Quanti di voi tendono a valutare una situazione ricordando eventi similari recenti? Tendenzialmente, anche nel vivere quotidiano, si danno opinioni in base al vissuto recente perchè la memoria a breve spesso è la più immediata ma non sempre la più obiettiva.
Questo succede anche all’investitore soprattutto dopo due anni come il 2018 e 2019. Il primo resterà alla storia per il fatto che tutte le principali asset class hanno chiuso l’anno in negativo, il secondo invece per i rendimenti a doppia cifra di tutto.
Ma attenzione! Valutare e scegliere su asset, magari come l’azionario, considerando solo un anno è un errore micidiale
Il mercato azionario ha appena terminato il 2019 con una impennata pazzesca. Lo S & P, per esempio, è aumentato di quasi il 32%, compresi i dividendi. Qui si innesca il primo processo mentale negativo per l’investitore.
Enormi guadagni sono sempre una piacevole sorpresa nell’immediato per l’investitore che però tende ad innervosirsi poco dopo per la crescente convinzione che presto tutto crollerà.
La verità è che c’è poco di razionale in questa congettura soprattutto considerando i rendimenti azionari di anno in anno. Ciò che è accaduto l’anno scorso non ha alcuna influenza su ciò che accade quest’anno.
Storicamente, la percentuale di guadagni nel mercato azionario seguendo una varietà di scenari è abbastanza simile:
Dal 1926, lo S&P 500 è aumentato nel 70% e più dei casi. Ma possiamo anche suddividere questi numeri in base alla percentuale di tempo in cui la borsa è aumentata in un anno solare dopo un anno in crescita, un anno in calo, un guadagno a doppia cifra o una perdita a doppia cifra. In media, la percentuale di tempo in aumento dell’anno successivo è relativamente simile.
Dal 1926 al 2019 lo S&P 500 considerando i vari scenari, dall’anno in positivo all’anno in negativo a doppia cifra conferma una regola fondamentale negli investimenti: NEL LUNGO PERIODO TUTTO TORNA ALLA MEDIA
Il 2018 è stato il primo anno negativo del decennio 2010 per lo S&P 500, con un calo di oltre il 4%.
Il 2019 è stato il diciottesimo anno solare dal 1928 che ha visto lo S&P 500 aumentare del 30% o più. Ciò significa che si sono verificati guadagni del 30% o più in circa uno su cinque anni.
Nel 2018 l’indice Bloomberg Barclays Aggregate Bond ha sovraperformato l’indice S&P 500 di quasi il 4,5%.
Nel 2019 l’S & P 500 ha sovraperformato l’indice Bloomberg Barclays Aggregate Bond di oltre il 22%.
Cosa fare allora per evitare di cadere nel recensy bias?
- Evitare di guardare i risultati di anno di anno per prendere decisioni soprattutto per gli asset più rischiosi come l’azionario
- Diversificare e lasciar fare il portafoglio, la decorrelazione tra asset mitiga sempre la volatilità dei mercati ( nel 2018 l’obbligazionario a sovraperformato l’azionario)
- Cercare certezze nelle medie per avere migliori e più puntuali prospettive sul lungo termine.