Arriva l’autunno sui mercati, cosa aspettarci
La ripresa globale sembra aver ingranato la marcia anche se con qualche rallentamento.
Sono tante le domande di questo periodo su inflazione e ripresa, ma poche le risposte per il futuro. In ogni caso, è bene preparare i portafogli: la Cina vuole confermarsi Dragone, gli Stati Uniti volano sulle ali dei maxipiani voluti dall’amministrazione Biden; dall’altra parte, i Paesi emergenti cercano di risalire la china, aumentando le somministrazioni dei vaccini anti-Covid.
Performance (in euro) da inizio anno dei maggiori indici globali
Se fino a qualche mese fa a correre erano stati i titoli cosiddetti "growth", ossia quelle società ad alto potenziale di crescita, ma con fondamentali ancora non molto solidi (pensiamo alle azioni legate al digitale, ai software o alle biotecnologie), oggi, grazie al progresso nei vaccini, gli investitori sono tornati a puntare sulle più tradizionali azioni "value", quelle cioè che offrono una crescita lenta, ma stabile e ben ancorata a business ormai consolidati.
Tutto questo perché con l’avanzare dell’immunizzazione generale l’incertezza sembra essere per ora calata: i record estivi registrati a Wall Street ne sono la prova. Gli investitori, da giugno in poi, hanno iniziato a puntare sui piani multimiliardari americani e sull’ottimismo dato dai vaccini. Tuttavia, meglio non sottovalutare il comparto "growth": e-commerce, smart working e streaming video sono settori che non verranno facilmente abbandonati a pandemia finita.
Continuerà a salire l'inflazione?
Le banche centrali, tra cui Federal Reserve e Banca Centrale Europea, saranno ancora le protagoniste indiscusse. Le due banche centrali hanno già fatto intendere che trascureranno il rischio di inflazione il più a lungo possibile, archiviandolo come un effetto temporaneo.
La direzione dei mercati dipenderà in ogni caso da quanto durerà il picco dell’attività economica e da quanto il rimbalzo temporaneo della crescita e dell’inflazione diventerà strutturale. Attualmente, c’è una crescente evidenza che le aziende stanno aumentando i prezzi dei beni e che i consumatori continuano a comprare, mentre l’economia si riapre completamente.
Così, la paura dell’inflazione può diventare inflazione essa stessa: se la corsa all’acquisto e l’aumento dei prezzi continuano, la tendenza al rialzo dell’inflazione verrà prolungata, costringendo la Fed ad agire. Gli investitori stanno valutando un aumento più rapido dei tassi rispetto alle proiezioni della Fed. Questa discrepanza e la conseguente incertezza potrebbero alimentare la volatilità sui mercati.
Tassi d'interesse obbligazionari, l’ora della svolta?
I rendimenti dei titoli di Stato dovrebbero subire una pressione al rialzo man mano che l’output gap si chiude e le banche centrali cercano di ridurre gli acquisti di asset. E se un aumento controllato dei rendimenti obbligazionari come conseguenza della crescita economica è una situazione auspicabile, non lo è se l’inflazione va fuori controllo e i tassi aumentano mentre la crescita vacilla. Da adesso in poi l’inflazione sarà quindi più che mai l’osservata speciale: i mercati dovranno seguirne il cammino, con i rendimenti reali come variabile chiave da osservare. Ricordiamoci che l’aumento dell’inflazione sfida la diversificazione tradizionale, poiché solitamente all’aumentare dei prezzi la correlazione tra azioni e obbligazioni diventa positiva, diminuendo i rendimenti attesi per un portafoglio bilanciato tradizionale. Potrà quindi essere dato spazio all’inclusione nei propri portafogli di asset reali, alternativi e a più alto rendimento che, nel caso di alta inflazione, potrebbero dare più slancio ai rendimenti dei propri investimenti.
Come procede in Europa e nei mercati emergenti?
Con la Cina al comando e gli Stati Uniti che, dal punto di vista dei mercati, sembrano già un bel pezzo avanti sulla strada della ripresa, la prossima area che potrebbe essere contagiata da questo "sentire positivo" è proprio l’Europa. La spinta fiscale del Next Generation EU per sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia fornirà ulteriore sostegno al fattore "value" e alla sovraperformance dei titoli azionari non statunitensi.
Particolare attenzione, poi, sarà da porre sulle azioni dei mercati emergenti che dovrebbero beneficiare di una stabilizzazione del credito cinese e della sempre maggiore disponibilità dei vaccini.
Inoltre, il progresso del commercio internazionale e la probabile debolezza del dollaro USA si faranno sentire. Il dollaro, infatti, tipicamente guadagna durante le flessioni globali e diminuisce nella fase di recupero. Una debolezza che sosterrà la performance dei mercati non statunitensi, in particolare quella dei mercati emergenti.
Il mondo post-covid
Nel breve termine potrebbe essere caratterizzato da un’inflazione più alta, in un contesto in cui la volontà dei governi e delle banche centrali è quella di sostenere le economie e i mercati finanziari con politiche accomodanti, che potrebbero contribuire a mantenere fino al 2022 un ambiente di bassi tassi di interesse. Il quadro generale, quindi, molto probabilmente potrebbe rimanere per quest’anno leggermente pro-ciclico, con gli analisti che vedono nei mercati emergenti e in quelli europei le opportunità più favorevoli.
L’Italia, infine, è l’osservata speciale in un clima che agli occhi degli investitori sembra finalmente favorevole e che guarda con speranza ai grandi investimenti infrastrutturali europei di cui beneficierà.
Per muoversi con metodo tra le opportunità e le incognite dei mercati, anche in questo fine 2021, meglio insomma affidarsi alle mani esperte e riconosciute.
Fonte: Fineconomy
Diamo uno sguardo al dragone
Quanta Cina hai nel tuo piano finanziario?
Se per anni abbiamo guardato alla Cina come a un mercato in via di sviluppo, ora la situazione è molto diversa. Parliamo infatti di un’economia che raggiungerà lo status di prima potenza economica mondiale entro il 2030, sorpassando addirittura quella degli Stati Uniti. Tutto questo con ben cinque anni di anticipo rispetto al previsto. Questa è la previsione del Center for Economics and Business Research, che stima come il Dragone asiatico crescerà nei prossimi anni a un ritmo del 5,7% dal 2021 al 2025, e del 4,5% annuo dal 2026 al 2030.Per non parlare del superamento della crisi determinata dalla pandemia: la Cina attualmente sembra l’unico grande Paese a essersi egregiamente lasciato alle spalle l’emergenza pandemica. Un aspetto che traspare anche dai dati economici, considerando che il suo Prodotto Interno Lordo è cresciuto perfino nel 2020 (+2,3%) e nel corso del 2021 gli analisti prevedono un’accelerazione fino all’8%.
La transizione verso un’economia dei consumi
La quota della Cina nell’economia mondiale è salita da appena il 3,6% del 2000 al 17,8% di oggi e il Paese diventerà un’economia ad alto reddito entro il 2023
Ma non è solo la sua produzione industriale a crescere: c’è tutto un mercato interno pronto a esplodere. Negli ultimi due decenni, il PIL pro capite è praticamente decuplicato. Questo dovrebbe portare la Cina alla transizione verso un’economia basata sui consumi, con conseguenti interessanti opportunità a livello azionario. La classe media cinese, infatti, sta cominciando a comportarsi in modo simile alle sue controparti in tutto il mondo in termini di consumo di beni e servizi. La crescita della sua spesa è stata guidata principalmente dai consumatori nella fascia di reddito medio-alta, che hanno una quantità significativa di reddito disponibile.
Il mercato finanziario cinese: resilienza, stabilità e rendimenti
La resilienza e la crescita della Cina l’hanno messa sul radar di molti gestori azionari a caccia di potenziale interessante. E qui non sembra mancarne. La quota della Cina negli indici del mercato azionario globale è ancora indietro rispetto alle sue dimensioni e alla sua importanza economica, considerando che parliamo del Paese che probabilmente supererà gli Stati Uniti come la più grande economia del mondo in termini assoluti nei prossimi 15 anni. Inoltre, la Cina è sede di alcuni dei più grandi mercati azionari e obbligazionari del mondo e offre una crescita economica nominale superiore rispetto ad altri mercati da qui a 15 anni.
Il mercato azionario cinese: diversificazione ed efficienza
Guardiamo alle performance di quest’ultimo periodo, un lasso di tempo che, seppur molto difficile, non ha creato molti problemi all’economia del Dragone cinese.
La Borsa di Shanghai, per esempio, negli ultimi sei mesi ha messo a segno performance positive a doppia cifra. Il governo di Pechino, inoltre, sta profondendo grandi sforzi per far tornare a correre la sua economia, la vera locomotiva del mondo. Il mercato azionario ha percepito l’euforia intorno al Paese del Dragone, con l’SSE Composite, uno dei panieri cinesi più conosciuti, che ha ampiamente superato i 3.500 punti e continua a salire. Secondo JP Morgan, le azioni “A shares” cinesi forniscono rendimenti interessanti con una correlazione più bassa con i mercati sviluppati, il che renderà l’esposizione all’economia al di là della Grande Muraglia un’ottima opportunità di rendimento e diversificazione.
Come posizionarsi sul mercato cinese?
In un mondo avvolto da incertezza e paura per una recidiva del virus, l’economia della Cina sembra essere quella che in questo momento sta meglio di tutti e offre più rendimenti. Per cogliere al meglio queste occasioni, però, le analisi e i processi che guidano gli investimenti devono evolversi e riuscire ad attingere al meglio dal mercato cinese in modo bilanciato e graduale. Si può iniziare con un’esposizione progressiva al mercato cinese grazie alla costruzione da parte del proprio consulente di fiducia di un portafoglio diversificato e ben bilanciato, che permetta di cogliere le opportunità del fiorente mercato cinese.
Liquidità oggi
Anche nel 2020 gli italiani si sono confermati risparmiatori eccezionali.In passato c'erano soluzioni semplici ed immediate, entrate nel costume finanziario italiano, come titolo di stato e buoni postali su cui poggiava il passaggio da RISPARMIATORI ad INVESTITORI.Oggi, tutto è cambiato!Rendimenti negativi dei bond, tassi sotto zero e contesto finanziario COSTRINGONO il risparmiatore di oggi ad abbandonare la vecchia zona di confort.
Prima ognuno se ne rende conto meglio è!
La liquidità "ragionata" è un VALORE AGGIUNTO nel piano finanziario di ognuno, rappresenta il mezzo per creare OPPORTUNITÀ sui mercati.
La liquidità " insensata" diventa un fardello tra costi di conto, bolli, pseudo patrimoniali e possibili tassi negativi riversati sui clienti.
Lettera agli investitori
La fotografia annuale sui principali mercati, con commenti e considerazioni ma soprattutto senza previsioni per l’anno che verrà
“Anno bisesto anno funesto” inizio con il più classico proverbio che almeno una volta tutti noi avremo pensato o detto in questo 2020 unico per tanti punti di vista, ed anche per tutti gli investitori.
Nella lettera del 2019 abbiamo commentato come, dopo un 2018 sui generis, si sia vissuto un anno scoppiettante positivamente, in questa proverò a raccontare l’anno in cui si è passato sui mercati dall’estreme paura all’avidità in pochi mesi.
Ad inizio anno gli eventi da tabellino erano i dazi commerciali Usa- Cina, presidenziali americane e Brexit fino alle prime notizie di un nuovo virus in Oriente.
Era inizio Febbraio, e mentre tutto il mondo occidentale inizialmente pensava di essere al sicuro da Covid-19 nel giro di un mese prendeva sempre più forza la temuta parola: PANDEMIA.
Fu uno tsunami sui mercati con il più veloce crollo sui listini finanziari.
Il grafico rappresenta lo S & P 500, il Russell 2000 e il crollo del Nasdaq a marzo. Tutto è caduto. Tutti e tre gli indici hanno raggiunto il picco intorno al 19 febbraio. Entro il 23 marzo ciascuno di loro ha toccato il fondo. È stato uno degli arresti più rapidi nella storia del mercato finanziario globale.
Ecco come appariva lo S & P 500 su base giornaliera dal picco di febbraio.
Il vantaggio del senno di poi rende il grafico più facile da digerire. È importante però ricordare che in quel momento nulla era certo. Nessuno prospettava risalite, e molti non vedevano una luce in fondo al tunnel pandemico.
Se ti avessi detto il 23 marzo che il mercato azionario americano sarebbe stato ai massimi storici entro la fine dell'anno, e che gli altri globali sarebbero rimbalzati ci avresti creduto?
No, e neppure io fossi stato al tuo posto.
Il grafico mostra come si è svolto il recupero per il Nasdaq (l'azzurro in alto), lo S & P 500 (la linea blu più scura al centro) e il Russell 2000 (la linea viola in basso. Massimi storici per tutti e tre.
Ed in Europa?
Picchi di ribasso oltre il -35% quasi per tutti gli indici che ad oggi hanno dimezzato se non recuperato l’intera discesa.
ATTENZIONE! Nessuno sapeva prima, e nessuno può dire poi lo sapevo.
Nel giro di due mesi il Mondo si è fermato. Voli e viaggi bloccati e persone alle prese con i lockdown.
Tutte le industrie collegate hanno sofferto il peggio: compagnie aeree e navali, alberghi, bar e ristoranti.
La disoccupazione è schizzata alle stelle ovunque, come negli Stati Uniti dove si è registrato il dato storico sul tasso di disoccupazione.
Peggio del 2008, e con una salita veloce e verticale ma non è l’unico dato eccezionale.
I futures sul petrolio hanno toccato prezzi negativi.
Dati pazzeschi, paura e disorientamento sono ciò con cui gli investitori hanno dovuto fare i conti e che solo ora ci sembrano lontani ed indolori.
Ma da ogni situazione, anche la più complessa, si possono trarre lezioni.
- La prima grande lezione del 2020 è che accadono cose inaspettate che sistematicamente fanno saltare previsioni soprattutto di breve termine. È difficile prepararsi per qualcosa che non sai sta arrivando, ma un portfolio senza un piano è impotente in queste situazioni, per ciò dobbiamo costruire il nostro portafoglio in modo da poter gestire il maggior numero possibile di scenari. Ricorda, ogni volta che investi compri rischio sul mercato poi il rendimento ne è la conseguenza e per ciò è fondamentale saperlo gestire.
Ogni tanto, il mercato fa qualcosa di così stupido che ti toglie il fiato.
(Jim Cramer)
- La seconda grande lezione del 2020 riguarda il modo in cui gestiamo le nostre emozioni. Crash e recuperi hanno un impatto enorme sul destino del nostro investimento, avere un piano ex-ante definito e accettato permette di trovare appigli solidi per razionalizzare anche nei momenti di stress emotivo, ed il 2020 è da esempio.
Alla fine, come si comportano i tuoi investimenti è molto meno importante di come ti comporti tu
(Benjamin Graham)
- La terza lezione è che le previsioni finanziarie non funzionano. Decideresti di andare in vacanza tra un mese in base alle previsioni meteo di oggi? Non penso, infatti tutti sappiamo quanto poco sono attendibili le previsioni a tre giorni figuriamoci ad un mese. Lo stesso vale per gli investimenti. Ricordi a Marzo quando tutti parlavano di nuovi crolli, seconde gambe ribassiste e riprese a U?
Ho letto tanti articoli, non del fenomeno del web, ma di chi gestisce milioni nel mondo ed ha informazioni e dati impensabili e fidati NESSUNO ha “indovinato” quello che è successo da Marzo ad oggi.
Le previsioni possono dirti molto sul passato; non ti dicono niente del futuro.
(Warren Buffett)
- La quarta, fare market timing ti fa essere perdente in partenza. Puoi provare a prevedere l’evento negativo. Puoi vendere nella speranza di ricomprare vicino al fondo. Forse sei fortunato. Ma la realtà è che la maggior parte degli investitori fallisce. Vendono in perdita e aspettano e aspettano l'occasione perfetta che già avranno perso ( guarda il grafico sopra sulle singole giornate dello S&P500)
OPPURE, hai un piano ed acquisti quando tutti vendono sul calo del 30%. Non è facile ma le cose difficili danno risultati migliori.
O SE NON TE LA SENTI, puoi fare la cosa più semplice di tutte, NULLA. Gli investitori che non hanno fatto nulla, che si sono seduti sulle loro mani e hanno tenuto gli occhi sul lungo periodo stanno meglio oggi perché hanno fatto esattamente quello che si erano prefissati di fare. Questo è investire in poche parole. Avere un buon piano, portarlo avanti anno dopo anno e chi se ne importa di quello che pensano gli altri. E’ il TUO piano, fatto e creato per le TUE esigenze future, RISPETTALO e avrai i giusti risultati.
Il successo consiste nel fare una previsione esatta nel 60% dei casi. Il che significa che nel restante 40% anche un trader molto bravo va a perdere i soldi.
(Jesse Livermore)
- La quinta ed ultima lezione del 2020 riguarda la liquidità. Il crollo di marzo è stata una corsa al cash. Tutti cercavano di ottenere più denaro possibile, creando una svendita lampo sulle azioni ed addirittura su beni come l’oro notoriamente rifugio.
Vendere per creare liquidità durante i ribassi è sbagliato, averne già disponibile (da piano) la trasforma i creatrice di opportunità. Pensate a chi ha comperato titoli azionari sul meno 20% o meno 30%? Non andando alla ricerca del minimo, ma rispettando un dato oggettivo prestabilito.
Con un semplice operazione ha creato valore aggiunto e sicuro per il futuro del suo piano finanziario.
Le opportunità arrivano raramente. Quando piove oro, mettete fuori il secchio, non il cucchiaio.
(Warren Buffett)
In conclusione è stato un anno da Master in Finanza per ogni investitori per le numerose prove e conferme dei vari “mantra” finanziari su cui scrivo da anni e che metto in atto nel mio lavoro e tutti racchiusi in questo manifesto che mi auguro sia un nuovo punto di partenza per tanti nuovi Investitori.
E’ stato però, purtroppo, anche un anno di sofferenze e sacrifici per tanti e che tutti noi ci porteremo nel futuro come un pesante bagaglio.
A tutti faccio un augurio per un 2021 eccezionale con la speranza che sia un anno per una nuova e migliore “normalità”.
Matteo Giovagnoni
Financial Advisor
Risparmio italiano: un’opera incompiuta
Il bel Paese è pieno di opera d’arte e meraviglie uniche al mondo ed invidiate da tutti, ma ha anche tanti progetti incompiuti, mostri edilizi e parecchie, forse troppe, opere incompiute.
Similmente anche la gestione del risparmio italiano, gode di forti e solide fondamenta (la capacità di risparmio), ma di una scarsa bravura nel costruirci sopra mura strutturate e resistenti.
Il grafico evidenzia come, noi italiani, abbiamo una tendenza radicata ad accumulare e mantenere una quota consistente dei propri risparmi in liquidità, attitudine che con la pandemia ha subito una accelerazione. Tuttavia, non riusciamo a mettere bene a frutto questa dote, essendo uno degli ultimi paesi in Europa per crescita del valore degli investimenti.
Paura, basse competenze e scarsa educazione finanziaria costano care a tutti noi.
Cosa ci siamo persi negli ultimi 10 anni
Il decennio passato ci ha lasciato grossi cambiamenti, ma soprattutto ha frantumato tanti dogmi finanziari italiani.
Banche saltate con obbligazioni resettate, titoli di Stato e buoni postali a rendimenti nulli o quasi, indice italiano surclassato da forti ribassi e svalutazioni. In queste abitudini c’è di tutto: concentrazione, assenza di diversificazione, rischio emittente, home bias tutte evidenze negative ed errori cognitivi devastanti da sempre per ogni investimento. Quindi non è che prima investivamo bene ed ora male, ma semplicemente il contesto odierno è cambiato, mettendo in luce difetti ed errori a 360°.
Ma vediamo cosa possiamo imparare dagli ultimi dieci anni.
La storia ci insegna che nel lungo periodo il rendimento delle azioni tende ad essere superiore a quello delle obbligazioni che, a sua volta, tende a superare quello della liquidità.
Chi investe i propri risparmi avendo cura di diversificare i rischi tra titoli di stato, obbligazioni societarie, azioni, ETF, fondi comuni e comparti di Sicav, oltre a non essere esposto a possibili prelievi forzosi, può partecipare al trend rialzista di lungo periodo dei mercati finanziari evitando di sostenere soltanto costi e impatti sul potere d’acquisto ed il grafico sopra ne è la prova.
Negli ultimi 10 anni, infatti, la rivalutazione dei titoli di stato internazionali (JPMorgan government Global bond index) è stata del 43,8%, quella dei titoli di stato EMU (JPMorgan government EMU bond index) del 52,2% e quella delle Borse mondiali (MSCI world index total return) del 173,2%.
Liquidità e cattive scelte ci costano?
Le preoccupazioni per gli impatti sulla salute provocati direttamente e indirettamente dal Covid-19, i timori sul futuro dell’economia, in generale, e delle personali attività lavorative, in particolare, sono alla base di questo incremento della liquidità accumulata.
Tuttavia, sebbene comprensibile, razionalmente lasciare depositate delle somme in banca comporta dei costi, diretti e indiretti ma anche svalutazione.
Oltre all’imposta di bollo fissa annuale per conti correnti con giacenza media sopra i 5000 euro, dobbiamo considerare anche quella dello 0,2% su depositi ed investimenti. Ciò significa che lasciare liquidità €100.000 parcheggiati su conto deposito per un anno, ad esempio, ci costa 200 euro di bollo in più su l’eventuale rendimento dobbiamo applicare la tassazione del 26%.
Insomma tanto sforza per niente o poco più.
Oltre a ciò, esiste un’insidia in più: l’inflazione, ossia, l’erosione del potere di acquisto.
Ogni anno che passa, infatti, i prezzi al consumo crescono e con gli stessi contanti e i depositi in banca si riesce ad acquistare meno prodotti e servizi.
Dati alla mano, negli ultimi 20 anni i risparmi hanno perso ben oltre un quarto del loro potere d’acquisto.
Un’erosione costante che mina i risultati di anni di lavoro e accumulo.
Comprendere per fare le scelte giuste
Nella tabella sopra vengono prese in esame diverse soluzioni, a rischio crescente, che avremmo potuto e dovuto mettere in essere nei 10 anni passati per tutelarci da costi ed inflazione.
Anche senza esporsi troppo ai rischi, sarebbe stato possibile impiegare negli ultimi 3, 5 e 10 anni la liquidità, o anche una parte di essa, in strumenti di investimento con un profilo di rischio non eccessivo e ricavarne un ritorno superiore all’inflazione. Per esempio, accettando una rischiosità (oscillazioni massime di prezzo su base annua) tra il 2,5% e il 5,6%, l’investitore avrebbe potuto non solo proteggere l’erosione del carovita ma anche beneficiare di un extra guadagno (vedi tabella sopra). Risultati apprezzabili già nel triennio ma che nell’arco di 10 anni assumono dimensioni piuttosto consistenti: investendo 10.000 euro i guadagni sarebbero infatti oscillati da un minimo di circa 1.700 euro ricavabili tramite obbligazioni societarie in euro a breve termine fino agli oltre 3.600 euro nel caso delle obbligazioni governative in euro.
Investire da sempre significa comprare rischio oggi, per avere rendimento nel domani.
Sembra una frase banale, ma farla propria significa diventare consapevoli dei propri investimenti. Il passo successivo poi è accantonare l’idea del “quanto mi dai? “ed iniziare a vedere l’investimento come un processo composto di decisioni e comportamenti, e basarlo su un metodo che consideri tutte le evidenze che esperienza, studi e storia ci hanno lasciato.
4 passi prima di investire
Investire significa assumersi rischio in cambio di futuri rendimenti, farlo in modo responsabile significa prepararsi al peggio: i licenziamenti legati al coronavirus e la riduzione degli stipendi servono come promemoria saliente delle voragini che possono aprirsi inaspettatamente e inghiottire le nostre finanze di volta in volta. Diventa essenziale preparare al meglio il terreno su cui costruiremo la nostra “casa” finanziaria. Facendo la corretta pianificazione assicurativa e burocratica, ti darai una maggiore tranquillità finanziaria e ridurrai la possibilità di dover vendere investimenti in momenti inopportuni per finanziare e superare le crisi.
Ecco quattro aree che penso dovresti considerare:
1. Cancella eventuali debiti costosi
Prima di tutto, cancella eventuali debiti costosi. Le carte di credito o altre forme di credito rapido addebiteranno molti più interessi in un anno di quanto potresti sperare di ottenere in termini di rendimento degli investimenti. Azzera quelli prima! E per lo stesso motivo, non utilizzare mai il credito per finanziare investimenti.
2. Crea un fondo per i giorni di pioggia
Successivamente, l'importantissimo fondo per i giorni di pioggia. Si verificheranno eventi imprevisti, come la rottura di una caldaia o un tetto danneggiato da una tempesta, o addirittura la prossima pandemia. È qui che i conti di risparmio entrano in gioco in quanto restituiranno un piccolo interesse offrendo un facile accesso ai tuoi soldi con un rischio minimo (beh, fino a €100.000 - il limite della protezione del governo). Come regola generale, hai bisogno di uno fondo compreso tra 3 e 6 mensilità, a seconda delle responsabilità per le quali sei impegnato.
3. Assicurati dai rischi della vita
Un'area che un consulente finanziario prenderà sempre in considerazione è la copertura rischi della vita, poiché una malattia grave o la morte potrebbero portare a una stretta da incubo sulle finanze della tua famiglia.
Fatti i tuoi due calcoli finanziari calcolando i debiti accumulati da te, come i mutui, e anche i costi di gestione della tua vita.
Le coperture vita pagano una somma forfettaria e sono un buon modo per proteggere intere famiglie così come la copertura per malattie critiche / protezione del reddito paga un reddito mensile in caso di grave malattia o infortunio.
Oggi molte compagnie si stanno muovendo in questa direzione, e tutti i consulenti patrimoniali devono tra i primi step consulenziali, fornire soluzioni a riguardo affinchè non ci siano brutte soprese future.
4. Scrivi un testamento
L’ultimo punto che consiglio: un testamento è un documento legale che stabilisce esattamente cosa succede alla tua proprietà quando muori. La mancata redazione di un testamento potrebbe comportare la sua condivisione in un modo che non avresti voluto o scelto, e potrebbe portare a maggiori costi in termini di imposta di successione. Pensarci nel presente garantirà un migliore futuro per tutti.
9 chiavi per investire con successo e perché sono più importanti che mai in ambito COVID
Come investitore è molto facile lasciarsi sconcertare dall'onnipresente elenco di preoccupazioni che circondano i mercati di investimento che riguardano l'attività economica, i profitti, i tassi di interesse, la politica, ecc. O dalle perenni previsioni di un imminente crollo. O parlando della prossima cosa migliore che ti renderà ricco.
Il mondo degli investimenti è tutt'altro che prevedibile e ordinato. È noto per risucchiare gli investitori durante i bei tempi e sputarli fuori durante i tempi difficili. Investire è diventato più difficile negli ultimi anni, riflettendo un'impennata nel flusso di informazioni e opinioni. Ciò è stato amplificato dall’avvento dei media digitali in cui tutti sono in lizza per l'attenzione e il modo migliore per ottenere questa attenzione è attraverso i titoli di una crisi imminente. Tutto ciò si aggiunge all'incertezza e alle decisioni di investimento potenzialmente irregolari.
In questo contesto, ho scritto regolarmente nel corso degli anni individuando circa nove cose fondamentali che gli investitori devono tenere a mente per avere successo. Ma come influisce la pandemia di coronavirus su questi? Questa nota esamina ciascuno in vista della pandemia.
1. Sfrutta al massimo il potere dell'interesse composto
Il grafico successivo è uno dei miei preferiti e mostra il valore di un dollaro investito nel 1800 in contanti, oro, obbligazioni e azioni con interessi e dividendi reinvestiti lungo il percorso. Quel dollaro oggi varrebbe $ 0,052 se fosse stato “investito” (lasciato) in contanti.
Ma se fosse stato investito in obbligazioni varrebbe $ 1505 e se fosse assegnato ad azioni varrebbe $ 930.550. Sebbene il rendimento medio delle azioni (6,7% annuo) sia appena il doppio di quello delle obbligazioni (3,5% annuo), la magia di ottenere rendimenti più elevati su lunghi periodi porta a un saldo sostanzialmente più elevato. Lo stesso vale per altri asset di crescita come la proprietà.
Quindi, il modo migliore per creare ricchezza è sfruttare il potere dell'interesse composto e avere una discreta esposizione alle attività di crescita.
Ovviamente, il prezzo per rendimenti più elevati è una maggiore volatilità, ma l'impatto della combinazione di rendimenti più elevati dalle attività di crescita è enorme per lunghi periodi.
La pandemia di coronavirus non fa nulla per cambiare questo, non più di precedenti battute d'arresto come la prima guerra mondiale e l'influenza spagnola, la Grande Depressione, il mercato ribassista del 1973-74, il crollo del 2000 o la GFC. Il crollo dei tassi di interesse e dei rendimenti degli utili significa che i rendimenti osservati negli ultimi 120 anni saranno probabilmente molto inferiori nel prossimo decennio. Ma questo riflette in parte il crollo dell'inflazione (quindi nei rendimenti reali le cose non sono poi così negative).
E senza entrare nelle previsioni, le azioni che offrono un rendimento da dividendo del 3,5% (4,5% con crediti di affrancatura) dovrebbero fornire rendimenti a medio termine superiori e quindi far crescere la ricchezza molto meglio delle obbligazioni dove il rendimento a 10 anni è anche con ritorni annui negativi in area euro.
2. Non fatevi buttare fuori dal ciclo
I mercati degli investimenti attraversano costantemente fasi cicliche di tempi buoni e cattivi. Alcuni sono brevi e taglienti, alcuni possono estendersi per molti anni. Ma tutti alla fine hanno avuto una propria inversione, ad esempio quando le cadute rendono le azioni a buon mercato e i tassi di interesse bassi le aiutano a rimbalzare.
Il problema è che i cicli possono allontanare gli investitori da una strategia di investimento ben congegnata che mira a trarre vantaggio dai rendimenti a lungo termine. Ma creano anche opportunità. Considerato in un contesto a più lungo termine, il tuffo di circa il 35% e quindi il rimbalzo delle azioni associate al coronavirus è stata solo un'altra oscillazione ciclica, anche se si è verificata più velocemente, riflettendo la natura unica dello shock che ha visto un impatto più veloce del normale per le economie e poi più veloce rispetto al normale impiego di stimoli fiscali e allentamento monetario. La chiave era non farsi buttare giù quando i mercati sono precipitati a marzo.
3. Investire a lungo termine
Guardando indietro, sembra sempre ovvio il motivo per cui le cose sono successe. Ma guardando avanti nessuno ha una sfera di cristallo perfetta. Come ha osservato JK Galbraith, "ci sono due tipi di persone che fanno previsioni: quelli che non sanno e quelli che non sanno di non sapere". Di solito, maggiore è la previsione, maggiore è il bisogno di scetticismo, poiché tali chiamate invariabilmente sbagliano il tempismo o sono completamente sbagliate.
Se individuare i mercati giusti fosse facile, i “pronosticatori” sarebbero mega-ricchi e avrebbero smesso di farlo. In relazione a questo, molti sbagliano lasciando che la fede cieca - ad esempio "c'è troppo debito" - intralci le buone decisioni. Potrebbero avere ragione un giorno, ma un investitore può perdere molti soldi nel frattempo.
Il problema per gli investitori è che sta diventando ancora più difficile poiché il mondo sta diventando più rumoroso. Tutto ciò è stato maggiormente evidente durante la pandemia di coronavirus con tutti i tipi di previsioni su cosa aspettarsi, la maggior parte delle quali ha fornito poco aiuto per capire effettivamente il mercato in basso a marzo per non parlare del rimbalzo.
Data la difficoltà oggettiva di comprendere le mosse del mercato nel breve termine, per la maggior parte degli investitori è meglio creare un piano a lungo termine che si adatti al proprio livello di ricchezza, età, tolleranza alla volatilità, ecc. E attenersi ad esso.
4. Diversificare
Non mettere tutte le uova nello stesso paniere. Avere un portafoglio ben diversificato fornirà una guida molto più fluida. Ad esempio, le azioni globali forniscono rendimenti nel lunghissimo termine. Allo stesso modo, oltre alla geografia sarà più proficuo una diversificazione per asset.
5. Abbassa il rumore
Dopo aver elaborato una strategia giusta per te, è importante ridurre il rumore sul flusso di informazioni e rimanere concentrato. Il problema è che il mondo digitale in cui viviamo sta assistendo a un'esplosione di informazioni e opinioni su economie e investimenti. Ma molte di queste informazioni e opinioni sono di scarsa qualità. Dato che "le cattive notizie si vendono", c'è sempre stata pressione sugli editori per mettere le notizie negative in prima pagina sui giornali, ma si spera che nel resto del giornale ci fosse un po 'di equilibrio.
Ma in un mondo digitale ogni storia può essere tracciata tramite clic, in modo che la pressione per pubblicare titoli sensazionalizzati e spesso cattivi sia amplificata. Quindi clickbait. Questo è diventato driver attraverso la pandemia di coronavirus, con un flusso enormemente aumentato di informazioni economiche e finanziarie. Questo può essere utile, se di qualità, per fornire informazioni tempestive su come sta viaggiando l'economia, ma si aggiunge anche immensamente al flusso di informazioni e spesso è contraddittorio.
Tutto ciò porta a una maggiore incertezza e orizzonti di investimento più brevi che a loro volta possono aumentare il rischio di essere buttati fuori da strategie di investimento ben ponderate.
La chiave è abbassare il volume su tutto questo rumore. Ciò significa soprattutto mantenere la tua strategia di investimento relativamente semplice. Non perdere troppo tempo su singole azioni o fondi poiché è la tua asset allocation di alto livello che guiderà principalmente il rendimento e la volatilità che otterrai.
Ecco alcuni suggerimenti per ridurre il rumore:
- Metti le ultime preoccupazioni nel contesto - le economie globali hanno avuto molte preoccupazioni nell'ultimo secolo circa - dalle guerre alle depressioni alle pandemie - e tuttavia i rendimenti degli investimenti a lungo termine sono andati bene
- Riconoscere che è normale che i mercati oscillino da un estremo all'altro;
- Concentrati solo su alcuni servizi di notizie affidabili e disattiva tutte le "notifiche" sul tuo dispositivo smart.
- Non controllare così tanto i tuoi investimenti: su base giornaliera è un lancio di moneta se il mercato azionario aumenterà o diminuirà, ma più a lungo allunghi il tempo tra le osservazioni dei tuoi investimenti, più è probabile che otterrai notizie positive. Vedi il grafico successivo.
6. Compra basso, vendi alto
Più economico si acquista un asset (o maggiore è il suo rendimento), maggiore sarà probabilmente il suo potenziale rendimento e viceversa, a parità di condizioni ovviamente. Quindi, per quanto possibile, ha senso comprare quando i mercati sono in ribasso e vendere quando sono in rialzo. Sfortunatamente, molti fanno il contrario, cioè comprano dopo un grande rally e vendono dopo un crollo ... che ha solo l'effetto di distruggere la ricchezza.
Vendere al punto più basso del panico a marzo non sarebbe stata una buona mossa in quanto avrebbe semplicemente bloccato una perdita - ma, naturalmente, potrebbe essere sembrato facile nel mezzo del panico in quel momento. Ancora una volta abbassa il rumore!
7. Attenti alla folla agli estremi
Spesso ci si sente al sicuro in mezzo alla folla e a volte la folla degli investitori può avere ragione. Tuttavia, agli estremi la folla è invariabilmente sbagliata, che si tratti di massimi di mercato come nel boom tecnologico della fine degli anni '90 o di minimi di mercato come a marzo. Il problema con la folla è che alla fine tutti coloro che vogliono comprare in un boom (o vendere in un ribasso forte) lo faranno e quindi l'unico modo è verso il basso (o verso l'alto dopo il panico della folla).
Come ha detto Warren Buffet, la chiave è "avere paura quando gli altri sono avidi e avidi quando gli altri hanno paura". E il coronavirus non fa nulla per cambiarlo.
8. Concentrarsi sugli investimenti con un flusso di cassa sostenibile
Se sembra poco chiaro, difficile da capire o deve essere basato su oscure misure di valutazione, è meglio starne alla larga. Se un investimento sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo è. Al contrario, è più probabile che le attività che generano flussi di cassa sostenibili (profitti, affitti, interessi) e non si basano su un eccessivo indebitamento o ingegneria finanziaria abbiano successo. Ancora una volta, il colpo del coronavirus non fa nulla per cambiare la situazione.
9. Chiedere consiglio
Date le trappole psicologiche, siamo tutti suscettibili (come la tendenza a reagire in modo eccessivo alle attuali condizioni del mercato degli investimenti o a prestare maggiore attenzione a informazioni e opinioni che confermano le nostre opinioni) e la crescente complessità degli investimenti li rende tutt'altro che facili , quindi un buon approccio è chiedere consiglio tramite un servizio di investimento o un coach come un consulente finanziario, più o meno allo stesso modo in cui potresti avvalerti di uno specialista per prenderti cura delle tue esigenze idrauliche o mediche.
Come con idraulici e medici, vale la pena guardarsi intorno per trovare un servizio o un consulente con cui ti senti a tuo agio e di cui ti puoi fidare.
ELEZIONI AMERICANE: NUOVO TEST PER GLI INVESTITORI
Sondaggi e rumors dicono Biden favorito, ma dopo la sorpresa del 2016 c’è cautela. Anche dall’andamento passato di Wall Street vengono segnali, mentre gli investitori si chiedono cosa fare con i propri investimenti.
Andamento dell'S&P 500 negli anni elettorali dal 1926.
Dall’ultimo sondaggio resta sempre Biden il favorito anche se negli ultimi giorni sembra essersi ridotto il vantaggio su Trump.
Dopo lo schiaffo del con la vittoria inaspettata di Trump vige la prudenza nell’esprimersi in pronostici. Grande cautela, quindi,con i sondaggi e altri strumenti predittivi, in primo luogo perché negli ultimi giorni il vantaggio del candidato democratico Joe Biden si è assottigliato un po’. Inoltre, sono quasi tutti basati sull’intera popolazione elettorale, mentre nel sistema americano alla fine il presidente lo scelgono i grandi elettori del Collegio, che riflettono nei numeri i votanti dei singoli Stati.
CONTINGENT ELECTION: una reale ipotesi
Per vincere servono almeno 270 voti del Collegio elettorale. Nel 2016 Trump ne mise insieme 304 contro 227 dell’ex First Lady, nonostante quest’ultima avesse ottenuto a livello nazionale 2,8 milioni di voti in più. Se nessuno dei due arriva alla maggioranza necessaria di voti elettorali, il sistema americano prevede che si vada alla ‘contingent election’, un meccanismo per cui il presidente viene votato dalla Camera dei Rappresentanti, con il voto espresso non singolarmente, ma in blocchi corrispondenti ai collegi elettorali, ciascuno dei quali può esprimere un voto. Con questo sistema, anche nella attuale Camera a maggioranza democratica, i repubblicani possono contare su più voti. Nella storia americana è successo solo tre volte nella prima metà del 1800, ma alcuni analisti stanno prendendo in considerazione anche questa ipotesi, e il tema è dibattuto sui media.
ELEZIONI E WALL STREET
Il mercato da sempre preferisce la certezza. Dal 1932 in poi la conferma del candidato in carica, il cosiddetto incumbent, è stata preceduta per quasi il 90% delle volte da un indice S&P 500 in rialzo nei tre mesi precedenti.
Quest’anno il benchmark di Wall Street ha iniziato agosto a 3295 punti e ha chiuso venerdì 30 ottobre a 3270. Quindi, negli anni elettorali, premia la vittoria dell’incumbent, ma premia anche la certezza dell’arrivo di un presidente, vecchio o nuovo che sia. Infatti, dopo le elezioni, Wall Street tende a salire fino a fine anno. Di più se vince lo sfidante, perché recupera in parte il terreno perso prima, come mostra il grafico in apertura.
I PROGRAMMI DEI CANDIDATI
Punti diversi ma anche in comune per i due candidati. Al primo posto dei due programmi ci sono stimoli all’economia per migliaia di miliardi di dollari, e quello democratico appare il più generoso. Negli ultimi giorni, inoltre, nel mirino del candidato Dem sono finite le Big Tech, che più di tutti hanno tratto vantaggio dalla digitalizzazione indotta dalla pandemia. Il 30 ottobre Biden ha twittato che ‘gli americani che lavorano sodo non devono pagare più tasse federali sul reddito delle Big Tech, anche loro devono pagare adeguatamente’. Sulle Big Tech non pesa solo la spada di Damocle fiscale, ma anche quella regolatoria, istruttorie antitrust aperte dal Dipartimento di Giustizia e propositi di break-up dei colossi del web come nei confronti dei big del petrolio all’inizio del 1900 o con quelli delle telecomunicazioni all’inizio degli anni 1980. Trump, invece, continua con il suo slogan “america first” avvantaggiando i settori cardine dell’economia americana e mantenendo una linea dura con istituzioni internazionali e paesi “arrembanti” come la Cina.
Guardando con lo specchietto retrovisore i mercati apprezzano più i democratici anche se con Trump i repubblicani non hanno disdegnato.
ASSET FAVORITI E PRESIDENTI
Azionario Us o internazionali? Treasury o Corporate? Il grafico ci mostra come negli ultimi 4 mandati siano differenti i ritorni annualizzati per i vari presidenti. Pensando al prossimo futuro l’andamento di Wall Street, sembra anticipare una vittoria di Biden ma vanno fatte delle distinzioni per temi.
Le Small Cap, che dall’inizio della pandemia sono rimaste indietro rispetto alle Large Cap, ma, da settembre, hanno sovraperformato del 4,4%, all’aumentare delle possibilità di una vittoria Dem. Questo perché un pacchetto fiscale più ampio con una Presidenza Biden e anche una crescita economica potenzialmente maggiore sarebbe di supporto alle imprese minori, più sensibili delle grandi al ciclo economico. Un altro tema al centro dell’attenzione è l’Azionario Emergente, che ha sofferto molto a causa delle tensioni USA-Cina, che con un’Amministrazione di Biden potrebbero almeno in parte rientrare con effetti positivi sugli scambi commerciali per tutta l’area emergente.
Poi c’è l’eterno dilemma se credere o meno nei titoli Value o Growth. I primi hanno visto una battuta d’arresto quest’anno, con gli investitori che hanno preferito la forte crescita delle Big Tech. Ma dopo l’importante sell-off che ha colpito questo segmento a settembre, i Value hanno iniziato a riprendersi. Infine c’è il segmento dei titoli finanziari, che rappresentano un’importante porzione degli indici Value, e che dovrebbero beneficiare di un’economia più solida, soprattutto se accompagnata da tassi più alti, ma che con Biden potrebbero subire una maggiore pressione regolatoria, mentre con Trump beneficerebbero dell’effetto opposto. Da iscrivere nella colonna delle azioni che verrebbero favorite da una vittoria di Trump indubbiamente anche gli energetici, soprattutto il tradizionale settore Oil & Gas, mentre i produttori Green verrebbero favoriti con Biden.
CHE FARE QUINDI?
Partiamo da ciò che ogni investitore deve sapere: IL MERCATO NON SI PUO’ CONTROLLARE.
Concentrarsi, quindi, sui propri obiettivi di investimento ma soprattutto sui propri comportamenti diventa prerogativa essenziale per essere investitori di successo e consapevoli. Pianifica correttamente il tuo investimento, diversifica in modo efficiente ed in maniera coerente con il tuo obiettivo, poi il mercato farà il suo.
Volatilità alle porte: suggerimenti per viverla al meglio
Seconda ondata del Covid-19 ed elezioni americane alle porte hanno ributtato i mercati sull’ottovolante della volatilità. Alti e bassi fanno e faranno sempre parte del mondo degli investimenti per questo è bene conoscere tutti gli strumenti migliori per affrontarli. Pic e Pac restano i migliori alleati dell’investitore in ogni stagione del mercato.
Era inizio anno ed i mercati viaggiavano sull’onda di un 2019 di ripresa, con ottime performance ottenute sia degli strumenti obbligazionari che azionari. Vicino ai 1.800 punti, l’unica preoccupazione per lo MSCI WORLD era la prossima Brexit e la diatriba Siria-Usa. Quanti avevano previsto di ritrovarci nella situazione che tutti noi oggi viviamo? Nessuno. Per l’ennesima volta abbiamo la conferma che è meglio evitare previsioni o la ricerca del momento giusto per investire.
Quindi che fare? Meglio preferire strumenti che ci permettono di entrare sui mercati in modo graduale. I Piani di accumulo del capitale, i cosiddetti “Pac”, che permettono agli investitori di versare determinate somme un poco per volta e per un lasso di tempo medio-lungo magari se abbini ad un Piano di investimento di capitali ( Pic ).
PIC e PAC: le performance a confronto
Solitamente se si parla di Pac si parla anche di Pic. Le due soluzioni vanno spesso a braccetto venendo confrontate tra loro. Questo perché rappresentano due distinte scelte finanziarie. Il Pic – Piano di Investimento di Capitale – corrisponde ad un investimento in un’unica soluzione, particolarmente indicato per il risparmiatore che dispone di una certa somma fin da subito. II Pac invece come abbiamo visto consiste nell’investimento di somme nel tempo, con regolarità. Quindi la discriminante tra i due riguarda solo l’esistenza o meno di un capitale iniziale da poter investire? Sì certo, ma la differenza cruciale sta in realtà nella modalità d’investimento: la gradualità d’entrata sul mercato del Pac lo rende più indicato in caso di mercati incerti. Un esempio? Se avessimo investito in un portafoglio azionario a gennaio 2008, durante la crisi dei mutui subprime, oggi, a distanza di anni, il Pac ci avrebbe permesso di guadagnare più rispetto al Pic ma soprattutto ci avrebbe permesso di attenuare la volatilità e quindi lo stress emotivo.
Entrare gradualmente sui mercati è la soluzione migliore per combattere l’emotività
Storicamente cercare di uscire dal mercato nei momenti di discesa per rientrare “al momento giusto” dà la garanzia che si perderanno le migliori opportunità del periodo. Statisticamente i migliori giorni di mercato avvengono durante forti ribassi, e la matematica è ancora più crudele con gli amanti del market timing in un orizzonte temporale di 5 anni, vedendo performance dimezzate e perdite raddoppiate. Ma c’è un modo per evitare a priori emotività ed errato “market timing”, basta puntare su strumenti come i Piani di accumulo del capitale, che in un contesto come quello attuale riescono a:
Negli investimenti di successo quindi più che cogliere il momento giusto o l’azienda che esploderà nei prossimi anni conta il “tempo nel mercato”: cioè quanto rimaniamo investiti.
Facile a dirsi, un po' meno a farlo soprattutto in momenti come l’attuale pandemia: non sappiamo quale sarà l’evoluzione dei contagi e quando tutto questo finirà davvero. Sfortunatamente, abbandonare la nave però aumenterebbe di molto il rischio di “mancare” le migliori giornate sui mercati, danneggiando irreparabilmente la performance dei nostri investimenti. Ed è per questo che quando si adotta una strategia d’investimento conviene seguirla sempre, anche quando sembra che le cose non vadano benissimo. Ecco perché il Pac – ma anche il Pic- che puntano ad avere un orizzonte temporale superiore ai cinque anni, sono tra le soluzioni migliori per combattere gli alti e bassi dei mercati.
Quindi meglio il Pac o il Pic?
La domanda se la pongono in molti. Gli italiani secondo la Covip preferiscono di gran lunga i Pic per far fruttare la capitalizzazione composta da subito. Ma Pic e Pac anche se spesso messi in contrasto tra loro non lo sono affatto: nulla vieta di combinare le due strategie d’investimento. Un grande classico è infatti iniziare a investire con un capitale precedentemente accumulato e poi, mano a mano che si risparmia, investire somme inferiori tramite un PAC.
Morale della favola
Questo il succo:
- l’evidenza empirica è che i PAC hanno un rischio inferiore ai PIC, soprattutto su archi temporali medi e brevi;
- il risultato medio atteso è simile (tenete presente che si parla di investimenti, per i quali l’alea ha un ruolo importante);
- il PAC distoglie l’attenzione dal market timing, aiutando dal punto di vista psicologico l’investitore a mantenere la rotta giusta;
- il PAC si può tranquillamente combinare con il PIC;
- bisogna stare attenti ai costi (come sempre);
- in definitiva è un’ottima strategia che consente di costituire un capitale investendo i risparmi (anche piccoli) con gradualità e poco stress.
Guadagni facili in tempi brevi: mix fatale
Negli anni ’80 Attrazione fatale fu un film che fece scalpore e successo, cosa che non succede quando si viene attratti dal connubio fatto da investimento con alti rendimenti, in pochi giorni e senza alcun rischio.
Soprattutto in periodi di stress per i mercati impazzano ovunque fenomeni che promettono miraggi finanziari con investimenti da sogno, che spesso, se non sempre fanno vivere incubi ai malcapitati a volte anche illustri.
E’ di fine agosto notizia che Antonio Conte, allenatore dell’Inter, sta cercando di recuperare circa 30 milioni di euro che aveva investito con un broker italiano in Inghilterra, e ce ne sono altri tutti accomunati dai stessi sistemi e prodotti utilizzati.
Azioni, forex e criptovalute
Gli strumenti finanziari più proposti sono i titoli azionari, le valute e le modernissime criptovalute (bitcoin e simili) attraverso sistemi che promettono sempre grandi guadagni, sicuri e a volte anche senza rischio.
Ma attenzione, la mia non è una critica contro i 3 strumenti, anzi. Come ogni cosa di questo mondo è l’utilizzo che ne fa la differenza.
Il contesto e l’attrazione fatale dell’impossibile
Il mondo economico che caratterizza l’ultimo quinquennio ha dato un bel colpo alle certezze che guidavano le scelte di investimento di genitori e nonni. I concetti di Rendimento garantito, obbligazioni sicure e redditizie sono stati abbattuti da rendimenti garantiti molto bassi, nulli o addirittura negativi. Qui si insinua la tentazione nel provare l’offerta “imperdibile” e approfondire quella mail o telefonata che attrae con il fascino del lauto guadagno in tempi brevi.
Oggi il tempo breve non da rendimenti
La recente scadenza dei Bot (titolo di stato italiano ad un anno) a Marzo 2020 ha visto proporre un rendimento dello 0,07% a scadenza e sono ancora peggiori i rendimenti proposti da Stati più solidi come la Germania. Ma quanti valutano partendo da queste conoscenze?
Troppo pochi, visto che sono tante se non troppe le persone che ogni giorno incappano in investimenti pericolosi come quelli proposti a Conte.
Il perchè? La risposta sta nella mancanza di una adeguata cultura finanziaria.
Per costruire una casa si parte dalle fondamenta, per iniziare a leggere e scrivere dalla conoscenza dell’alfabeto, nella stessa maniera, per investire e farlo in modo consapevole è fondamentale conoscere la base della finanza.
NON ESISTONO PASTI GRATIS IN FINANZA, non esiste quindi rendimento senza rischio.
Rischio e rendimento sono i due ingranaggi cardine delle performance negli investimenti e combaciano sempre alla perfezione.
Ti ricordi il rendimento del Bot?
La cultura finanziaria va quindi formata e coltivata costantemente, anche attraverso le giuste fonti.
Non amici e parenti, ma siti istituzionali e professionisti riconosciuti, qualificati e presenti su territorio e in rete.
La mia ambizione con questo articolo e l’attività personale, attraverso Moneycontroller e i miei social media, è proprio quella di divulgare in maniera semplice cultura finanziaria fornendo un punto di riferimento super partes e sempre lato investitore.
L’esperienza annuale nel settore mi ha fatto rafforzare la convinzione che la ricetta per un piano finanziario vincente si componga di 3 fattori:
- Eccellenti strumenti finanziari;
- Un ottimo consulente finanziario;
- Un Investitore Intelligente.
I primi due, non scontati, sono insufficienti da soli perché investire è un gioco a 3.
Serve un consulente che proponga un valido processo di investimento, servono soluzione di investimento che siano le migliori che il mercato metta a disposizione ma soprattutto serve la condivisione ATTIVA di tutto con un Investitore consapevole che abbia chiari gli obiettivi, conosca i tempi di realizzo, i rischi assunti ed i costi sostenuti.
L’Investitore Intelligente è così parte proattiva del proprio piano finanziario, è parte integrante del metodo di investimento è non più comparsa ma protagonista.
Consulente ed investitore devono quindi viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda per tutto il percorso d’investimento, poi i risultati arriveranno da soli.