $ 10.000 su un investimento, la ricerca mostra che il dolore provato dalla perdita è psicologicamente maggiore della soddisfazione o del piacere di un guadagno equivalente


Rimedio:
 un approccio per affrontare l'avversione alle perdite è considerare i meriti di ciascun investimento. Chiediti, compreresti questo investimento oggi? Se la risposta è "no", allora perché lo tieni? Un altro approccio è quello di parlare con un consulente di investimento fidato sulle aspettative del mercato e su come gestire le emozioni, specialmente durante le flessioni del mercato. Una terza tattica è quella di impostare e seguire le linee guida prestabilite per quando vendere un vincitore o un perdente e attenersi a loro, non importa come ti senti nel momento.

2. Distorsione da regressione-avversione

L'avversione di rammarico è l'indecisione e l'incapacità di agire a causa della paura di sperimentare risultati negativi. Gli investitori avversi al rimpianto temono di acquistare i beni sbagliati (errore di commissione) o di non acquistare i beni giusti (errore di omissione) perché vogliono evitare il dolore emotivo legato al prendere decisioni sbagliate.

Facciamo un esempio. Gli investitori che hanno subito perdite recenti potrebbero diventare troppo prudenti per evitare il dolore associato a ulteriori perdite. Possono sviluppare l'abitudine di investire in obbligazioni a breve termine per evitare la maggiore volatilità degli investimenti nel mercato azionario. Rimanendo in investimenti a basso rischio, i loro portafogli hanno un potenziale al rialzo limitato. 

Rimedio: per evitare l'avversione al rimpianto, dovresti capire che non prendere una decisione è una scelta per mantenere lo status quo e le tue attuali posizioni in portafoglio. È necessario sviluppare la disciplina per impegnarsi nella pianificazione finanziaria come mezzo per raggiungere i propri obiettivi a lungo termine e riequilibrare periodicamente il proprio portafoglio.

3. Distorsione da autocontrollo

Il pregiudizio all'autocontrollo è l'incapacità di perseguire obiettivi a lungo termine a causa della mancanza di autodisciplina nel breve periodo. Gli investitori possono tentare di colmare il deficit assumendo troppi rischi. La distorsione da autocontrollo può condurre a comportamenti di investimento inefficaci.

Innanzitutto, molte persone hanno una mentalità di gratificazione immediata che li porta a consumare di più oggi a spese del risparmio per domani.

In secondo luogo, il pregiudizio all'autocontrollo porta a una pianificazione inadeguata della pensione. Molti pensionati desiderano aver speso meno, risparmiato di più e iniziato a investire prima. Dopo essere venuti a conoscenza del loro deficit pensionistico, possono correre più rischi nei loro portafogli per rimediare al tempo perso.

In terzo luogo, la distorsione da autocontrollo può comportare uno squilibrio nell'allocazione delle attività. Cioè, a causa di una mentalità “spendi oggi”, gli investitori potrebbero preferire attività che producono reddito, il che potrebbe impedire di raggiungere il livello desiderato di ricchezza a lungo termine necessaria per la pensione.

Rimedio: per ridurre i pregiudizi di autocontrollo, è necessario trovare un attento equilibrio tra obiettivi a breve, medio e lungo termine che si traduca nella valutazione del livello adeguato di risparmio, investimento e assunzione di rischi. Raggiungere questo equilibrio richiede pianificazione. Le persone non hanno intenzione di fallire; semplicemente non riescono a pianificare. Un altro rimedio è mantenere un'allocazione patrimoniale adeguata nel tuo portafoglio per raggiungere i tuoi obiettivi finanziari. Devi impegnarti nel controllo della spesa. Stabilire e seguire un budget può anche aiutare a scoraggiare la propensione al consumo eccessivo. Un suggerimento finale è quello di pagare prima di tutto mettendo da parte un certo importo di fondi ogni periodo a fini di investimento.

4. Distorsione da eccessiva fiducia( Overconfidence )

Sebbene avere un'immagine di sé positiva possa essere utile, può anche portare a decisioni di investimento scadenti. La distorsione da overconfidence  è una credenza eccessiva nei propri giudizi e capacità. Gli investitori troppo fiduciosi credono di sapere più di quello che realmente sanno. Molti investitori sono troppo sicuri anche quando hanno torto. Pertanto, spesso sopravvalutano le proprie capacità ma sottovalutano i rischi reali di una decisione. Sebbene l'ottimismo eccessivo e l'eccesso di fiducia siano correlati, rappresentano due distinti comportamenti distinti. L'eccessivo ottimismo implica la convinzione che gli eventi futuri hanno più probabilità di essere positivi che realistici. Gli investitori possono fare previsioni audaci a causa del loro ottimismo. Non sorprende che questo comportamento contribuisca alle bolle del mercato, poiché gli investitori eccessivamente ottimisti ritengono che il mercato continuerà a crescere.

Il pregiudizio all'autoattribuzione è la tendenza ad attribuire successi alle proprie scelte (pregiudizio che si autoalimenta) e incolpare i fallimenti su altri e fattori esterni (pregiudizio auto-protettivo). In altre parole, gli investitori si riconoscono per le "cose ​​buone" che accadono e incolpano gli altri per le "cose ​​cattive". In realtà, una buona prestazione può derivare più dalla fortuna che dall'abilità, il che dà origine al detto "mai confondere i cervelli per un mercato rialzista". Tuttavia, gli investitori vogliono mantenere un'alta autostima e sentirsi bene con se stessi. Questo modello comportamentale li influenza a esagerare le loro capacità e ignorare i loro errori.

Rimedio: Per superare la fiducia eccessiva, è necessario riconoscere i segni di fiducia eccessiva, come l'attribuzione di alcune "vittorie" a breve termine a conoscenze, abilità o abilità superiori; vantarsi della performance degli investimenti a breve termine; trading troppo; e correre rischi eccessivi. Quando questi segni diventano visibili, è necessario applicare i freni. Tuttavia, è più probabile che un osservatore obiettivo rilevi questi pregiudizi di quanto tu non sia. Fare trading di meno, specialmente in conti imponibili, e diversificare il tuo portafoglio dovrebbe aiutare a frenare il comportamento troppo sicuro. Inoltre, è necessario esaminare attentamente le ipotesi e condurre ricerche adeguate prima di intraprendere qualsiasi investimento. Tenere registri dettagliati degli scambi e la motivazione di ciascuno può consentire di identificare errori e successi personali relativi alla strategia utilizzata. Lo sviluppo di meccanismi di responsabilità come la ricerca di feedback costruttivi da parte di altri può aiutarti a diventare consapevole dei pregiudizi di eccessiva fiducia. È inoltre necessario tenere una mente aperta su altre opinioni e cercare punti di vista alternativi quando si prendono decisioni di investimento.

5. Comportamento del gregge

Gli investitori imparano interagendo con altri come amici, colleghi e consulenti finanziari. Anche i media e Internet svolgono un ruolo nell'influenzare le decisioni di investimento. Tuttavia, le informazioni fornite tendono a non essere sempre analisi approfondite. I media sono spesso di parte, favorendo l'ottimismo nel vendere prodotti dagli inserzionisti e attirare spettatori o lettori. I media spesso si concentrano su storie specifiche per lunghi periodi di tempo, il che può contribuire all'esuberanza o allo sgomento che circonda l'investimento.

Forse il pregiudizio sociale più comune è la pastorizia, che si riferisce alla tendenza a radunarsi insieme, specialmente in condizioni di incertezza. Il comportamento di herding si verifica perché gli investitori avvertono una forte pressione sociale per adattarsi e conformarsi.

Gli investitori alle prime armi sono particolarmente sensibili alla pastorale perché possono credere che gli altri ne sappiano più di loro, quindi seguire la folla ha senso per loro. Tuttavia, avere una mentalità da branco porta all'acquisto quando il mercato è alto e alla vendita quando è basso. Tale comportamento è esattamente l'opposto del mantra comune di investimento "comprare basso / vendere alto". Gli investitori non vogliono essere esclusi da un mercato azionario vincente o in forte aumento, quindi seguono il flusso della folla. La loro esuberanza irrazionale li porta ad acquistare azioni a un prezzo sempre più elevato, che si chiama effetto carrozzone. Alla fine il prezzo del titolo inizia a diminuire quando gli operatori di mercato si rendono conto che è troppo caro e si verifica una svendita. Coloro che hanno acquistato le azioni per motivi irrazionali iniziano a pentirsi dei loro acquisti e temono di perdere i loro soldi, quindi iniziano a vendere.

Come notò una volta Friedrich Hayek, un economista e filosofo austriaco-britannico, "Quando una visione diventerà una visione di maggioranza, non sarà più la migliore: qualcuno avrà già avanzato oltre il punto raggiunto dalla maggioranza". Il comportamento della pastorizia contribuisce anche al mercato azionario e ad altre bolle, quando i partecipanti al mercato spingono i prezzi al di sopra del loro valore intrinseco rispetto ad alcuni sistemi di valutazione. 

Rimedio: sono disponibili diverse strategie per affrontare il comportamento di gregge. Anche se potresti non voler essere escluso da una tendenza del mercato, dovresti mettere in discussione la saggezza della folla. Per evitare il richiamo della psicologia della folla, puoi resistere seguendo la mandria o saltando sul carro facendo le tue ricerche prima di investire. Potresti anche considerare di adottare un approccio contrarian in cui fai il contrario di quello che fanno tutti gli altri. L'uso di un approccio contrarian può consentirti di capitalizzare su ciò che gli altri potrebbero trascurare. Come osserva l'Oracolo di Omaha Warren Buffett, "Sii spaventato quando gli altri sono avidi e avidi quando gli altri hanno paura." Tuttavia, dovresti basare le tue decisioni sui fondamenti, non sull'ottimismo.

6. Distorsione da illusione di controllo

La tendenza all'illusione del controllo è la tendenza a sopravvalutare il tuo grado di controllo o influenza sugli eventi esterni. Agli investitori piace pensare di avere un maggiore controllo sugli investimenti di quanto non facciano realmente. Sebbene tu abbia il controllo sulle allocazioni delle risorse, sulla selezione dei titoli e sui tempi di mercato, non hai il controllo sugli esiti derivanti da queste decisioni. Questo pregiudizio può comportare un trading eccessivo e un'eccessiva fiducia e può anche impedire agli investitori di apprendere dai propri errori e di essere sensibili al feedback.

Rimedio: per ridurre l'illusione del controllo, è necessario attenersi a un piano di investimenti ben congegnato ed evitare scambi inutili. Puoi anche chiedere l'opinione degli altri e tenere un registro degli scambi per vedere se riesci a controllare i risultati di investimento. Una volta che ti rendi conto che il tuo controllo sui mercati e gli investimenti è illusorio, puoi iniziare a praticare la flessibilità e conservare la tua energia per quelle questioni sulle quali puoi esercitare influenza

7. Effetto di ancoraggio

L'effetto di dotazione è la tendenza a sopravvalutare le attività che già possiedi. Gli investitori spesso si aggrappano ai beni per familiarità, conforto o attaccamento emotivo. Cioè, hanno difficoltà a separarsi dalle cose una volta che diventano parte di esse. Ad esempio, qualcuno che eredita le azioni di un genitore o di un parente stretto può rifiutare di vendere a causa di legami emotivi. Un altro esempio è quando un investitore detiene un'attività troppo a lungo e probabilmente perde denaro nel processo quando sono disponibili investimenti più appropriati.

Rimedio: per gestire l'effetto di ancoraggio devi prima fare un passo indietro e determinare perché un bene è significativo per te. Cioè, hai identificato il motivo del tuo attaccamento. Successivamente, è necessario determinare se l'attività corrente è appropriata per il proprio portafoglio. In altre parole, dovresti decidere se mantenere un'attività influisce negativamente sull'asset allocation complessiva. In tal caso, è necessario sostituirlo con un investimento più adatto. Per contrastare l'effetto di dotazione per i titoli ereditati, ponetevi la seguente domanda: Se riceveste liquidità come parte di un'eredità, quale parte assegnereste per acquistare il titolo ereditato? Se la tua risposta è scarsa o nulla, questa consapevolezza potrebbe fornire un incentivo a vendere l'attività ereditata. ▪


Il giusto approccio al “mattone” come investimento

Investire negli immobili è una delle prerogative di della cultura italiana, ma spesso si eccede dimenticando di considerare il mercato immobiliare esattamente come tutti gli altri strumenti finanziari. Approfondiamo i  fattori positivi e le criticità come per qualsiasi altro investimento.

5 fattori da considerare sempre

 I fattori più importanti da esaminare per investire in immobili sono almeno cinque:

  1. la valutazione degli immobili a rivalutarsi nel tempo
  2.  le tasse e le imposte
  3.  la locazione
  4.  la manutenzione
  5. l’illiquidità dell’investimento.

Nel patrimonio e nella gestione dello stesso diventa essenziale detenere un atteggiamento lungimirante che consideri un’ampia diversificazione degli investimenti tra molteplici strumenti finanziari, in modo da ripartire i pericoli evitando una eccessiva concentrazione in un settore o in una asset class. Allo steso modo avere grandi concentrazioni patrimoniali in immobili può sbilanciare in maniera preoccupante il portafoglio patrimoniale verso i rischi di una sola asset class.

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Il grafico sopra prende in esame gli indici immobiliari dal 2005 ad oggi sia a livello di prezzo che di numerosità delle compravendite. Investire in immobili viene da sempre considerato un atteggiamento sicuro e stabile nella mente dell’italiano ma i numeri non dicono ciò.
Negli ultimi 15 anni il valore di un immobile in Italia è sceso in media del 10%: tenuto conto anche dell’effetto dell’inflazione, la perdita di potere d’acquisto di un investimento in immobili nel nostro paese è ammontata dal 2005 a oggi a circa il 26%.

L’immobile è si sempre restato la, facilitando alla nostra mentre l’associazione a qualcosa di solido ma poi bisogna fare i conti con il mercato e riaffacciarsi alla realtà dei fatti.

Immobili ed azioni nel tempo

Uno studio del 2017 della Federal Reserve Bank of San Francisco (“The Rate of Return on Everything, 1870–2015”) che ha analizzato i tassi di rendimento reali delle attività finanziarie e immobiliari, dal 1870 al 2015, in 16 paesi del mondo conferma come nel lunghissimo termine, l’investimento in immobili si dimostra meno remunerativo rispetto alle azioni.

Come si può leggere nella tabella seguente,  risulta che in Italia dal 1950 al 2015, il rendimento medio annuo reale delle azioni si sia attestato nel nostro paese al 6,18% contro il 5,55% di quello dell’immobiliare, mentre dal 1980 al 2015 il mercato azionario si è apprezzato in media del 9,45% contro il 4,57% dell’immobiliare.

TASSO DI RENDIMENTO REALE DEL MERCATO AZIONARIO E DI QUELLO IMMOBILIARE

Paese Dal 1950 Dal 1980
Azioni Immobiliare Azioni Immobiliare
Australia 7,57 8,29 8,78 7,16
Belgio 9,65 8,14 11,49 7,20
Danimarca 9,33 7,04 12,57 5,14
Finlandia 12,81 11,18 16,17 9,47
Francia 6,38 10,38 11,07 6,39
Germania 7,52 5,29 10,06 4,12
Italia 6,18 5,55 9,45 4,57
Giappone 6,32 6,74 5,79 3,58
Olanda 9,41 8,53 11,90 6,41
Norvegia 7,08 9,10 11,76 9,81
Portogallo 4,70 6,01 8,34 7,15
Spagna 7,11 5,83 11,00 4,62
Svezia 11,30 8,94 15,74 9,00
Svizzera 8,73 5,64 10,06 6,19
Regno Unito 9,22 6,57 9,34 6,81
USA 8,75 5,62 9,09 5,66
Media non ponderata 8,24 7,46 10,68 6,42
Media ponderata 8,13 6,34 8,98 5,39

Nota: media dei rendimenti reali annuali. Federal Reserve Bank of San Francisco (“The Rate of Return on Everything, 1870-2015”)

Ad aggravare i rendimenti degli immobili, non conteggiati nella tabella, ci sarebbe anche altri due fattori variabili:

  • Tasse e imposte
    Se al momento la prima casa resta immune ai trattamenti fiscali, nel caso degli altri immobili il peso di IMU, tasse locali di vario genere, spese condominiali, pagamenti delle utenze domestiche è tutt’altro che trascurabile. In prospettiva, tenendo conto che le seconde case vengono considerate un bene ‘non di prima necessità’, non è affatto escluso che la scure del fisco nazionale e comunale non ricada ancora sugli immobili non prima casa. In tutti i casi, per chi acquista un immobile per affittarlo, le problematiche non mancano. Oltre alle tasse e alle imposte va considerato che il mercato degli affitti in Italia non si è ancora ripreso dalla grande crisi del 2008-2009. Esistono vaste aree dove l’offerta supera di gran lungo la domanda mentre dove avviene il contrario, i prezzi hanno raggiunto quotazioni al mq esagerate. Ad ogni modo, si stima che le diverse voci di tasse, imposte e spese arrivino ad incidere tra il 40% e il 50% del canone di affitto. Inoltre, emerge un elevato tasso di morosità da parte degli inquilini a cui non sempre i proprietari degli immobili possono opporsi per tutelare i propri diritti.
  • Le spese di manutenzione e l’illiquidità dell’investimento
    Per tenere in ordine un appartamento il proprietario deve intervenire in modo frequente sia per preservare il valore commerciale dell’immobile (facciata della casa, imbiancatura, tubature, infiltrazioni ecc.) e sia per rispettare le norme statali e locali, peraltro in continua evoluzione anno dopo anno.

Infine, ma non certo per importanza, va ricordato come la natura degli investimenti immobiliari sia poco liquida. Per vendere la propria casa, soprattutto a un prezzo ragionevole, serve aspettare a volte diversi mesi. Vanno poi aggiunti anche gli eventuali costi di intermediazione che sono abbastanza elevati. L’illiquidità del mercato immobiliare rappresenta un fattore di rischio: chi si trovasse costretto a vendere in poco tempo potrebbe essere portato ad accettare offerte inferiori ai costi sostenuti in partenza, ottenendo una perdita dal proprio investimento. Meglio un’asset allocation con un’ampia diversificazione finanziaria
Alla luce di tutte queste considerazioni con la sola doverosa eccezione della prima casa, per la quale entrano in gioco aspetti personali che possono stravolgere qualsiasi valutazione strettamente economica, è evidente come risulti più efficace una opportuna diversificazione finanziaria. Se si possiede già una prima casa, è sconsigliabile dedicare tutti i risparmi (o gran parte di essi) al settore immobiliare in modo da ridurre notevolmente il rischio del portafoglio complessivo. Un atteggiamento lungimirante è quello di pianificare un’asset allocation che consideri un’ampia diversificazione degli investimenti tra molteplici strumenti finanziari, tra cui una parte che rappresenti pure il real estate globale


Uno sguardo al passato per diventare investitori intelligenti del futuro

Siamo alla conclusione del mese di Maggio ed a 60 giorni dall’inizio del mercato più sorprendente dal dopo guerra. Dal più ripido mercato orso della storia all’eccezionalità di un mercato toro all’interno. Ma come ogni crisi, si possono celare delle grandi opportunità per tutti gli investitori con il giusto pelo sullo stomaco. Gli investitori che trovano il coraggio e la convinzione di attenersi ai loro piani a lungo termine sono spesso ricompensati dal rimbalzo dei mercati.
Per aiutarti a mettere nella giusta prospettiva i mercati recenti, andiamo a concentrarci su tre fatti classici sui recuperi storici del mercato ed anche su  tre errori che potrebbero costare cari ad ogni investitore sprovveduto.

3 punti sui recuperi di mercato

n. 1: i recuperi sono stati molto più lunghi e più forti delle flessioni

La buona notizia è che i mercati al ribasso sono stati relativamente brevi rispetto ai recuperi. Infatti, mentre nel bel mezzo della tormenta finanziaria può sembrare durino per sempre, in realtà le flessioni di mercato sono molto meno impattanti rispetto all’impeto a lungo termine dei mercati rialzisti.

Sebbene ogni declino del mercato sia unico, negli Stati Uniti, il mercato orso medio dal 1950 è durato 14 mesi. Il mercato toro medio è stato più di cinque volte più lungo.

La differenza nei rendimenti è stata altrettanto drammatica. Anche se il mercato toro medio ha registrato un guadagno  del 279%, i recuperi non sono sempre così semplici. Gli investitori, infatti, devono spesso resistere a titoli spaventosi, significativa volatilità del mercato e ulteriori riduzioni azionarie lungo la strada. Ma gli investitori che rimangono concentrati sul lungo termine sono spesso meglio attrezzati per guardare oltre il rumore e attenersi al loro piano.

 

n. 2: dopo forti cali, i mercati si sono ripresi rapidamente

Naturalmente, non sappiamo esattamente come sarà la prossima ripresa, ma la storia ci mostra che le azioni si sono spesso riprese vigorosamente a seguito di forti ribassi. Analizzando le 18 maggiori flessioni del mercato USA dalla Grande Depressione ad oggi in ogni caso lo S & P 500 era più alto cinque anni dopo. I rendimenti in questi periodi di cinque anni sono stati in media superiori al 18% all'anno.

I rendimenti sono stati spesso più forti dopo i ribassi più ripidi, riprendendosi rapidamente dai bottom del mercato. Il primo anno successivo ai cinque maggiori mercati ribassisti negli ultimi 90 anni ha registrato una media del 71%, sottolineando l'importanza di rimanere investiti ed evitare l'impulso di abbandonare le azioni durante la volatilità del mercato.

n. 3: alcune delle aziende più influenti del mondo sono nate durante le riprese di mercato

Molte aziende hanno iniziato in periodi di crisi economica e sono diventate nomi familiari.

Per evidenziarne solo alcune nel mercato statunitense: McDonald's è emerso nel 1948 a seguito di una recessione causata dalla smobilitazione del governo USA da un'economia di guerra. Walmart arrivò 14 anni dopo, all'epoca del "Flash Crash del 1962" - un periodo in cui l'indice S&P 500 diminuì di oltre il 22%. Airbus, Microsoft e Starbucks furono fondati durante l'era della stagflazione degli anni '70, un decennio caratterizzato da due recessioni e uno dei peggiori mercati orso della storia degli Stati Uniti. Non molto tempo dopo, Steve Jobs entrò nel suo garage e fondò una piccola azienda di computer chiamata Apple.

La storia ha dimostrato che le aziende forti trovano il modo di sopravvivere e persino prosperare quando i tempi sono difficili. Quelli che possono adattarsi a condizioni difficili e diventare più forti spesso fanno investimenti interessanti a lungo termine.

3 errori che gli investitori dovrebbero evitare

Errore n. 1: provare a cronometrare i mercati

È il tempo, non il tempismo, che conta negli investimenti. Portare i tuoi soldi fuori dal mercato in discesa significa che se non torni al momento giusto, non puoi sfruttare appieno il beneficio di una ripresa.

Prendi in considerazione un esempio di ipotetico investitore che ha venduto titoli durante la recessione del mercato statunitense del 2008-2009, e poi ha cercato di cronometrare il mercato, saltando dentro quando ha mostrato segni di miglioramento. Perdere anche i 10 migliori giorni della ripresa avrebbe danneggiato significativamente i risultati a lungo termine dell'investitore - e più i giorni "buoni" mancano, più la perdita è ripida.

Gli investitori che sono più titubanti nel investire tutto il capitale in una volta devono considerare strumenti come piani di accumulo o adottare un planning di ingressi concordati con il consulente per avere maggiore stabilità nei mercati volatili.

Errore n. 2: supporre che le informazioni negative di oggi identifichino  un brutto momento per l’investimento

Le sfide economiche e geopolitiche odierne possono sembrare senza precedenti, ma uno sguardo alla storia mostra che ci sono sempre stati motivi per non investire. Nonostante i titoli negativi, la tendenza a lungo termine del mercato è sempre stata al rialzo.

Prendi in considerazione un investimento nello S & P 500 nel giorno in cui Pearl Harbor fu bombardata nel 1941. Qualcuno che rimase investito per i successivi 10 anni avrebbe avuto in media un rendimento annuo del 16%. Allo stesso modo, un investimento di $ 10.000 nell'indice S&P 500 nel giorno in cui Lehman Brothers ha dichiarato il fallimento nel 2008 sarebbe cresciuto a oltre $ 30.000 10 anni dopo. La storia ha fornito numerosi esempi come questi.

Grandi opportunità di investimento emergono spesso quando gli investitori si sentono più pessimisti. L'epidemia di coronavirus può essere diversa da qualsiasi cosa abbiamo affrontato prima, ma l'incertezza non è una novità per il mercato, che continua a essere resistente nel tempo.

Errore n. 3: concentrarsi troppo sul breve termine

La volatilità del mercato è particolarmente scomoda quando ci si concentra su alti e bassi a breve termine. Invece, diventa digeribile se si estende l’ orizzonte temporale concentrandosi sulla crescita a lungo termine degli investimenti e sui progressi fatti verso obiettivi iniziali.

Considera la tabella seguente che mostra prospettive contrastanti dello stesso ipotetico investimento. La visione a breve termine è quella che molti investitori hanno dei loro portafogli: tracciare i rendimenti in brevi periodi di tempo. La visione a lungo termine traccia lo stesso investimento esatto nello stesso periodo, ma mostra invece una variazione annuale del valore del portafoglio investito. Con questa prospettiva, le fluttuazioni a breve termine del primo grafico si sono attenuate nel tempo e l'immagine di un portafoglio in crescita diventa più chiara.

Ricorda che i mercati orso non durano per sempre. Mantenere una prospettiva a lungo termine può aiutare a mantenere gli investitori concentrati sugli obiettivi che contano di più.

Abbiamo visto e fatto alcune considerazioni sul passato per essere investitori intelligenti nel futuro quindi ora ti resta da fare solo un ultimo passo:

Prepara il tuo portafoglio per la prossima ripresa del mercato


L’Orizzonte Temporale nella Scelta degli Investimenti Finanziari

Cosa Significa Orizzonte Temporale?

Una operazione di investimento implica che l’investitore si separi dalle proprie disponibilità economiche (risparmiate) per un certo periodo, al termine del quale vorrà rientrarne in possesso insieme con i frutti maturati.

Il lasso di tempo che separa i due momenti (l’investimento iniziale dall’incasso del capitale maturato) è detto orizzonte temporale. Durante questo periodo l’investitore potrà incassare dei proventi periodici dal proprio capitale (sotto forma di cedole o dividendi), o rinviare il tutto alla data di scadenza.

L’Orizzonte Temporale di un Investimento

Per poter essere inserito correttamente in un portafoglio, uno strumento di investimento  deve essere compatibile con l’orizzonte temporale del piano finanziario.

Se, ad esempio, una persona con un orizzonte temporale breve impiegasse i suoi soldi in un fondo di investimento adatto per durate lunghe, potrebbe incorrere in una perdita  del capitale qualora dovesse monetizzare prima del termine.

Al contrario un risparmiatore con un orizzonte temporale lungo che utilizzi investimenti adatti ad un pubblico che ha davanti a sé molti anni, finirà con l’ottenere rendimenti non performanti dai propri soldi.

Come si Determinare l’Orizzonte Temporale di un Investimento?

Se si tratta di un’obbligazione, per esempio, l’orizzonte temporale coincide con la durata del titolo. In questo modo l’investitore potrà fare coincidere la durata del bond con il tempo per il quale desidera investire i suoi soldi.

Concettualmente l’investitore è consapevole che dovrà detenere l’investimento fino alla scadenza assumendosi la responsabilità delle scelte intermedie. Lo stesso meccanismo resta valido per ogni piano finanziario. Fissare un data target da subito diventa fondamentale per un ottimo proseguo attraverso anche la scelta di strumenti temporalmente coerenti.

La determinazione dell’orizzonte temporale di un fondo di investimento, etf o altro strumento  si basa sul concetto di “decadenza della volatilità“. La statistica insegna che con il passare del tempo la volatilità di un prodotto finanziario si riduce fino quasi ad annullarsi.

Ecco allora che un prodotto azionario avrà un orizzonte più lungo di un obbligazionario che a sua volta avrà un termine più esteso di un monetario.

Cosa Determina l’Orizzonte Temporale di un Risparmiatore?

Ogni persona ha uno o più orizzonti di investimento, che dipendono dal “quando” vorrà rientrare in possesso della somma impiegata.

E’ errore diffuso credere che l’orizzonte temporale sia uno solo per ogni persona. In realtà lo stesso investitore potrà essere un investitore di breve periodo (se i soldi gli serviranno tra un paio di mesi per comprare un’auto nuova), di medio termine (per i soldi necessari per l’università del figlio dodicenne) e di lungo periodo (per la propria pensione).

E’ importante che ad ognuna delle esigenze finanziarie di una famiglia corrisponda un portafoglio di investimenti con un orizzonte temporale coerente.

Come Scegliere gli Investimenti a Seconda delle Esigenze

La guida che segue ti aiuterà ad individuare correttamente i tuoi obiettivi di investimento e a definire per ognuno di essi i prodotti finanziari più adatti allo scopo.

ORIZZONTE TEMPORALE BREVE (Inferiore ai 3 anni)

Ogni risparmiatore farà bene a detenere sul conto corrente una somma pari a 3/5  volte lo stipendio netto. Questa somma non è un investimento nel senso stretto del termine ma corrisponde piuttosto ad una quota di denaro pronta per essere spesa per ogni evenienza.

Allo stesso modo il denaro che sai di spendere entro il prossimo anno andrà lasciato su un conto corrente o un conto deposito che ti permetta di recuperare almeno l’imposta di bollo.

La cosa importante, in questo caso, è che la cifra non oscilli di valore ma possa invece essere ritirata in qualunque momento. Il prezzo da pagare consiste nella nulla o scarsa redditività dei denaro.

ORIZZONTE TEMPORALE MEDIO (dai 5 ai 10 anni)

Se i soldi ti serviranno nei prossimi anni, puoi fare tre scelte diverse:

1 – investire in obbligazioni governative con scadenza coincidente con la data di spesa

2 – investire in fondi ed etf obbligazionari

3 – investire in fondi bilanciati prudenti.

Le tre opzioni sono ordinate in modo crescente per il rischio. Sta a te fare le valutazioni del caso e scegliere il prodotto migliore.

ORIZZONTE TEMPORALE LUNGO (oltre i 10 anni)

Se i soldi non ti serviranno almeno per i prossimi 10 anni, ecco le tre opzioni migliori, sempre graduate per profilo di rischio:

1 – obbligazioni paesi emergenti, HY e corporate di durata coerente

2 – fondi bilanciati aggressivi

3 – fondi ed etf azionari.

Hai domande o dubbi sull’orizzonte temporale?  Scrivimi e ti darò tutte le risposte.


“Corri e vendi tutto” anzi no!

Vendere tutto e aspettare la fine della tempesta è la tentazione che avrà persuaso tanto investitori ad inizio crisi da Covid19. Cadere in questo tranello emotivo fà da moltiplicatore di problematiche per l’investitore come, rendere una perdita da ‘virtuale’ a‘reale’o, peggio ancora, trovarsi invischiati con il dubbio di quando sia il giusto momento per rinvestire la liquidità. Guardiamo al passato per trarne degli insegnamenti per il futuro.

Piazzarsi coerentemente con il giusto profilo di rischio ed un portafoglio “robusto” è la miglior garanzia di resilienza per ogni investimento. La correzione del 2008, infatti,  insegna che restare investiti nella giusta maniera costituisce una solido scudo a qualsiasi momentanea turbolenza.   

https://www.fineconomy.it/wp-content/uploads/2020/04/F2_tab02_n2.png

Quindi meglio evitare di crearsi ulteriori problemi perché:

  • Quando si decide di disinvestire, si contabilizza una perdita che da ‘virtuale’ diventa ‘reale’;
  • Nel momento in cui si decide di vendere, si hanno a disposizione sostanzialmente due opzioni: si contabilizza la perdita e si rimane in liquidità oppure si aspetta a rientrare in un secondo momento.
    • Nel primo caso si rinuncia a partecipare al rialzo strutturale di lungo termine dei mercati finanziari, in particolare di quello azionario.  Prendendo un investimento nell’azionario USA  ininterrotto dal 12/9/2008 al 27/3/2020 (cioè in un periodo che include sia la profonda correzione della crisi 2008-2009 che quella attuale partita lo scorso 19 febbraio) 100 mila euro sarebbero cresciuti fino a 266.750 euro (+166,75%) mentre se l’investimento fosse stato riscattato il 15 ottobre 2008 per poi impiegare tutto il ricavato in fondi monetari euro il capitale al 27/3/2020 sarebbe ammontato a 76.026 euro (fonte: elaborazioni in euro su indice S&P 500 e indice dei fondi monetari euro).
    • Nella seconda opzione, invece, è necessario individuare il momento in cui rientrare. Quando farlo? Come si riesce a sapere quando la situazione è tornata in carreggiata? Qual è o quali sono gli elementi che permetteranno di rientrare sul mercato? Nel tentativo di individuare il momento esatto (market timing) il rischio, come abbiamo ipotizzato nell’esempio, è quello di perdersi una buona parte del recupero dei mercati. I quali, è bene tenerlo sempre bene a mente, si muovono con largo anticipo rispetto all’economia e al contesto: i loro movimenti tendono ad anticipare gli scenari all’orizzonte, siano essi negativi che positivi con una rapidità altrettanto veloce quanto lo è stata la correzione.

La soluzione per evitare ciò sta nel fatto che ogni investitore deve far suo il fatto chenon sappiamo quando una crisi potrà accadere, ma come tutte quelle del passato anche questa causata dall’epidemia da coronavirus avrà una sua fine. La messa in pratica, poi, sta nel restare investiti facendo leva su un portafoglio durevole, ben diversificato nelle asset class, nelle valute, nelle fonti di rendimento, e progettato per raggiungere precisi obiettivi a medio lungo termine, costituisce un solido scudo a qualsiasi momentanea turbolenza.


Sell in May and… stay at home

Si è appena conclusa l’ultima settimana del mese di
Aprile sui mercati azionari e c’è già chi inizia a rispolverare come ogni anno
il detto “Sell in May and go away”, quanto mai fuori luogo visto il momento.

Il 30 Aprile si è chiuso il miglior mese della borsa
di New York, ma se al 31 Marzo 2020 ti avessi chiesto di scrivere la tua
previsione per il mese successivo cosa avresti scritto? Rimbalzo, ribasso fine
del mondo?

La verità è che è IMPOSSIBILE fare previsioni.

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Questo è ciò che scrivevano alcune riviste blasonate di finanza, e se non basta
Goldman Sachs, una delle case di investimento più importanti del mondo, stimava
che lo S&P500 avrebbe raggiunto il valore di 2000punti, prima di ripartire
verso prezzi più elevati.

Nessuna descrizione alternativa per questa immagine

Non so voi, ma io me li immagino davanti a mille
schermi tutto il giorno e con accesso ad “informazioni privilegiate” . Stando
alla previsione un investitore avrebbe dovuto vendere il 16 Marzo per
ricomprare a 2000 ( dopo un altro -20%) e con la liquidità pazientare fino al
minimo e rientrare. Ma poi l’imprevisto! Il minimo invece è stato a 2191 ed,
ancora peggio, è partito un forte rimbalzo che sancisce Aprile 2020 come tra i
migliori mesi di sempre per la borsa americana.

E se Goldman Sachs prende cantonate del genere vi
sembra realistico che qualcuno sappia fare previsioni ed anticipare il
mercato?NO.

Come questa, il web è pieno di guru e venditori di
previsioni, le più in voga:

  • rimbalzo del gatto morto;
  • ripresa a V, a W, a U;
  • disfatta delle economie e crollo dei
    mercati azionari mondiali;
  •  reset dei mercati e tante altre ipotesi.

ed altre che inizieranno con “secondo me andrà a..”;
“penso che vedremo…”; “i mercati faranno…”, è altre formule che lasciano sempre
aperte tutte le porte probabilistiche. 

La realtà è che tutti i ragionamenti di pre-visione e
le analisi ex ante, servono davvero a poco se non a creare confusione.

Investire è una cosa seria, quindi meglio partire dalle certezze: il mercato oscilla, tentenna e traballa ma
alla fine sale nel tempo.

Questa non è una previsione ma è il meccanismo del
funzionamento dei mercati stessi. Prendiamo l’indice di mercato per eccellenza
che rappresenta le principali aziende USA, ossia lo S&P 500. 2000, 2008,
2011 sono le ultime crisi e tutte le volte è sopravvissuto ed anche cresciuto perchè
è il mercato stesso che fa selezione.

Questo è oggi il paniere di titoli che compongono lo
S&P500. Storicamente è cambiato, si è modificato e sarà sempre così. Perché
chi saprà reagire ed adattarsi alla nuova situazione generata riuscirà non solo
a sopravvivere, ma a sfruttare le occasioni che si sono presentate. Al tempo
stesso, chi non si adatterà, sarà destinato a scomparire. Ecco come mai i
mercati, sul lungo periodo, crescono sempre.


Restare razionali durante le turbolenze

Mentre la peggior crisi dal dopo guerra a causa del COVID-19 viene
affrontata dai mercati, per gli investitori incerti diventa un ottimo banco di
prova per conoscere meglio la refrattarietà delle proprie convinzioni
finanziarie.

Come si è comportato il mercato
storicamente? E quali azioni può mettere in atto un investitore per tutelare il
proprio piano finanziario?  Utilizziamo l'infografica
del New York Life Investments per
analizzare la situazione.

Il mercato rimbalza nel tempo

Il mercato “gioca” per anticipare quello che accadrà, tra previsioni,
analisi e congetture. Spesso giuste, a volte di poco inesatte. Ma c’è sempre l’imprevedibile
come guerre, epidemie o crisi improvvise. Ogni flessione è stata storicamente
di breve durata, con lo S & P 500 che nella maggior parte dei casi ha
registrato guadagni di 12 mesi.

Evento Data di mercato bassa Variazione% di 6 mesi, S&P 500 Variazione% di 12 mesi, S&P 500
Israele arabo guerra / embargo
petrolifero
05-Dec-73 -2.01% -28,24%
Crisi iraniana degli ostaggi 07-Nov-79 7,32% 29.35%
Lunedì nero 19-Ott-87 14.71% 23.19%
Prima Guerra del Golfo 09-Jan-91 20.75% 34.07%
Attacchi dell'11 settembre 21-Set-01 19.44% -12,47%
SARS 11-Mar-03 26.94% 38.22%
Crisi finanziaria globale 09-Mar-09 52.75% 68.57%
Intervento in Libia 16-Mar-11 -3,25% 11,72%
Brexit 27-Giu-16 13.41% 20.94%

Le due eccezioni sono l'embargo
petrolifero del 1973 e gli attacchi dell'11 settembre, in cui i mercati hanno
impiegato più tempo a riprendersi ma lo
hanno fatto
.

Lo stress emotivo che colpisce gli
investitori durante crisi o recessioni può facilitare le scelte sbagliate come
la vendita o il rifugiarsi in asset “sicure” distruggendo la diversificazione
iniziale e quindi sconvolgendo il profilo di rischio.

La storia ci insegna che è in momenti come
questo che stiamo vivendo che si costruiscono i successi finanziari futuri,
semplicemente NON FACENDO NULLA o
meglio ancora UTILIZZANDO DELLA
LIQUIDITA’ EXTRA
.

Vediamo due casi opposti, ipotizzando di investire $1000 :.

  • L’investitore  A, reagisce emotivamente al declino del mercato e vende le sue azioni al minimo di mercato e non rientra nel mercato fino a quando i prezzi non raggiungono il picco precedente
  • L’investitore B, reagisce razionalmente nonostante la volatilità del mercato e mantiene i suoi investimenti.
Casella di testo: A

Alla fine di sette anni, A si
ritrova con quasi il doppio di B grazie
ai giusti comportamenti adottati durante una flessione come quella del 2008 che
tutti ricordiamo.

Passare all’azione                               

E’ evidente come i giusti comportamenti siano una variabile fondamentale
per il conseguimento di ottimi risultati negli investimenti, e la teoria ne
amplifica l’efficacia.

Ma in pratica cosa può, e deve, fare un investitore per affrontare le
tempeste finanziarie?

Ecco 3 regole per riuscire a gestire le emozioni:

  1. Mantienere la rotta.
    La maggior parte degli investitori può trattenere i propri titoli, soprattutto
    se sono molto lontani dalla pensione. Se apportano contributi regolari,
    gli investitori possono continuare a farlo piuttosto che cercare di
    cronometrare il mercato.

  2. Rivedere le allocazioni degli asset.
    Gli investitori dovrebbero assicurarsi che il loro mix di allocazione delle
    attività rifletta ancora la tolleranza al rischio, l'età, lo stile di vita
    desiderato e altri redditi disponibili. La diversificazione del
    portafoglio è inoltre estremamente importante per aiutare a gestire il rischio
    e fornire un rendimento competitivo.

  3. Avere un fondo di emergenza in contanti.
    Le discese possono essere affrontate in maniera proattiva, e positiva, andando
    ad impiegare la liquidità di emergenza accantonata precedentemente. Ogni pianificazione
    finanziaria DEVE prevedere un fondo di emergenza in liquidità. Generalmente
    consiglio dalle 3 alle 6 mensilità. Il vantaggio è duplice, come avere
    disponibilità per gli imprevisti e non dovere smontare le pianificazioni di
    lungo, oppure, avere cartucce liquide per mettere un boost alla parte azionaria
    durante i forti ribassi.

Queste azioni aiutano gli investitori a rimanere concentrati sui loro piani
di investimento.

Alimentare le conoscenze ed imparare ad
accettare la volatilità restano sempre le migliori armi per l’investitore per
ottenere un successo maggiore a lungo termine.


Time is your friend, impulse is your enemy

Prendere decisioni di investimento sensate è difficile. Siamo soggetti
a una serie di pregiudizi comportamentali. Dobbiamo far fronte al rumore
incessante nei mercati finanziari. Ci comportiamo in modo incompatibile
con i nostri obiettivi di investimento a lungo termine. Quindi cosa
possiamo fare al riguardo?

Sei suggerimenti per
un migliore processo decisionale di investimento

Il primo passo è
capire che non possiamo liberarci dal pregiudizio. Né possiamo sperare di
ignorare tutto il rumore. Tuttavia, possiamo compiere sei semplici passi
per ottenere risultati migliori; tre cose da fare e tre da non fare.

  1. Avere un piano di investimenti a lungo termine.
  2. Automatizzare il tuo risparmio.
  3. Riequilibrare il tuo portafoglio.
  4. Non controllare il tuo portafoglio troppo frequentemente.
  5. Non prendere decisioni emotive.
  6. Non fare trading! 

1. Avere un piano di
investimenti a lungo termine 

Annotare le risposte a
una serie di ovvie domande sui tuoi investimenti può aiutarti a concentrarti
sulla strategia a lungo termine. Le risposte possono aiutarti a prendere
decisioni ponderate e coerenti.  

Le domande possono
essere:

  • perché sto investendo?
  • qual è il mio orizzonte temporale?
  • perché ho scelto questo particolare portafoglio / investimento / gestore?
  • sono a mio agio con le perdite temporanee che potrebbero causare difficili
    condizioni di mercato? 
  • cosa farei in una situazione del genere? 

Questo approccio ti
aiuta a garantire che le tue decisioni di investimento siano prudenti e
realistiche. Riguardare e rileggere la tua strategia può aiutare durante i
periodi di stress del mercato nel non perdere la bussola.

Il modo in cui pensi
di agire durante un declino sostenuto del mercato azionario può essere diverso
da quello che fai realmente. In uno stato freddo e razionale potresti
pensare di aggiungere denaro a prezzi più interessanti. Senza un piano
chiaro, tra lo stress delle perdite e le notizie negative, potresti invece
vendere.  

Non ci sono garanzie
che il riferimento a un piano a lungo termine ti impedirà di prendere decisioni
sbagliate. Ma ipotizzare ed immaginare scenari futuri può avere un impatto
significativo sul comportamento futuro. 

2. Automatizza il tuo
risparmio

Risparmia in base a
regole predeterminate. Impegnarsi a un risparmio regolare rimuove
l'effetto emotivo delle mosse del mercato sulle decisioni di
investimento. Ridurrai l'avversione alla perdita. Se il mercato
crolla bruscamente, acquisterai di più a livelli inferiori. Se aumenta, le
tue partecipazioni esistenti ne avranno beneficiato. 

3. Riequilibrare il
portafoglio

Una regola decisionale
semplice ed efficace è il riequilibrio del portafoglio. Un approccio
strutturato e coerente al ribilanciamento di un portafoglio ai pesi target
elimina la necessità di un giudizio umano. Annulla il rumore del mercato.
Assicura che il portafoglio non si allontani troppo dall'allocazione
desiderata.

Venderai costantemente
attività che hanno sovraperformato e reinvestirai in quelle in ritardo.

4. Non controllare il tuo
portafoglio troppo frequentemente
 

Più frequentemente
controlliamo i nostri portafogli d’investimento, più ragioniamo a breve
termine. Questo può renderci troppo avversi al rischio.

Gli investitori di
oggi godono di maggiore trasparenza e controllo sui loro
portafogli. Questo porta molti vantaggi. Purtroppo può anche, però,
comportare una serie di problemi comportamentali per l'investitore a lungo
termine. La visualizzazione quotidiana dei nostri portafogli crea
l'impulso al compra/vendi, e spesso nei periodi peggiori possibili. 

Gli investitori
dovrebbero concentrarsi sulla definizione di un piano di investimento
ragionevole. Una volta che questo è a posto, dovremmo cercare di limitare
le nostre osservazioni a una frequenza appropriata. Una volta al mese, una
volta al trimestre o anche una volta all'anno è di solito sufficiente.  

Ci sono una serie di
delicati suggerimenti che gli investitori possono usare su se stessi. Ad
esempio, impostare una password per l'account di investimento che è difficile
da ricordare. O memorizzare la password da qualche parte ci vuole un minimo
sforzo per recuperare. Rendendo qualcosa di più difficile da fare,
possiamo cambiare il nostro comportamento.

5. Non prendere
decisioni emotive

Il modo in cui
"ci sentiamo" in un dato momento può influenzare il modo in cui
percepiamo i rischi e valutiamo le opportunità. Prendere una decisione di
investimento in uno stato emotivo - eccitazione o paura - è irto di
problemi. Se l'emozione sta travolgendo il tuo pensiero, rimanda la
decisione. Se l'idea è buona oggi, è probabile che lo sia ancora domani.

6. Non tradare! Fai
solo ciò che hai predefinito

Più siamo bombardati
da notizie, informazioni e opinioni, maggiore è la tentazione di
reagire. Questo può portare a costose decisioni sbagliate, portando gli
investimenti a sbalzare da una moda all’altra. Per una serie di ragioni,
non fare nulla è la decisione più difficile da prendere per un
investitore. Ma è spesso quello corretto.

Per essere chiari,

"non fare
nulla" NON significa avere tutto in liquidità. "Non fare
nulla" significa non fare nulla che ti allontani dal tuo piano di
investimenti a lungo termine .