- Si sente spesso parlare di indici, anche quando si parla di ETF che li replicano
- Ma cosa sono gli indici? Quali informazioni ci offrono e a cosa servono?
- Spoiler: esistono anche versioni differenti del medesimo indice
I PRINCIPALI INDICI AZIONARI
Fonte: Elaborazione Financialounge
Si sente spesso parlare di indici, ma cosa sono?
Gli indici azionari sono stati creati per permettere agli investitori di disporre di uno strumento capace di sintetizzare l’andamento delle Borse.
Ma quali sono i criteri secondo cui un titolo fa o non fa parte di un indice? Se mettessimo un indice sul vetrino di un microscopio cosa vedremmo?
E quali informazioni ci offrono gli indici?
Un’anticipazione: esistono versioni differenti del medesimo indice. Vediamo qualche esempio significativo.
Un indice azionario può essere definito come “una sintesi rappresentativa di un mercato azionario per misurarne le variazioni di valore nel tempo”.
Alcuni indici sono diventati negli anni più importanti di altri e sono considerati dagli investitori un punto di riferimento (ciò che spesso si sente chiamare benchmark) per un determinato mercato o settore.
Una cosa che gli esperti sanno bene, ma che molti piccoli investitori non prendono sufficientemente in considerazione, è che la metodologia alla base della costruzione del paniere di un indice è fondamentale e va ben compresa.
Parliamo degli aspetti che determinano il peso di ogni singolo titolo all’interno della selezione, ma non solo. Dalla diversificazione geografica a quella valutaria, dalla rappresentatività di specifici settori ad una visione più ampia e intersettoriale, fino alla considerazione o meno dei dividendi reinvestiti: sono molti gli aspetti da considerare.
Prendiamo insieme in analisi alcuni degl’indici più noti e facciamo qualche esempio.
DOW JONES INDUSTRIAL AVERAGE
Il Dow Jones Industrial Average è il più antico e conosciuto indice azionario della borsa di New York (il NYSE, New York Stock Exchange). A differenza di altri indici che tengono conto della capitalizzazione (value weighted) e quindi del valore in Borsa delle singole società, è calcolato considerando il prezzo (price weighted) dei principali 30 titoli di Wall Street. Benché non sia legato ad alcun settore specifico, dal momento che include titoli appartenenti a diversi settori produttivi, sia tradizionali sia della new economy, la scelta di limitarne la composizione a solo 30 titoli, le “blue chip”, ha reso l’indice nel corso del tempo sempre meno importante in quanto non più in grado di riflettere l’intero andamento del listino azionario americano.
DOW JONES SUSTAINABILITY INDICES
Dow Jones Sustainability Indices (DJSI) è una famiglia di indici focalizzati sulla sostenibilità, una selezione costruita seguendo una logica di best in class. Gli indici Dow Jones Sustainability sono stati lanciati nel 1999 con l’obiettivo di selezionare le aziende più soddisfacenti in termini di sostenibilità, partendo da un paniere di aziende recensite appartenenti a diversi settori economici e valutandone le prestazioni secondo i criteri ESG. Il Dow Jones Sustainability World Index e il Dow Jones Sustainability Europe Index sono tra i più importanti indici borsistici di sostenibilità, rispettivamente a livello mondiale ed europeo.
STANDARD & POOR’S 500 (S&P 500)
È il più importante indice del mercato azionario statunitense. Infatti, è il principale benchmark azionario relativo ai titoli quotati a Wall Street ed è il sottostante per un ampio ventaglio di ETF e prodotti derivati come futures, opzioni e certificates. Inizialmente, e fino al 4 marzo 1957, conteneva soltanto 90 titoli mentre ora ne fanno parte 500, rappresentativi dell’80% circa della capitalizzazione di mercato azionario statunitense, che vengono selezionati da un apposito comitato. Tutti i titoli in questione sono relativi ad aziende statunitensi con una capitalizzazione di mercato superiore a 6,1 miliardi di dollari, un flottante del 50% almeno, un volume di scambi mensili, negli ultimi 6 mesi, non inferiore a 250.000 azioni. Le società da inserire nel paniere vengono selezionate attraverso il metodo della capitalizzazione flottante, ovvero in base al valore di Borsa, a differenza dell’Indice Dow Jones Industrial Average che, essendo un “price weighted index” assegna un peso maggiore ai titoli che hanno un prezzo più elevato.
NASDAQ
Il NASDAQ (National Association of Securities Dealers Automated Quotation) è un mercato azionario USA istituito l’8 febbraio 1971 ed è stata la prima borsa al mondo esclusivamente elettronica. Attualmente vi sono quotate oltre 3000 società diverse, molte delle quali appartenenti al comparto tecnologico: l’indice Nasdaq Composite riassume l’andamento di quel listino ed è infatti il principale riferimento per tutti i titoli di questo settore. L’altro importante indice tecnologico USA è il Nasdaq 100, che annovera al proprio interno 100 tra le principali società non finanziare sia americane che estere quotate al Nasdaq. Sia il Nasdaq Composite che il Nasdaq 100 sono indici basati sulla capitalizzazione flottante, ovvero sul valore corrente dei singoli titoli in Borsa.
MSCI WORLD
L’indice MSCI World è un indice di mercato azionario costituito da migliaia di titoli a livello globale. È elaborato da MSCI ed è utilizzato come indice di riferimento (benchmark) per i fondi e i portafogli d’investimento azionari di tipo ‘world’ (mondiali o globali). L’indice include una raccolta di titoli azionari di tutti i mercati dei paesi sviluppati nel mondo come definito dagli analisti di MSCI e annovera titoli di 23 paesi esclusi i titoli provenienti da economie di frontiera o emergenti. Con 1.410 costituenti (dati al 30/09//2020), l’indice copre circa l’85% della capitalizzazione di mercato corretta per il flottante in ogni paese. Un indice correlato, l’MSCI All Country World Index (ACWI), include sia i paesi sviluppati che gli emergenti. L’indice MSCI World fu creato nel 1969 per permettere agli investitori globali di disporre di un indice di riferimento che sintetizzasse l’andamento ‘ponderato’ delle principali Borse di tutto il mondo. Viene elaborato in diverse forme: senza dividendi, con dividendi netti o lordi reinvestiti, in dollari statunitensi, euro e valute locali.
MSCI EMERGING MARKETS
L’indice MSCI Emerging Markets (EM) è stato lanciato da MSCI nel 1988 includendo 10 paesi in via di sviluppo con un peso di circa lo 0,9% nell’indice l’MSCI All Country World Index (ACWI), l’indice globale internazionale di MSCI che include sia i paesi sviluppati che gli emergenti. Attualmente, considera 24 paesi emergenti in tutto il mondo e ha 1.277 costituenti che coprono circa l’85% della capitalizzazione di mercato corretta per il flottante in ogni paese. È progettato per riflettere dinamicamente l’evoluzione del set di opportunità dei mercati emergenti e per aiutare gli investitori a soddisfare le esigenze di asset allocation globale e regionale: l’indice infatti è il benchmark per la maggior parte dei fondi e dei portafogli azionari focalizzati sui mercati emergenti.
NIKKEI 225
Contiene i 225 titoli a maggiore capitalizzazione delle compagnie quotate sulla Borsa di Tokyo ed iniziò ad essere calcolato a partire dal 7 settembre 1950. È un indice ponderato sul prezzo delle azioni (equally weighted), e di tipo large-cap, senza pesi specifici per i diversi settori economici cui appartiene un titolo: tutte le azioni hanno un eguale peso basato su un valore alla pari (valore nominale) di 50 yen. Costituisce uno degli indici azionari più rappresentativi dell’andamento dei principali titoli azionari quotati sul mercato borsistico giapponese.
FTSE MIB
L’indice FTSE MIB è costituito dai 40 principali titoli dei mercati MTA (Mercato Telematico Azionario) e MIV (Mercato degli Investment Vehicles, ovvero dedicato ai veicoli che investono in economia reale) della Borsa Italiana, selezionati in funzione della liquidità e della capitalizzazione. È un indice ponderato in base alla capitalizzazione di mercato corretta per il flottante e non tiene conto dello stacco di dividendi o di eventuali frutti periodici pagati dalle società che lo compongono: nessuna azione può avere un peso maggiore del 15% nel paniere. Costituisce l’indice azionario rappresentativo dell’andamento dei principali titoli azionari italiani (blue chips) quotati sul listino di Borsa Italiana.
FTSE 100
L’indice FTSE100 esprime la performance dei primi 100 titoli azionari, in termini di capitalizzazione, di società con sede nel Regno Unito e quotate sul London Stock Exchange. Introdotto per la prima volta il 3 gennaio 1984, è un indice value weighted, ossia viene calcolato come media ponderata dei prezzi delle azioni che lo compongono dove i fattori di ponderazione rispecchiano la capitalizzazione di ogni titolo. Costituisce l’indice azionario rappresentativo dell’andamento dei principali titoli del mercato azionario del Regno Unito.
DAX
L’indice Dax (Deutscher Aktien Index) è composto dai 30 titoli tedeschi a maggiore capitalizzazione e liquidità quotati sul Segmento ‘Prime Standard’ della Borsa di Francoforte. Introdotto nel 1988, rappresenta il principale indice azionario della Borsa tedesca: gli scambi sui titoli compresi in questo indice rappresentano infatti l’80% del controvalore totale. Presenta la particolarità di essere un indice di performance (ossia il cui rendimento è total return), con l’obiettivo di rispecchiare l’andamento dei ricavi del mercato nel suo complesso: nel suo calcolo confluiscono i pagamenti di dividendi e i ricavi dei diritti d’opzione.
GLI INDICI TOTAL RETURN
A proposito di indici total return, per comprendere l’importante differenza tra un indice Total Return (quindi con reinvestimento dei dividendi) e uno Price Index (quindi senza il reinvestimento dei dividendi) possiamo osservare le tabelle sotto in cui sono messe a confronto le performance a 5 e a 10 anni dell’indice classico S&P 500 (Price Index) e quelle dell’S&P 500 TR (Total Return).
TOTAL RETURN E PRICE INDEX:
DIFFERENZE DI PERFORMANCE
Fonte: elaborazioni su dati MoneyMate
Come sempre, insomma, si fa in fretta a dire Indice, ma ad uno sguardo più attento le differenze sono molte.
Un investitore consapevole deve ben conoscere i dettagli di ogni strumento o, come in questo caso, le metodologie di calcolo utilizzate per definire il paniere di un indice: da un lato per interpretare correttamente l’andamento del mercato, dall’altro per valutare eventuali strumenti finanziari che abbiano proprio un indice come sottostante.
I mercati finanziari richiedono studio e competenza, ecco perché rivolgersi ad un professionista del settore consente di prendere sempre decisioni informate e ponderate.